Il numero degli unti tra i testimoni di Geova negli anni è andato costantemente aumentando. In realtà, per quanto il corpo direttivo continuasse a sostenere il contrario, dagli anni novanta in poi questo numero non era mai veramente diminuito. L’ipotesi suggerita era che la morte degli unti ormai vecchi e la conseguente diminuzione interna a questo piccolo gregge fosse una prova dello scadere del sistema di cose.
Fatto questo breve preambolo vorrei spiegare i motivi di questo fenomeno relativo alla crescita del numero degli unti alla luce delle Scritture. Prenderò in considerazione alcune parabole.
Un re preparò una festa di nozze per suo figlio. Poi disse agli schiavi di avvisare gli invitati dicendo: “Ecco, ho preparato il mio pranzo, e i miei tori e gli animali ingrassati sono stati scannati. È tutto pronto. Venite alla festa di nozze”’. Ma gli invitati, ” indifferenti, se ne andarono, qualcuno al suo campo, qualcuno ai suoi affari; mentre altri, presi gli schiavi, li maltrattarono e li uccisero. Il re si infuriò e mandò i suoi eserciti a uccidere quegli assassini e a bruciare la loro città. Poi disse ai suoi schiavi: ‘La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non ne erano degni. Perciò andate lungo le strade che portano fuori dalla città e invitate alla festa di nozze chiunque troviate’. Quegli schiavi allora uscirono lungo le strade e radunarono tutti quelli che trovarono, sia malvagi che buoni; e la sala delle nozze fu piena di persone che banchettavano. “Quando entrò per osservare gli ospiti, il re vide un uomo che non indossava un abito da matrimonio. E gli disse: ‘Amico, cosa ci fai qui senza abito da matrimonio?’ Quello non rispose nulla. Allora il re ordinò ai suoi servitori: ‘Legategli mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre. Là piangerà e digrignerà i denti’. “Molti infatti sono invitati, ma pochi eletti”.
Dunque chiediamoci: che genere di persone stanno alla fine sedute al banchetto nuziale? Luca 14:21 risponde dicendo che sono i poveri, gli storpi , i ciechi e gli zoppi, presi direttamente dalla strada, buoni e cattivi. Erano lì che andavano in giro per le loro faccende. L’invito era assolutamente inatteso e non erano pronti. Erano lì sporchi e mal vestiti perchè non s’aspettavano di andare a nozze e probabilmente un bel vestito non ce l’avevano neppure.
Gesù raccontò diverse parabole relative agli ultimi giorni, i nostri. Una di queste ha a che fare con dieci ragazze che stanno aspettando lo sposo. E’ conosciuta come la parabola delle dieci vergini. In Matteo 25:1-13 si legge: “Allora il Regno dei cieli potrà essere paragonato a 10 vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque erano stolte e cinque sagge: le stolte avevano preso le loro lampade ma non avevano portato con sé l’olio, mentre le sagge, insieme alle loro lampade, avevano portato anche l’olio in boccette. Dato che lo sposo tardava, tutte iniziarono a sonnecchiare e si addormentarono. Nel bel mezzo della notte si sentì gridare: ‘Ecco lo sposo! Uscitegli incontro!’ Allora tutte quelle vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: ‘Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade stanno per spegnersi’. Le sagge risposero: ‘Forse non ce n’è abbastanza per noi e per voi. Andate piuttosto da quelli che lo vendono e compratevelo’. Mentre andavano a comprarlo, arrivò lo sposo. Le vergini che erano pronte entrarono con lui alla festa di nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e dissero: ‘Signore, signore, aprici!’ Lui rispose: ‘Vi dico la verità: io non vi conosco’. “Vigilate, dunque, perché non conoscete né il giorno né l’ora.”
Dunque tutte le vergini pian pianino si erano addormentate. Questa è oggi la situazione spirituale di tutti i credenti, anche di quanti sperano di rientrare nel numero degli unti. In che senso? Le organizzazioni cui essi appartengono trasmettono loro insegnamenti che non sono pienamente in armonia con le dottrine insegnate nella Bibbia. Questa è una brutta macchia su un vestito che si dovrebbe presentare immacolato. C’è però una differenza: alcuni individui nel numero degli unti hanno con sè l’olio necessario al momento del bisogno.
