La verità è più importante dell’uniformità dottrinale. La Bibbia insiste sempre nel raccomandare l’unità dottrinale all’interno della congregazione. Nella prima lettera ai Corinti, al capitolo 1, Paolo incoraggia i cristiani ad essere uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero. Egli scrive: “Ora vi esorto, fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, a parlare tutti concordemente, e a non avere fra voi divisioni, ma ad essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero.”
A questo proposito lo Svegliatevi dell‘ 08/05/2003 pp. 26-27 intitolato “L’unità cristiana significa uniformità?” scrive:
“OGGI la religione sembra caratterizzata da mancanza di unità. Persino fra le mura di una stessa chiesa può coesistere una varietà di credenze contrastanti in materia di dottrina e di condotta. Una scrittrice si è espressa così: “È difficile trovare due persone che credono esattamente nello stesso Dio. Pare che oggigiorno ogni essere umano abbia la propria teologia”.
Un po’ dopo però l’articolo prosegue dicendo qualcosa di molto importante: “L’unità è importante anche nelle questioni dottrinali. Chi segue le orme di Gesù si rende conto che in effetti c’è “una sola fede”, proprio come c’è “un solo Dio e Padre”. (Efesini 4:1-6) Quindi i cristiani si assicurano che quello che credono sia in armonia con la verità che Dio ha rivelato nella sua Parola riguardo a se stesso e ai suoi propositi. Sono uniti in ciò che credono riguardo a chi è Dio e cosa richiede. Inoltre si attengono alle chiare norme morali esposte nella Parola di Dio. Così i cristiani rimangono uniti sia sul piano dottrinale che su quello morale.”
In tema di verità, Gesù in preghiera disse al Padre: “Santificali per mezzo della verità. La tua parola è verità.” Le scritture perciò sottolineano sempre l’importanza di attenersi alla verità scritturale. Se si aderisce strettamente alla Parola di Verità non si formeranno gruppi separati o sette e tutti potranno godere di una pacifica unità d’intenti.
Allontanandosi dalla verità scritturale non sarà mai possibile raggiungere l’unità cristiana. Nel corso della storia, scismi e laceranti divisioni sono venute alla ribalta parallelamente alla necessità di riportare il cristianesimo alla verità insegnata nella Bibbia. Torcere le scritture, coè dare un intendimento che non tenga conto della verità oggettiva e storica implicita nella parola di Dio, significa di per sè apostasia. Afistemi, il verbo greco da cui deriva il termine apostasia, significa allontanarsi. L’allontanamento dalla verità scritturale porta al dissenso all’interno della congregazione. E porta , di conseguenza, alla manifestazione dell’anticristo. Come spiega Giovanni, di qui comprendiamo che “è l’ultima ora.” 1Giov 2:18
La verità non è statica, come spiega il proverbio: “Ma il sentiero dei giusti è come la fulgida luce, che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito.” (Proverbi 4:18) Ciò significa che la verità è suscettibile di indagine e che, quando si scopre una nuova sfacettatura del vero, si può e si deve cancellare ogni dottrina superata e non aggiornata. Man mano che le profezie vengono ulteriormente comprese, non resta che far piazza pulita di anacronismi e imprecisioni.
Allora come mai sulla verità che concerne la terra, che pure nella Bibbia è così chiara, non si procede in questo modo? Perchè non si fanno ricerche approfondite su questo tema? Perchè si continua a insegnare che la terra sia un globo quando le scritture indicano in decine e decine di passi che “è fermamente stabilita”, cioè che non si muove?
Per capire integralmente le scritture bisogna per forza far emergere la questione della terra. Per far questo bisogna intanto capire cosa rappresenta il carro di Ezechiele. Lì si parla di quattro ruote.
“Mentre guardavo le creature viventi, vidi che a terra c’era una ruota accanto a ognuna delle creature viventi con quattro facce. Riguardo all’aspetto delle ruote e alla loro struttura, splendevano come crisolito; erano tutt’e quattro simili. Quanto ad aspetto e struttura, era come se una ruota fosse dentro a un’altra ruota.” Ezechiele 1:15-16
Decifrare questo passo risulterà assolutamente centrale per capire molto riguardo al nuovo mondo avvenire. Tratterò di questo argomento in un prossimo articolo.
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Il Figlio dell’uomo da cosa salva le anime viventi? Dal peccato.
Chi nel suo cuore ha la risposta è dinanzi alla porta della Vita, il Padre, il Figlio e lo Spirito sono in lui. Ma fino alla fine il diavolo ripete ai suoi figli: “No, voi non morirete affatto, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la “conoscenza” del bene e del male”. “E la donna vide che il frutto era bello e desiderabile da mangiare per diventare “intelligente”, lo mangiò e ne dette anche a suo marito”. Ecco il peccato. I perduti adorano la mente, e vomitando logorrea mortale disertano la via dello Spirito sano, facendosi schiavi dell’umana ragione, tali sono le genti del mondo nemiche di Dio.
Lucifero possiede le menti di chi vuole sostiruirsi al Padre, con intrighi, bramosie, egoismi, abominazioni, conflittualità e distruzioni corrono alla Morte.
La menzogna è la loro ragione.
Ma Dio, che è nel cuore dei sani, nel tempio dell’Amore, non può essere studiato, nè tanto meno surrogato da uomini e donne che si vantano “intelligenti” e sfidano spavaldi il Creatore.
“Io ti ringrazio Padre, per avere nascosto questo ai savi e agli intelligenti”. Si, davvero Grazie.
Quante parole dice il Figlio per salvare chi ascolta la voce del Padre? Pure meno di un vangelo.
E quante ne dicono finora tutti quelli che inseguono la propria vanità correndo verso l’abisso?
“Costoro di ogni parola oziosa daranno conto nel giorno del Giudizio”, essendo la Verità di Dio semplice, quindi vittoriosa.
Tra Maria e Marta chi si salverà?
E dunque, giunti al giorno della sua ira, se gli uomini v’invitano a costruire la pace del mondo, cosa vi dice lo Spirito del Padre dal cuore riguardo al Giudizio?
Beato chi ascolta il vero Amore.