Giudaismo e movimento valdese

Il movimento valdese fu fondato in Francia a Lione ad opera di Pietro Valdo verso il 1174. Nel medioevo i cosiddetti movimenti eretici sorsero laddove i Giudei erano potenti. E nel sud della Francia lo erano specialmente. Enrico di Losanna fu un formidabile eresiarca. La sua predicazione si svolse tra il 1116 e il 1148. Doveva possedere straordinarie capacità oratorie sostenute da un integro, coerente modo di vivere. Rigettava la dottrina e l’autorità della Chiesa dei Papi, sosteneva che la Bibbia, liberamente letta e interpretata, era la sola base della fede, condannava il battesimo dei bambini, il sacrificio della messa, l’eucarestia, le preghiere per i morti, le varie forme di liturgia, l’invocazione dei santi. La sua predicazione si diffuse con successo in tutto il sud della Francia. Fu un antesignano, “uno dei Riformatori prima della Riforma”.

Parlando di quella sua regione, il sud della Francia da cui il movimento valdese trasse le proprie origini, S. Bernardo disse: “Le chiese sono senza pecore, le pecore senza preti, i preti senza onore. In una parola non rimane nulla, se non i cristiani senza il Cristo.” In questo contesto, già fortemente predisposto, si inserisce la predicazione di Pietro Waldo vissuto all’incirca tra il 1140 e il 1205. Pietro si era formato a Lione, nella città che era già stata la sede delle invettive di Agobardo e di Amolone contro la preminenza accordata ai giudei alla corte dei Carolingi.  Fu lì che questi vescovi  formularono le loro proteste ai tempi di Lodovico il Pio, figlio di Carlomagno e marito della principessa Giuditta, la sua moglie giudaizzante. Lì c’era un’importante comunità di ebrei e fu pure lì che i valdesi fecero la loro prima comparsa.

Waldo è un cognome giudaico, originario del confine francone-bavarese, uno dei più antichi nomi di famiglia in Germania, appartenuto ad alcune famiglie tra le maggiori in quanto a proprietà terriera. Dunque Waldo,  un mercante assai ricco, promosse la traduzione dei Vangeli e dei Salmi nella lingua vernacolare del popolo, il dialetto Gallo-Francese. Egli leggeva costantemente le Scritture tanto da essere considerato come una sorta di Bibbia ambulante.

Il movimento valdese insieme al movimento a favore della lettura delle Scritture continuava a crescere. I Valdesi erano dei mercanti ambulanti, molto spesso di origine giudaica, che proponevano la loro mercanzia alle porte e poi introducevano certi passaggi delle Scritture. Quando l’attenzione dell’uditore cominciava a farsi più evidente, i predicatori cominciavano a dire: “Gli scribi e i farisei si sono seduti sul seggio di Mosè. Guai a loro, ipocriti, perchè chiudono le porte del Regno dei Cieli…” Allora l’ascoltatore chiedeva loro: “Contro chi sono queste invettive?” Invariabilmente rispondevano: “Contro i preti e i monaci”.

Gli storici sono propensi a ricercare le origini del movimento valdese all’interno del giudaismo. Sempre più i dissidenti Valdesi presero a considerarsi come il vero Israele spirituale. Questo fatto illustra la loro tendenza ad appropriarsi di concetti giudaici che saranno poi anche caratterizzanti all’interno del movimento della Riforma. I predicatori valdesi vennero identificati come i Barbet che predicavano nelle vallate e nutrivano le pecore disperse e perseguitate d’Israele.

I fratelli Lombardi Giovanni Gerardo, Simone e Pietro scrivevano in una lettera circolare ai confratelli: “Quando i servitori di Cristo sembravano scomparsi a causa della persecuzione, si levò un uomo. Era chiamato Pietro Valdo e aveva un compagno, Giovanni Lionese, così chiamato dalla città di Lione. I nostri avversari vedono in lui un pazzo perchè era venuto fuori dalla sinagoga…”

A quell’epoca i legami personali e la frequentazione tra ebrei e valdesi erano frequenti. Ancora nel XV° secolo i giudei erano accusati di cospirare con gli Hussiti e i Valdesi di cui furono sempre buoni amici. Furono gli ebrei a far conoscere ai cristiani l’ebraico, la lingua originale in cui erano state scritte le Sacre Scritture, insegnando loro l’esegesi testuale e un rigoroso metodo di studio. Queste cose non si imparavano nelle chiese, ma nelle sinagoghe. Il popolo notava la differenza tra i predicatori giudaizzanti e quelli cattolici e preferiva ascoltare i primi che di solito erano versati nella conoscenza delle Scritture, e in generale più preparati ed esperti.

In conclusione, facendo riferimento all’espulsione degli ebrei da Spagna e Portogallo alla fine del Quattrocento, si potrebbe pensare che degli ebrei si convertirono alla fede valdese e furono spesso associati ad essi, di modo che oggi molti nelle valli alpine ritengono di essere in qualche misura i discendenti dei Valdesi.

Va notato però che i valdesi, quando perseguitati – e lo furono in misura estrema – come nella Francia anche nell’Italia del Nord, trovarono rifugio nelle valadas valdesas intorno alla città metropolitana di Torino. Queste valli sono la Val Pellice, La Val Chisone e la Valle Germanasca piuttosto distanti dalla Valle Gesso o dalla Valle Stura.

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