Ai matrimoni nell’antichità gli ospiti ricevevano dal direttore del banchetto un abito adatto che veniva di volta in volta affittato per l’occasione. Dunque ci sono individui nel numero degli unti che al momento necessario potranno presentarsi dignitosi e puliti, cioè sapranno usare le loro facoltà di percezione in modo tale da distinguere la verità biblica dalla menzogna. In Luca 14:15-24 apprendiamo che in principio molti erano stati invitati al banchetto ma tutti si erano rifiutati di prendervi parte.
Gesù aveva pronunciato la parabola mentre stava a tavola con altri commensali. Uno di loro disse: “Felice colui che mangia pane nel regno di Dio.” Allora Gesù aveva raccontato la parabola del grande banchetto: “Un uomo, che stava organizzando una grande cena, invitò molta gente. All’ora di cena mandò il suo schiavo a dire agli invitati: ‘Venite, perché è tutto pronto’. Ma tutti quanti cominciarono ad accampare scuse. Il primo disse: ‘Ho comprato un campo e devo andare a vederlo. Ti prego di scusarmi’. Un altro gli rispose: ‘Ho comprato cinque paia di bovini e sto andando a esaminarli. Ti prego di scusarmi’. E un altro ancora: ‘Mi sono appena sposato, perciò non posso venire’. Quando lo schiavo tornò dal suo padrone e lo mise al corrente, questi si arrabbiò e gli disse: ‘Va’ subito nelle strade principali e nei vicoli della città, e porta qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi’. Lo schiavo poi gli riferì: ‘Signore, quanto hai ordinato è stato fatto, e c’è ancora posto’. Allora il padrone disse allo schiavo: ‘Va’ per le strade e per i viottoli, e costringi la gente a entrare, così che la mia casa sia piena. Infatti vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati gusterà la mia cena’”.
Nel popolo di Dio molti sono stati nel tempo invitati a prendere parte al banchetto di nozze. Questi sono quelli che appartengono al “rimanente” di cui si tratta in Romani 9:27-29. Hanno ricevuto un invito per essere potenzialmente annoverati nel numero degli unti che riceveranno l’immortalità celeste. Come abbiamo detto all’inizio, negli ultimi anni il loro numero è aumentato a sorpresa. Oggi si attesta sulle ventimila persone. Ma Gesù ne squalifica la maggior parte quando dice che nessuno di quegli uomini, apparentemente per bene, che si erano rifiutati di partecipare al suo banchetto avrebbero gustato la sua cena nel regno dei cieli.
Evidentemente Geova sta ancora riservando dei posti a tavola – ‘c’è ancora posto’ – e resta a guardare, alla ricerca di chi voglia accettare integralmente la sua parola, anche laddove essa sembri in contrasto con la scienza moderna. Quanti tra gli unti odierni riconosceranno questa verità fondamentale? Oggi diversi tra quelli che si impegnano in una vera e propria ricerca di accertamento sulle verità basilari e sostengono la verità scritturale sulla non globularità della terra (Giosuè 10:12-13) sono malvisti nelle congregazioni e vengono messi alla porta.

Dove c’è monologo e accettazione di cose imposte da uomini che si ergono a capi di un gruppo non c’è mai Dio Padre, perchè non c’è il dialogo tra Fratelli, ma il diavolo.
Sappiate che la cravatta, invenzione di un massone per conto dei suoi “maestri”, è il simbolo del cappio di Giuda, e chiunque la indossa dichiara a priori a quale spirito appartiene, altro che “vestito nunziale”, indemoniati a piede libero di ogni risma.
Una brutta setta, costiruita dalla peggiore umanità che mai sia esistita, e che va ad aggiungersi a tutti i gruppi di Babilonia, adoratori dei denari, della carne e ghotti mangiatori del frutto mortale. Nessun dubbio, costoro sono condannati alla Geenna, in quanto sono falsi profeti e perfino fieri di ciò che compiono, la loro testa è una testa di serpente, cercano adepti su cui speculare oppure anime da trasformare in carne morta e logorroica.
Inutile che censurano e disassociano chi li smaschera, la maledizione di Dio è su di loro fino alla fine del mondo, ed il fuoco eterno la loro definitiva dimora. E’ scritto.