Il seme del Serpente e quello di Giuda

Al seme del Serpente appartengono i governanti del mondo. Su un vecchia enciclopedia, finalmente, la genealogia dei Pepinidi l’ho trovata. Tutte le varie fonti che avevo consultato prima, indistintamente, mi dicevano che una ricerca in tal senso era inutile: questi dati non c’erano più. Invece ci sono, eccome. E guarda un po’, sul Dictionnaire géographique, historique et politique des Gaules et de la France par M. l’Abbé Expillt, edito nel 1762, a pagina 736-737, si possono consultare. Lì la genealogia della casa dei Borboni viene accuratamente compilata a partire dalle origini, cioé dai re Sicambri e da Franco, re di Franconia. A un certo punto vi si legge:

De Pharaomond & d’Argotte naquit Claudion dit le Chevelu, qui fut Roi des Francois, prit Tournay & Cambray & mourut en 445 ou 448, laissant de Basine, sa femme, fille de Wuelphe, Roi de Touringe, 1° Mérovée, & 2° Albero ou Sigismer. Le premier fit la branche des Rois de France, connue sous le nom de Merovingienne. Cette branche finit l’an 754…

Da Faromondo e da Argotta nacque Clodione detto il Capelluto che fu Re dei Franchi, prese Tournay e Cambray e morì nel 445 o 448, lasciando da Basine, sua moglie, figlia di Guelfo, Re di Turingia, Meroveo e Albero o Sigismero. Il primo diede origine al  ramo dei Re di Francia, conosciuto sotto il nome di Merovingi. Questo ramo si estinse nell’anno 754…

Albero, que quelques-uns distinguent de Sigismer, fut seigneur d’une certaine etendue de pays  situé près de la Moselle. On dit qu’il fut aussi landgrave d’Alsace. Il mourut en 491, ou 494. Il avoit épousé Argotte, soeur de Théodoric I, premier roi des Ostrogoths en Italie,…

Albero che alcuni distinguono da Sigismero, fu signore di una certa parte di paese situata presso la Mosella. Si dice che fu pure Langravio d’Alsazia. Morì nel 491, o nel 494. Aveva sposato Argotta, sorella di Teodorico I, primo re degli Ostrogoti in Italia…

D’Albero  & d’Argotte vint Vaubert… Arnaud ou Arnoul. Il avoit été allié à Ode de Souabe, de laquelle il eut… Itte, femme de Pepin, Duc de Brabant. Saint-Arnoul, Maire du Palais du Roi Clotaire II…Il avoit été allié à Dode des Saxes, de laquelle il eut Ansegise ou Anchise…Il fut Maire du Palais du Roi Childeric II…Il avoit épousé en 649 Beggue, heritière de Brabant, fille de Pepin de Landy ou le Viex…et soeur de Grimoald, Duc de Brabant & Maire du Palais de Sigebert II, Roi d’Austrasie.

 Da Albero e Argotta discese Voberto… Arnaudo o Arnolfo. Questi si era alleato con Oda di Suaba, da cui generò …Itta, moglie di Pepino, Duca di Brabante. Sant’Arnolfo, Maggiordomo di Palazzo del Re Clotario II, aveva stretto alleanza con Doda dei Sassoni, da cui generò Ansegise o Anchise… Egli fu Maggiordomo di Palazzo del Re Childerico II…Aveva sposato nel 649 Begga, ereditiera del Brabante, Figlia di Pepino di Landen detto il vecchio…e sorella di Grimoaldo, Duca di Brabante e Maggiordomo di Palazzo di Sigiberto II, Re d’Austrasia.

Pepin d’Heristal ou le Gros, Duc de Brabant en 685, fils d’Anchise & de Beggue, meurt en 714. Il fut Maire du Palais  des Rois Théodoric III, Clovis III. & Childebert III.

Pepino d’Heristal, detto il Grosso, Duca di Brabante nel 685, figlio d’Anchise e di Begga, muore nel 714. Fu Maggiordomo di Palazzo dei Re Teodorico III, Clodoveo III e Chidelberto III.

Du mḙme Pepin d’Heristall et D’Alpaїs ou Alpaїde, sa concubine, vinrent également deux fils qui firent souche, l’un & l’autre, à savoir, 1° Charles-Martel, & 2° Childebrand.

Dallo stesso Pepino d’Heristall e d’Alpais o Alpaide, sua concubina, vennero ugualmente due figli che fecero ceppo, l’uno e l’altro, e cioè Carlo Martello e Chidebrando.

Pepin le Bref, fils de Charles-Martel, devint Roi de France en 751. Il fut le premier des rois Carolingiens.

Pepino il Breve, fratello di Carlo Martello, divenne re di Francia nel 751. Fu il primo dei re Carolingi.

Childebrand, frere de Charles-Martel fut pere de Nebelong, Compte d’Autun, qui eut pour fils Theodobert ou Thierry.

Childebrando, fratello di Carlo Martello fu padre di Nibelungo, Conte d’Autun, che ebbe per figlio Teodoberto o Thierry.

Da queste semplici linee genealogiche proviamo a trarre qualche conclusione preliminare. Si tratta di una successione genealogica dalle intense connotazioni simboliche, atta a creare alla discendenza reale un substrato mitologico potentemente dominante.

I re Merovingi e i Pepinidi, loro Maggiordomi di Palazzo, erano discesi da due fratelli, figli entrambi di Clodione detto il Capelluto. Sarebbe a dire, uno come Sansone? Bah… I Merovingi ebbero come capostipite Meroveo. Questo nome parrebbe richiamare la Principessa Merab, figlia di Saul, che era stata promessa in sposa a Davide ma che al momento opportuno era stata sostituita da Michal sua sorella, che di Davide si era innamorata. Merav ancora oggi è cognome ebraico.

