La privacy e i Testimoni di Geova

La privacy con i Testimoni di Geova è un argomento delicato. Per quanto i Testimoni di Geova operino nella maggioranza dei casi in modo legale o almeno si sforzino di farlo, operare in modo morale e pulito è un’altra cosa. Quando sei TG, non ti rendi conto di quanto i tuoi dati personali vengano maneggiati e neanche te lo chiedi. Quando però nella vita di congregazione inizi a subire maltrattamenti perché forse hai iniziato a capire qualcosa e non sei più così convinto come TG, ecco che inizi a vedere i movimenti sui tuoi dati come un vero e proprio sopruso.

Fino al maggio 2018 i TG non dovevano firmare nulla per il consenso al trattamento dei dati, il consenso veniva considerato come qualcosa di tacitamente concesso al momento del battesimo. Dal maggio del 2018 le cose sono cambiate a causa della legge 679 del 2016 conosciuta anche come GDPR, per cui ai TG è stato proposto un modulo da firmare per dare il consenso al trattamento dei dati. Chi non ha dato il consenso rimane TG ma non può ricevere determinate responsabilità o fare alcune cose all’interno della congregazione. Ma penso che qualcuno potrebbe chiedersi come mai sia necessario firmare tale consenso. Come  e perché vengono trattati i dati di un membro della congregazione dei Testimoni di Geova?

Nel modulo da firmare le ragioni riportate al trattamento dei dati sono “per partecipare ad alcune attività religiose legate alla … fede e per ricevere assistenza spirituale.” Mentre il primo motivo può essere più o meno chiaro, la maggioranza dei Testimoni di Geova non ha ben chiare le implicazioni del secondo punto.

Non voglio in questo articolo elencare le infinite evenienze che potrebbero dare il via ad un cattivo utilizzo dei dati personali da parte della congregazione. Tuttavia vi voglio solo raccontare la mia esperienza per dare un’idea di quanto dannoso può essere il trattamento dei dati privati. Comunque, per lo più, i membri della Watchtower non sospettano di dover verificare di persona.

Era l’ottobre del 2015. Avendo scoperto che la Terra è piatta e che la Bibbia sostiene completamente questa idea, la persona con cui collaboro regolarmente (come sapete siamo in due fuoriusciti) scrisse alla Betel di Roma per menzionare la scoperta e alcune prove scientifiche e bibliche.

La Betel di Roma rispose, mettendo in conoscenza gli anziani della congregazione. Si trattava di una lettera dai toni piuttosto arroganti e intimidatori in cui si parlava velatamente di apostasia. Non c’era alcuna vera analisi o argomentazione delle prove presentate ma veniva riportata piuttosto una difesa un po’ stucchevole della storia dell’esplorazione dello spazio e della tecnologia dei satelliti. Naturalmente nella lettera era evidente l’aspettazione di vedere pienamente accettate le considerazioni scritte e chiudere l’argomento. Noi non potevamo accettare una lettera così male argomentata ed arrogante, un vero calcio ai diritti minimi di ricerca e pensiero della persona.

Io servivo in un’altra congregazione. Avevo parlato agli anziani della mia congregazione, che avevano subito iniziato una fervente attività di mobbing contro di me. Fatto sta che alla prima visita del Sorvegliante di Circoscrizione mi chiamano per un colloquio in saletta. Il sorvegliante inizia a parlarmi della lettera inviata dalla Betel alla mia compagna di avventura. Il sorvegliante aveva infatti chiamato la Betel e se l’era fatta mandare, in modo da usarla contro di me nella sua opera disciplinatorio-pastorale.

Lì per lì ho subito il colpo. Ma nei giorni seguenti ho meditato sull’abuso subito. Il sorvegliante, e mi verrebbe una voglia matta di scrivere qui nome e cognome, ma non lo faccio per rispetto della privacy, aveva fatto richiesta di una lettera che non era indirizzata a me ma ad una persona che quel sorvegliante assolutamente non conosceva. La Betel non si è fatta il minimo problema e gliene ha inviata una copia. E il bello è che il sorvegliante non si è fatto il problema di dirmelo, rivelando così una sensibilità pari a zero dei diritti degli altri. Quanto sono vere le parole di Isaia 3:12: “Il mio popolo è maltrattato dai suoi soprintendenti…Popolo mio, quelli che ti guidano ti portano fuori strada e non ti fanno trovare il sentiero da seguire”.

