Mosè, figlio adottivo

Mosè, uno dei personaggi cardine della storia ebraica, ha un pedigree a tratti oscuro. Uno dei libri che  ho letto recentemente è quello di Diego Marin-Stefania Marin Il sangue degli illuminati. Gli autori riconsiderano la base del potere che fu esercitato storicamente nei millenni collocandolo all’interno di una struttura che agisce alle spalle della politica mondiale. Lo stesso sangue sarebbe stato, in base al loro modo di intendere, al vertice dei grandi imperi governati nel tempo dalle stesse famiglie in  linee dinastiche rimaste in costante collegamento. Nella prima pagina del libro essi scrivono: “Dai tempi dei Sumeri/Akkadi è stata sempre la stessa famiglia a tenere le redini del potere.” Poi, a proposito di questo genere di ricerca fanno questa osservazione: “Gli elementi probanti sono stati censurati da tutte le pubblicazioni dal Novecento in poi, cosicchè è stato necessario affondare il naso in testi polverosi del Seicento, Settecento e Ottocento.”

Il libro è pieno di dati e di tavole genealogiche che naturalmente vanno verificate. Partiamo oggi dalla linea dinastica che fece capo a Mosè. Si tratta del terzo capitolo del testo considerato. Naturalmente mi trovo in disaccordo con la linea proposta dagli autori che ritengo piuttosto estremistica. Prendiamo dunque la linea genealogica che arriva a questo condottiero.

Nello stabilire la sua provenienza dinastica i Marin mettono in campo un personaggio biblico di nome Mered, figlio di Ezra che compare nella genealogia della tribù di Giuda. Mered aveva sposato Bitia, figlia del Faraone da cui ebbe dei figli. A quanto pare, aveva anche un’altra moglie  “giudea” da cui ebbe altri figli. Leggiamo da 1Cronache ai versetti 17-18 quanto segue: ” I figli di Ezra furono Ieter e Mered ed Efer e Ialon; ed essa concepì Miriam e Sammai e Isba padre di Estemoa. In quanto alla sua moglie giudea essa partorì Iered padre di Ghedor ed Heber padre di Soco e Iecuziel padre di Zanoa. E questi furono i figli di Bitia figlia di Faraone che Mered prese.”

Il testo, per ammissione di tutti i commentatori, è molto complicato. Chi abbia concepito Miriam e gli altri figli non è assolutamente chiaro, dato che la frase non include nell’immediato nomi femminili. Chi sarebbe la madre? La LXX legge “E Iether generò Maron (Miriam)” & gli altri figli, ma la Bibbia Siriaca e l’Arabica omettono 1Cr 4:17-18 il che conferma il sospetto che il testo contenga errori. Da come si presentano i due versetti è impossibile capire con certezza come si debbano intendere.

A questo punto alcuni traduttori propongono di spostare le parole conclusive del versetto 18: “E questi furono i figli di Bitia figlia di Faraone che Mered prese” e metterli dopo Jalon. Il testo così verrebbe letto in questa maniera: “I figli di Ezra furono Ieter e Mered ed Efer e Ialon. E questi furono i figli di Bitia figlia di Faraone che Mered prese. Essa concepì Miriam e Sammai e Isba padre di Estemoa.” Così Bitia risulterebbe la madre di Miriam.

Il Pulpit Commentary nota che nella generale oscurità del passo, c’è un tono particolare che parrebbe richiamare i tempi dell’Egitto e di Mosè. I quattro nomi  Estemoa, Ghedor, Soco e Zanoa possono essere rintracciati in Giosuè 15:33-36; 48-58 nel numero dei nomi delle città appartenenti a Giuda. In questo passo la LXX non offre molto aiuto ma propone di fare di Jether il padre di Miriam.

