La diaspora romana fu per gli ebrei un periodo estremamente drammatico. Quando nel 70 d.C. Gerusalemme finì distrutta per mano di Tito, allora generale agli ordini di Vespasiano, le 24 divisioni sacerdotali persero quel loro speciale privilegio. Le famiglie sacerdotali ne uscirono decimate ma non scomparvero del tutto. Un gruppo piuttosto compatto di diverse famiglie sopravvisse all’interno della diaspora romana. Sopravvissero perchè avevano collaborato con Roma consegnando il tesoro del tempio allo stesso Vespasiano. Naturalmente gli altri ebrei che condivisero con loro l’umiliante esperienza della diaspora romana dovettero guardarli con sospetto. Perciò quella orgogliosa classe sacerdotale dovette avvertire la necessità di sottrarsi allo sguardo indiscreto degli altri comuni frequentatori in sinagoga.
Famiglie dalle grandi risorse economiche
Erano famiglie legate tra di loro da stretti vincoli di parentela. Possedevano notevoli mezzi economici, già ben prima che la diaspora romana intervenisse a strapparli da Gerusalemme. Infatti, grazie a quel loro “gesto di buona volontà” avevano riottenuto la totalità dei loro beni da Vespasiano. Erano addirittura molto più ricche di prima avendo usufruito, in aggiunta, di cospicue elargizioni. Godevano di un’ampia protezione politica, così com’era accaduto allo stesso Giuseppe, adottato “ufficialmente” come membro della famiglia dell’imperatore, con l’acquisizione del prestigioso nome di Flavio. In realtà Giuseppe era per nascita uno dei Flavi essendo sua madre una tale Flavia Arria Sabina, nella stessa linea di discendenza di Vespasiano.
Un reddito minimo di un milione di sesterzi
Proviamo a scavare un po’ più indietro nel passato di questa imperiale famiglia, i Flavi. Erano di quelle gentes che nella prima metà del I° secolo venivano rapidamente sostituendo la più antica aristocrazia romana. Non erano neppure di nobili origini, almeno secondo Wikipedia e simili fonti non sempre attendibili. Erano comunque riusciti, nel giro di appena tre generazioni, a salire all’onore della posizione imperiale. Augusto aveva modificato le regole che specificavano come un individuo potesse entrare a far parte della classe senatoriale. Un senatore doveva essere un cittadino di nascita libera con un reddito minimo di un milione di sesterzi. A Roma vivevano diversi dei pubblicani e dei prestatori di danaro. Questi in un recente passato si erano enormemente arricchiti, e furono perciò in grado di entrare a far parte delle elite senatoriali. Erano i cosiddetti homines novi.
Ricchi esattori di tasse
Il bisnonno paterno di Tito, dopo essere stato centurione nell’esercito di Pompeo, era diventato esattore delle tasse. (Svetonio, Vite dei Cesari, Vespasiano, I ) Dopo di lui anche il nonno, Tito Flavio Sabino, che secondo alcune congetture sarebbe stato il Teofilo a cui Luca indirizzava il Vangelo (Luca 1:2) e gli Atti degli apostoli (Atti 1:1), era diventato un ricco esattore di tasse e in Helvetia un prestatore ad usura.
Infatti nelle province romane l’esazione fiscale era data in appalto. Ciò avveniva in genere per un quinquennio a favore di società di pubblicani appartenenti alla classe equense, la classe dei cavalieri. Questo diede luogo a molti abusi a cui fecero seguito numerose controversie. Ora, come abbiamo più volte notato, i pubblicani e gli usurai procedevano dagli ebrei.
Governatori provenienti dalla Siria
Di conseguenza possiamo credere che la gens Flavia avesse antiche origini semite. Normalmente i Romani preferivano mandare in Palestina dei governatori provenienti dalla Siria o dalle file di quegli ebrei romanizzati i quali conoscevano bene la cultura, le usanze e le tradizioni religiose del posto. Anche quel Cestio Gallo che, dopo aver attaccato Gerusalemme nel 66 a.C. si era insperatamente ritirato, era stato governatore romano della Siria.
Ritorniamo dunque a Tito Flavio Vespasiano che a metà di agosto del 70 si trova in Giudea e mette a ferro e fuoco Gerusalemme. Perchè un trattamento così duro? Di dove nasce tanto odio tra Roma e Gerusalemme? Perchè uno scontro di civiltà così virulento? Cosa covava lì sotto? Difficile rispondere in modo netto, ma alcune sfumature importanti sono da approfondire. Soprattutto sarebbero da studiare meglio gli stretti rapporti e le relazioni di parentela tra le più influenti famiglie delle élite romane ed ebraiche. Erano relazioni di cui in tutto il mondo antico non erano mai esistite le uguali.