Ma le cose non sono finite lì. Dopo qualche mese mi chiamano in saletta due anziani. Tirano fuori la lettera e iniziano a chiedermi quali fossero i miei sentimenti in relazione alla lettera inviata all’altra congregazione, alla mia compagna di sventura. Allora ho chiesto loro da dove avessero la lettera. L’avevano chiesta agli anziani dell’altra congregazione. Né un corpo degli anziani, né l’altro ovviamente si sono fatti il minimo problema nel trasmettersi lettere private indirizzate ad un fratello, per farne uso contro un altro.

Passano altri mesi. La vita in congregazione diventa insopportabile, per cui decido di andarmene e tornare alla mia congregazione di origine: stavo servendo in una congregazione di lingua Rumena. Naturalmente i soprusi non sono finiti. La congregazione romena invia infatti una lettera di presentazione alla mia nuova congregazione. Tutta la mia situazione viene descritta  immagino nei minimi particolari. Immaginate quindi che accoglienza ricevo nella nuova congregazione. Un vero incubo.

Nell’arco dei mesi in cui avvengono queste cose abbiamo scritto più volte a Warwick per chiedere spiegazioni sulla Terra e sui simboli solari utilizzati dalla Watchtower. Il Corpo direttivo ci scrive e ci ammonisce a non continuare le nostre ricerche. Ovviamente non viene fatta nessuna argomentazione ma veniamo semplicemente ammoniti. Ma mi chiedo io: ho dedicato la mia vita alla verità e tu non riesci a darmi una semplice risposta quando ti chiedo come mai hai costruito una sala assemblee a forma di piramide di Horus in Danimarca? Beh, mi scadi parecchio.

I testimoni di geova e la privacy

In conseguenza a questa lettera ci dissociamo. Ma prima arriva il sorvegliante a casa mia e cosa mi dice? Ho ricevuto da Warwick la lettera che avete mandato loro. Allora gli chiedo ma quante lettere, visto che ne abbiamo mandate parecchie? Alla domanda non mi risponde. Capite un altro problema nel trattamento di dati riservati per attività pastorale? Possono venire utilizzati contro di me informazioni parziali e volutamente non chiare e io non lo verrei a sapere perché, se loro possono usare appieno le informazioni, a noi vengono invece negati i minimi diritti ad un’informazione chiara e trasparente.

Comunque ci siamo dissociati. Ma ancora non siamo alla fine. Con la dissociazione consegno anche una lettera con la quale recedo dal consenso per la privacy e faccio richiesta di avere indietro tutte le lettere, documenti e comunicazioni che contengano il mio nome. Sono passate tre settimane. Pensate che mi consegneranno quanto ho chiesto? Io non penso ma vi farò sapere. 

Il video: I testimoni di Geova e la privacy

Vi ho raccontato fin qui come l’organizzazione dei Testimoni di Geova abbia ignorato qualsiasi accorgimento nel mantenere riservati dati personali sensibili. Ho fatto l’esempio della corrispondenza che mia madre ha avuto con la Betel e che dalla betel è stata mandata ad un sorvegliante affinché la utilizzasse nella sua opera pastorale nei miei confronti. A loro volta gli anziani della mia congregazione hanno richiesto agli anziani della congregazione di mia madre la lettera mandata a lei dalla betel per poterla utilizzare contro di me. Questa lettera conteneva dati sensibili.

Ma cosa sono i dati sensibili?

I dati sensibili sono dati particolari relativi ad un soggetto che potrebbero essere utilizzati per discriminarlo.

Secondo il Codice sulla protezione dei dati personali(d. lgs. 196/2003), sono considerati dati sensibili i dati personali idonei a rivelare:

l’origine razziale ed etnica,

le convinzioni religiosefilosofiche o di altro genere,

le opinioni politiche,

l’adesione a partitisindacatiassociazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale,

lo stato di salute e la vita sessuale.

In che senso potrebbero essere utilizzati in modo discriminatorio? Supponiamo che una persona aderisca ad opinioni politiche di estrema destra. Durante un colloquio di lavoro questa persona si trova di fronte ad un responsabile che ha opinioni politiche opposte e che quindi parte con forte pregiudizio durante l’intervista. Alla fine la persona non viene assunta. In un rapporto di lavoro è evidente che una persona dovrebbe essere assunta esclusivamente per le sue capacità professionali e non per le proprie opinioni politiche o filosofiche. Pensate quanto tossico potrebbe diventare altrimenti un ambiente di lavoro. Il GDPR afferma che in generale questi dati non vanno gestiti e comunque serve il consenso esplicito.