Veniamo all’interpretazione data nel libro di Diego e Stefania Marin i quali fanno derivare la genealogia di Aronne, Mosè e Miriam dal loro padre Caleb-Merad e dalla madre Bitia, nella linea di discendenza di Esaù. Essi scrivono: “Il matrimonio tra Mered-Caleb e Bitia aveva riunito i tre rami dinastici della discendenza di Esaù, convogliati in toto nella figura di Mosè.”

Mi permetto di dissentire totalmente. Sorvoliamo sull’identificazione di Mered con Caleb, essendo questo un passaggio suggerito dalla tradizione. Le Scritture assegnano a questi tre personaggi, Aronne, Miriam e Mosè, come padre Amram e come madre Yochebed, entrambi figli di Levi. Viceversa sia Caleb che Mered appartenevano a Giuda. Esodo 2:1-10 legge: Un certo uomo della casa di Levi andò e prese una figlia di Levi. E la donna rimase incinta e partorì un figlio…gli preparò un’arca…vi mise il piccolo e la posò tra le canne. Inoltre la sorella di lui se ne stava a distanza…La figlia di Faraone scese poco dopo…e scorse l’arca in mezzo alle canne.”

Numeri 26:59 legge: “E il nome della moglie di Amram fu Iochebed, figlia di Levi, che sua moglie partorì a Levi in Egitto. A suo tempo essa partorì ad Amram Aronne e Mosè e Miriam loro sorella.” Questo di per sé basta a escludere in modo definitivo la paternità di Mered sui tre fratelli, Aronne, Miriam e Mosè.

Però il ragionamento dei Marin ci potrebbe illuminare. Perché? Perché Amram avrebbe potuto legittimamente avere più mogli ed essere sposato anche con una principessa figlia di Faraone. Questo potrebbe spiegare perché la figlia di Faraone fosse disposta a contravvenire all’ordine paterno di eliminare tutti i figli maschi di Israele. Ci potrebbero essere svariate ragioni. Per ipotesi, poteva non essere in grado di concepire figli e voler adottare un bambino. In tal caso cosa ci sarebbe stato di più accettabile che prendersi un figlio del marito nato da un’altra donna? Anche Sara aveva cercato di ovviare al problema della sua sterilità mettendo in atto una soluzione di quel genere. Tuttavia ipotesi di questo genere, per quanto affascinanti, lasciano il tempo che trovano.

Un’altro indizio da valutare sarebbe quello della LXX quando indica Jether come padre di Miriam. Nella Bibbia ciò potrebbe suggerire il fatto che Miriam fosse non già una figlia diretta del suocero di Mosè ma una sua nipote o una pronipote lasciando tuttavia supporre una qualche parentela tra Jether e Yochebed. La moglie di Levi, madre di Yochebed avrebbe potuto essere  figlia o nipote di Jether, cosa che noi non possiamo appurare. Questo sarebbe in accordo con la consuetudine ebraica, scelta tabù per le altre nazioni, di sposare qualcuno all’interno del proprio clan.

A sostegno di una eventuale parentela tra Ietro e Mosè mi viene in mente una misteriosa frase pronunciata da Zippora che, dopo la circoncisione del secondo figlio nato nel deserto, dice: ” E’ perché mi sei sposo di sangue.” (Esodo 4:25) Poteva aver voluto dire al marito: “Ti ho accontentato, ebbene sì, benché di malavoglia e ho circonciso tuo figlio. Ti ho fatto una grande concessione, credimi. Ma proprio solo perché io e te siamo molto più che moglie e marito, ma addirittura consanguinei.”

Tutto questo lascerebbe pensare che la decisione di Mosè di scampare, in uno dei momenti angosciosi della sua vita da Ietro, suo nonno, non sarebbe stata per niente casuale. In ogni caso, se Mosè potè convogliare in sè i rami dinastici dei Levi, dei Faraoni, e di quant’altro, non fu sempre per linea di paternità biologica ma anche per adozione. Non cambia molto ma è tutta un’altra storia.

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