Perciò potrei azzardare un’ipotesi con qualche domanda. Pharomondo (e ricordiamoci che Pharez o altrimenti Perez fu uno dei due figli di Giuda da Tamar) fu il primo dei Re Salii, mentre Saul fu il primo dei re d’Israele: c’entra qualcosa? La questione richiederebbe un attento esame. L’Albero naturalmente produce semi e I Pepinidi sono etimologicamente il seme d’Abramo essendo in lingua francese le pepin il seme di un qualsiasi frutto, anche della siliqua dell’Albero di Giuda, molto diffuso nel Midì della Francia.

A onor del vero, questi re giudaizzanti abitavano in luoghi caratterizzati da nomi geografici del tutto particolari. Per esempio la Mosa e la Mosella richiamano il nome di Mosè, Lothario richiama Lot, e Brabante? Lo zio non era Abramo? Loetzius è cognome ebraico fino ad oggi.

A questo punto si innesta il racconto di Gregorio di Tours (che compilò una storia di Francia dei primi secoli) secondo il quale Meroveo avrebbe avuto due padri. Sua madre Basina sarebbe stata sedotta da una divinità marina simile a un Quinotauro. Cos’è questo? Un fantastico e più evoluto Minotauro già incrociato col molto più nobile cavallo?

Questo fenomeno straordinario avvenne quando Basina era già incinta del marito Clodione e nel bambino dovette confluire il sangue di entrambi i partner. E’ un racconto che richiama fortemente le vicende dell’Eden. Secondo il loro modo di intendere le Scritture, gli Ebrei ritenevano che Eva, dopo essere stata fecondata dal serpente, avesse avuto rapporti con Adamo e partorito Caino dal malvagio, ma Abele dall’uomo. Dunque, in base a questa storia, a determinare la nascita del figlio Meroveo confluiva un seme misto umano e sovraumano.

Per questo motivo Meroveo non era un tipo qualsiasi. Era portatore di un sangue speciale. La sua nascita avrebbe lasciato il segno. Non per niente suo fratello fu Albero. Nel racconto del profeta Daniele l’albero rappresenta il potere regale giudaico, che dopo essere stato abbattuto, doveva rimettersi a vegetare. Come dire che il regno di Giuda, dopo un’interruzione durata proprio 700 anni, avrebbe ripreso vigore. E che sullo sfondo c’era poi sempre quella antica profezia detta dei sette tempi. (Daniele 4:23,25)

C’era evidentemente in questa famiglia una particolare volontà e un’incredibile consapevolezza di dover dare inizio a una sorta di regno messianico, ma di fattura umana. C’era quindi l’intento di autoproporsi come l’incarnazione storica dell’albero di Giuda che si riprende, e di un seme, il  seme promesso nelle Scritture, che doveva benedire le nazioni. Era come se sapessero di dover attuare in se stessi una superiore volontà divina.

Ronsard, un poeta francese del XVI secolo, in un suo poema, la Franciade, immagina l’origine troiana della stirpe Capetingia. Il re Franco, nel corso delle sue migrazioni, sposa la figlia del re di Creta, che è profetessa. Allora si fa raccontare anticipatamente le vicende future della sua famiglia nella Gallia. Lei lo accontenta e predice la serie dei re che regneranno sul trono di Francia fino a Carlo Martello. Questo è come dire che c’era un’evidente regia dall’origine.

E, per risultare all’altezza di questo loro fantastico destino, questi re ritennero di dover fare una scelta necessaria: unire e fondere la loro nobile discendenza salica con quella davidica, ancora più nobile. Spiegheremo questo delicato passaggio in un prossimo articolo.

Un pensiero riguardo “Il seme del Serpente e quello di Giuda

  1. Brava, hai centrato ancora una chiave del Regno, che la falsa religione ha nascosto.
    Se la Betel non fosse di Satana direbbe la Verità, quella che nessuna religione dice:
    Satana, il serpente antico e diavolo, colui che si oppone a Dio calunniandolo, non ha fatto cadere Eva e poi Adamo per semplice “invidia”, come raccontano tutte le false religioni, ma per strappare gli umani dal paradiso di Dio e farne i suoi proni schiavi, bestie da macello, come loro macellano gli animali, senza nessun ritegno per la vita.
    Il mondo è diventato il suo regno, e i capi sono i suoi demoni incarnati, tutto ruota intorno al suo potere incontrastato, che è lavoro, denaro, allevamento, recitazione religiosa, malattia, sofferenza, vecchiaia, guerra e morte, un uragano di polvere in cui tutti gli esseri viventi non hanno pace, massacrandosi a vicenda senza requie.
    I potenti di ogni tempo dunque, non sono solo i nefilim antidiluviani, perchè le sue incarnazioni si susseguono fino alla fine.
    Lucifero, Satana in maschera illuminista, è il nuovo volto dell’oscurantismo al contrario, non mantiene più all’oscuro le anime, ma le acceca con una falsa luce, e il risultato è ancora peggiore, devastante.
    Ma chi da potere a questi demoni? Loro:
    “20 Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli non si ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i demòni e gl’idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare. 21 Non si ravvidero neppure dai loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla loro fornicazione, né dai loro furti”.
    Chi dunque li salverà da loro stessi? Non esiste religione che contenga un giusto, la tarda notte impera sull’intero mondo, e chi dorme sta per essere travolto dall’ira, inutile che i dannati sperino misericordia.

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