Ecco quindi che credere che la Terra sia piatta è in effetti un dato sensibile, in quanto opinione scientifico-filosofica e anche religiosa. Il fatto che questa idea possa essere trattata in modo discriminatorio mi è stato evidente dal trattamento che ho ricevuto in congregazione una volta che questo si è saputo. Ho perso i privilegi e le cose sono andate avanti fino al punto che mi sono dovuto dissociare.

E’ dunque evidente che i testimoni di Geova trattano dati sensibili di tutti noi e senza alcun accorgimento particolare. Di quante persone per esempio la vita sessuale è stata rivoltata come un calzino e quante lettere di corrispondenza con la Betel sono state inviate trattanti questi argomenti. Di queste lettere non si potrà mai avere la certezza assoluta che sono state distrutte.

Ma ho fatto una scoperta interessante. I documenti sensibili possono essere trattati solo con l’autorizzazione del soggetto interessato e con l’autorizzazione del Garante della privacy. Fino al maggio del 2018, momento in cui è entrato in vigore il nuovo regolamento sulla privacy il consenso non veniva richiesto ma tacitamente si considerava come dato al momento del battesimo. La Watchtower non aveva dunque nulla di scritto in questo senso.

Ma la questione interessante è il consenso del Garante. Nel 2000 la Congregazione dei Testimoni di Geova ha fatto richiesta a Rodotà per avere l’autorizzazione al trattamento dei dati sensibili dei propri adepti. Il Garante Rodotà a rifiutato in quanto i Testimoni di Geova non sono tra quelle religioni che hanno stipulato accordi con lo Stato. Dunque per decenni i Testimoni di Geova hanno trattato impunemente dati sensibili in modo non lecito. La cosa interessante è che la maggioranza dei Testimoni di Geova non ha mai considerato questo come un abuso. Viene fatto loro credere che ogni sopruso è fatto per il loro bene.

Ma per concludere cito Isaia 3:4,5: “E certamente farò di ragazzi i loro principi, e il semplice potere arbitrario dominerà su di loro.  E le persone in effetti si tiranneggeranno l’una l’altra, sì, ciascuno il suo prossimo. Inveiranno, il ragazzo contro il vecchio, e chi è poco stimato contro chi è da onorare.”

Non permettono accesso libero ai dati.

Non ve l’ho detto, ma qualche giorno fa la Betel ha risposto alla mia richiesta di avere i miei dati. Mi hanno risposto con una raccomandata in cui mi si elencano i miei rapporti di servizio degli ultimi anni. Mi si dice invece che tutti gli altri dati sono stati cancellati. Già qui c’è una cosa non corretta. Se mi han potuto mandare la raccomandata è perché hanno il mio indirizzo di casa, dato che non mi hanno elencato tra quelli in loro possesso.

Sebbene me lo aspettassi non nascondo il disappunto. Ma si apre così un nuovo argomento: la Watchtower non consente un accesso libero ai dati. Penso infatti alla gestione che gli anziani di congregazione hanno fatto dei miei dati. La congregazione Romena in cui sono stato diversi anni, per esempio, invia alla congregazione Italiana in cui ritorno una lettera di presentazione in cui scrive che io penso che la Terra sia piatta. Abbiamo visto nell’articolo precedente che credere nella piattezza della Terra è un dato sensibile che i Testimoni di Geova non possono trattare in quanto non hanno l’autorizzazione del Garante per farlo.

