Il sommo sacerdote e le linee dinastiche

Sommo sacerdote: definire le linee dinastiche dei tanti personaggi che si calarono in questo ruolo non è sempre scontato. Studio la Bibbia da decenni eppure su questo argomento non avevo mai approfondito più di tanto. Mi riferisco a personaggi (e alle loro linee dinastiche) che nel corso del tempo hanno esercitato il sommo sacerdozio al tempio di Gerusalemme. Spesso, peccando di leggerezza, si da per scontato che le figure che si calarono nel ruolo di sommi sacerdoti d’Israele appartenessero alla linea di discendenza di Aronne,  fratello di Mosè. Ho provato a verificare e mi sono trovata di fronte a sorprese.

Quando vado a studiare vicende concernenti la dinastia degli asmonei mi accorgo che lì prendono consistenza sviluppi imprevisti. Gli asmonei erano la  famiglia reale ebraica al potere tra il 2° e 1° secolo a.C. Questi re sono meglio conosciuti come re Maccabei. Pur essendo di discendenza sacerdotale, nessuno di loro aveva mai prestato servizio come sommo sacerdote. Eludendo la linea aronnica di Zadoc, Gionata Maccabeo ( che diverrà re di Giudea verso il 160 a.C.) ottiene la prima carica sacerdotale. Riesce a vincere le iniziali resistenze del monarca seleucide Alessandro I Bala Epifane. E si fa nominare sommo sacerdote.

Sommo sacerdote nominato da uomini

Questo aspetto va dunque ben sottolineato: Alessandro, un seleucide, assegna “d’autorità” il titolo di sommo sacerdote, di “stratega” e di “amico” a Gionata Maccabeo. Si trattava un uomo politico estraneo alla linea del sacerdozio di Zadoc. Inizialmente Gionata era stato il leader di un’insurrezione ebraica contro il dominio siro. Ma seppe approfittare della situazione e fare da battistrada a suo fratello Simone che riuscì ad ottenere perfino più di lui.

Pochi anni dopo la morte di Gionata, fu emanato a Gerusalemme un importante decreto inciso sul bronzo: “Il re Demetrio [della dinastia greca dei Seleucidi] quindi gli confermò [a Simone] il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. . . . I Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele”. — 1 Maccabei 14:38-41 [CEI].

Sacerdozio e regno: un’unica carica

La posizione di Simone quale governante e sommo sacerdote — per lui e i suoi discendenti — non fu pertanto concordata solo dall’autorità greca dei Seleucidi. Piuttosto anche dalla “Grande Assemblea” dei sacerdoti del Sinedrio e del popolo giudeo. Questo fatto segnò un’incredibile svolta. Tuttavia, per non offendere la sensibilità popolare, Simone usò il titolo “etnarca” anziché quello di “re”.

 Le conseguenze di questo decreto sulla linea sacerdotale successiva saranno diverse. Punto primo, per un certo periodo di tempo regno e sacerdozio verranno a coincidere. Si esprimevano in un’unica persona, cosa che fin lì non era mai accaduta. In secondo luogo i sommi sacedoti non saranno più caratterizzati dal carisma spirituale di un tempo. Piuttosto si presentavano come uomini dalla forte valenza politica, nominati o deposti dal governante di turno. Dai Maccabei alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. la principale fonte di informazioni sulla successione dei sommi sacerdoti non sarà più la Bibbia. Ma piuttostolo storico Giuseppe Flavio.

Conversioni forzate al giudaismo

Simone Maccabeo perseguì le sue strategie ma venne assassinato da Tolomeo, suo genero. Giovanni Ircano I assunse la carica di condottiero e sommo sacerdote al posto del padre. Nel 129 a.C. la dinastia dei Seleucidi perse il proprio potere e Ircano potè riconquistare l’indipendenza politica espandendosi nei territori fuori Giudea. Entrato in Samaria, Ircano rase al suolo il tempio situato sul monte Gherizim. Egli volle costringere le popolazioni soggiogate a convertirsi forzatamente al giudaismo. Uno studioso ebreo, Menahem Stern, osserva: “La conversione degli Idumei fu la prima nel suo genere, in quanto interessò un’intera razza e non poche persone.”

Dopo l’ascesa al trono di Erode il Grande, egli stesso prese a nominare i sommi sacerdoti. Lo stesso fecero Archelao, re di Giudea e Quirino, governatore della Siria. Fu  Valerio Grato, Governatore della Giudea a nominare Giuseppe Caiafa, il sommo sacerdote che presiedeva l’assemblea del Sinedrio, insieme al suocero Anna, durante il processo di Gesù.

Usurpato il sommo sacerdozio

In origine la carica di sommo sacerdote era stata ereditaria e durava tutta la vita, ma gli Asmonei usurparono il sommo sacerdozio. Erode o Archelao nominarono diverse figure di sacerdoti che restavano in carica per breve tempo, a volte anche solo un anno. Poi li deponevano a seconda del loro capriccio o delle mutevoli esigenze politiche. Questo mostrava che la vera autorità da cui la carica dipendeva erano i governatori stessi. Non erano per nulla nominati da Dio e le disposizioni della legge mosaica erano tralasciate.

Questi avvenimenti portarono alla formazione di una classe che le Scritture chiamano “capi sacerdoti”. Questa classe comprendeva oltre al sommo sacerdote in carica una serie di altri individui. Erano quelli che lo erano stati e che continuavano ad esercitare la loro influenza. Questa classe comprendeva perfino i parenti del sommo sacerdote in carica e quelli degli emeriti. Venne così a formarsi una vera e propria potentissima aristocrazia sacerdotale. Ma, in assenza di un vero capo, di una figura veramente autorevole, il potere del sommo sacerdote era in balia delle decisioni di tutti.

Queste informazioni, che potrebbero sembrare secondarie, saranno invece indispensabili per comprendere meglio alcuni aspetti sorprendenti legati alla genealogia di Gesù. Li esamineremo in un prossimo articolo.

Un pensiero riguardo “Il sommo sacerdote e le linee dinastiche

  1. E dici bene, i capi scelti dagli uomini sono i servi di Satana, il solo Capo di ciascuno sia Dio, Uno in ciascuno ed in tutti i suoi.
    Uno è il Maestro che insegna la via, lui è la porta della Vita eterna e nessun altro può sostituirlo, ne papi, nè Betel, nè pastori del vano parlare, che predano le anime ferite.
    Dal cuore ti dico: E’ un vero peccato che ti hanno rubato i quarantanni migliori, ma nulla sono rispetto all’eternità dell’anima.
    Da chi discende il Figlio del Dio Vivente? Da Giuseppe o dallo Spirito del Padre?
    Non guardare alle cose passate, procedi.

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