Antiche famiglie sacerdotali
Le famiglie sacerdotali arrivate a Roma dopo la rovina di Gerusalemme facevano parte di una struttura organizzativa ben collaudata. Si distinguevano per una spiccata capacità di comando e di leadership millenarie. Impossibile per gente di quel genere scomparire nel nulla. Ma decisero di diventare invisibili e cambiarono strategia, alla chetichella, senza farsi notare. Dopo l’arrivo a Roma degli ebrei come deportati o come schiavi, l’unico personaggio ebraico di spicco di cui ufficialmente non si perse la traccia fu Giuseppe Flavio. Che ne fu degli altri appartenenti alla potente casta sacerdotale?
Essi si infiltrarono tra le file dei Cristiani con la mira di spiarli e corromperne la purezza dottrinale. Gesù l’aveva predetto che ne sarebbe venuta molta zizzania. Nella lettera ai Galati (scritta probabilmente tra il 51-52) Paolo smaschera alcuni dei falsi fratelli. Si tratta dei cosiddetti giudaizzanti pro-circoncisione, che si introducono quietamente e si insinuano per spiare la libertà dei cristiani, per renderli completamente schiavi. Egli scrive con rammarico di “quelli che sembravano essere qualcosa”. Ma Paolo continua dicendo: “qualunque sorta di uomini fossero una volta non ha importanza per me, Dio non bada all’aspetto esteriore dell’uomo. A me in realtà quegli uomini preminenti non impartirono nulla di nuovo.” (Galati 2:4-6)
A chi si stava riferendo Paolo? Sicuramente a dei giudei, individui che sembravano essere importanti. Questi erano stati un tempo classe dirigente a Gerusalemme ma, dopo la morte del Cristo, minacciavano l’integrità e la libertà della giovane congregazione.
Dunque queste famiglie cominciarono ad assumere la direttiva in molte congregazioni romane, introducendo gradualmente il mitraismo e l’adorazione pagana all’interno e spianando la via all’avvento di Costantino, anch’egli uno dei Flavi, che all’inizio del lll° secolo avrebbe portato il cristianesimo a diventare la religione ufficiale dell’impero.

Perfetto, crearono inoltre le varie mafie e massonerie, lo scopo è di possederla completamente Babilonia, schiava nelle catene del peccato, prona, vinta e senza nessuna via di scampo, presa a tradimento con un’irresistibile potenza dai suoi falsi amanti.
La Kabala, il cavallo selvaggio del diavolo, sguazza nella fitta selva oscura con i suoi uomini, che lei crede potenti, ma nella notte, proprio nel mezzo, verrà l’Onnipotente inaspettato, che la farà ardere a fuoco per l’eternità.
Se lo merita e presto lo avrà, la sua grande foresta tenebrosa fu creata per essere divorata dal fuoco nella notte, una promessa fedele che puntuale si avvererà.
Babilonia non può mai resistere alla potenza di Dio, non importa se Satana la possiede, traviata dal male attira inevitabilmente l’ardente tempesta che la farà tremare impazzita come foglia nel vento, totalmente sconvolta nella sua sicurissima dimora.
Satana ed i suoi falsi maestri della diaspora l’hanno perduta, ma riscuoterà molto di meglio.
Perfetto, crearono inoltre le varie mafie e massonerie, lo scopo è di possederla completamente Babilonia, schiava nelle catene del peccato, prona, vinta e senza nessuna via di scampo, presa a tradimento con un’irresistibile potenza dai suoi falsi amanti.
La Kabala, il cavallo selvaggio del diavolo, sguazza nella fitta selva oscura con i suoi uomini, che lei crede potenti, ma nella notte, proprio nel mezzo, verrà l’Onnipotente inaspettato, che la farà ardere a fuoco per l’eternità.
Se lo merita e presto lo avrà, la sua grande foresta tenebrosa fu creata per essere divorata dal fuoco nella notte, una promessa fedele che puntuale si avvererà.
Babilonia non può mai resistere alla potenza di Dio, non importa se Satana la possiede, traviata dal male attira inevitabilmente l’ardente tempesta che la farà tremare impazzita come foglia nel vento, totalmente sconvolta nella sua sicurissima dimora.
Satana ed i suoi falsi maestri della diaspora l’hanno perduta, ma lei riceverà molto di meglio.