Ad ogni modo lo hanno fatto e chissà quante sono state in tutto il mondo simili lettere di presentazione abusive in quanto trattanti argomenti scottanti. Ad ogni modo il GDPR consente di avere l’accesso ai dati. Quindi supponiamo che io sapendo che una lettera di presentazione è stata inviata e stia pensando di volerla leggere. Il GDPR mi dice che ne posso fare richiesta.

l’articolo 15 del regolamento dice che non solo posso richiedere una copia dei dati ma anche le seguenti informazioni:

  1. le finalità del trattamento;

    b) le categorie di dati personali in questione;

    c) i destinatari o le categorie di destinatari a cui i dati personali sono stati o saranno comunicati, in particolare se destinatari di paesi terzi o organizzazioni internazionali;

    d) quando possibile, il periodo di conservazione dei dati personali previsto oppure, se non è possibile, i criteri utilizzati per determinare tale periodo;

    e) l’esistenza del diritto dell’interessato di chiedere al titolare del trattamento la rettifica o la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento dei dati personali che lo riguardano o di opporsi al loro trattamento;

    f) il diritto di proporre reclamo a un’autorità di controllo;

    g) qualora i dati non siano raccolti presso l’interessato, tutte le informazioni disponibili sulla loro origine;

    h) l’esistenza di un processo decisionale automatizzato, compresa la profilazione di cui all’articolo 22, paragrafi 1 e 4, e, almeno in tali casi, informazioni significative sulla logica utilizzata, nonché l’importanza e le conseguenze previste di tale trattamento per l’interessato.

Ok, diciamo quindi che possiamo farci dare e dire un sacco di cose. Ma la Watchtower se ne infischia. In questo la normativa li facilita nelle loro azioni meschine. La norma infatti richiede che loro minimizzino i tempi di conservazione dei documenti per i tempi necessari ai fini previsti. Quindi, per quanto presto noi si scriva la richiesta di avere accesso aidati, per esempio immediatamente dopo l’avvenuto trattamento di undato, loro possono distruggere immediatamente il documento e dire che non ce lo possono dare. Ci viene quindi del tutto impossibile accedere a qualsiasi corrispondenza che parli di noi e non sapremo mai quindi cosa si sono detti.

In generale questa corrispondenza per un Testimone di Geova qualunque risulta essere innoqua. Il problema è per chi si trova in situazioni particolari, che richiederebbe quindi prudenza particolare nella trasmissione e nel trattamento dei dati. In queste situazioni non viene posta invece alcuna attenzione e si creano così le basi per trattamenti discriminatori e limitanti delle libertà fondamentali dell’individuo.

Perchè infatti gli anziani devono venire a conoscenza dei fatti miei? nel momento in cui infatti vengono a sapere alcune cose, la loro mente non è assolutamente preparata ad eliminare il pregiudizio che ne nasce e il trattamento che mi riserveranno non sarà mai più lo stesso creando così gravi ingiustizie in seno alla congregazione.

Ultima nota sta sulle modalità di distruzione dei documenti recanti dati sensibili. Io non potrò mai avere la prova che questi sono stati distrutti, in quanto non c’è un registro che ne consenta la tracciabilità e non vi è alcuna certificazione dell’avvenuta distruzione. Non vengono inoltre seguite le normative europee che determinano le modalità di distruzione. L’argomento è complesso ed è importante che il titolare del trattamento agisca in modo responsabile. Le pene possono essere pesanti. Il codice 196/2003 parlava di conseguenze anche penali:

 Sussiste inoltre anche una responsabilità di carattere penale contemplata al comma 1 dell’articolo 169 (Misure di sicurezza), che prevede che Chiunque, essendovi tenuto, omette di adottare le misure minime previste dall’articolo 33 è punito con l’arresto sino a due anni.


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Un pensiero riguardo “La privacy e i Testimoni di Geova

  1. Ma ti pare che una casa editrice come la WTS non si preoccupi di come mantenere la sua falsa immagine di santa comunità cristiana, tale da evitare che si sollevino i veli delle menzogne evidenti e si scateni la defezione totale dei suoi venditori porta a porta? Sarebbe il fallimento immediato.
    Il solo fatto che l’adesione alla loro setta è un vero e proprio contratto commerciale, con tanto di ricevute ed iscrizione al loro archivio degli “indagati perenni”, essendo quella la triste condizione dei suoi operai, deve mettere subito in allarme le persone, però loro promettono il paradiso a chi fa più proseliti e più vendite, e così i semplici o gli opportunisti aderiscono in un tour di dedizione/recitaZione per essere i “primi” in congregaZione; questa leva psicologica non ha nulla di Amore, pare piuttosto un business farisaico con sponsorizza-Zione del turpe Ebraismo che rivendica il V.T. mediante il persecutore Saulo, Turco di nascita, Ebreo di adozione e Romano di missione, tanto è vero che tutta Babilonia l’ha eletto “campione della fede”.
    Ho detto tutto: la Betel fa invidia al papa.

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