Sulla doppia natura della persona del Cristo le Scritture esplicitamente non fanno dichiarazioni. Per questo fin dai primi tempi del cristianesimo ci furono discordanti approcci interpretativi. A partire dal secondo secolo si fecero tentativi per definire la persona del Cristo e comprendere come gli elementi umani e divini interagivano in Lui. Questo produsse dibattiti che spesso portarono a scismi. Vennero fuori correnti antitetiche, opposte l’una all’altra, nella fattispecie l’arianesimo e il docetismo. L’arianesimo, che vedeva sostanzialmente in Gesù un comune mortale, ebbe larga diffusione tra i popoli barbarici e venne considerato in un primo tempo come eretico, in seguito riabilitato e poi definitivamente condannato con il Concilio di Costantinopoli nel 381.
D’altro canto il Docetismo sosteneva che il corpo di Gesù fosse illusorio e che egli fosse essenzialmente un essere spirituale. Il nome di Docetismo deriva dal verbo greco dokein, che significa avere l’apparenza, sembrare, apparire. Questa dottrina sviluppa la convinzione che l’umanità, il corpo e quindi la passione del Cristo furono apparenti e non del tutto reali. Gli gnostici utilizzarono questa dottrina per rimuovere lo “scandalo della crocifissione”.
Come si sono posti i Testimoni di Geova all’interno di un simile dibattito? La Torre di Guardia del 1/12/1984 nell’aticolo “Noi adoriamo ciò che conosciamo” pag 24-29 si esprime in questi termini: “I testimoni di Geova non credono che Gesù fosse “Dio incarnato”, un “uomo-Dio”, secondo la teoria filosofica dell’incarnazione, delle “due nature”, quella umana e quella divina. In armonia con la Bibbia credono che “la Parola è divenuta carne”. (Giovanni 1:14) In questo modo egli “vuotò se stesso” della sua precedente esistenza spirituale e divenne un uomo, “inferiore agli angeli”, per poter offrire se stesso quale “riscatto corrispondente per tutti”. Per riscattare ciò che Adamo aveva perso per l’umanità, Gesù doveva sacrificare una vita umana perfetta, niente di più, niente di meno. (Qui il riferimento è a Esodo 21:23 dove si legge: “sarà anima per anima”)
Vengono poi citate varie scritture tra cui Filippesi 2:7, 8 che andremo ad esaminare ulteriormente in un articolo successivo; Ebrei 2:9 (di Gesù che divenne un poco inferiore agli angeli) ; I Timoteo 2:6 ( offre un riscatto corrispondente); 1 Corinti 15: 22, 45, 47 (Il primo uomo Adamo divenne anima vivente, l’ultimo Adamo divenne spirito vivificante; Il primo uomo è dalla terra e fatto di polvere, il secondo uomo è dal cielo.) https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1984647?
Perciò proviamo ad approfondire le Scritture sopra citate per pervenire ad una qualche certezza. Prendiamone innanzitutto in considerazione una tra le più significative, quella di Filippesi 2:7-8 dove si legge che Gesù “assunse la forma di uno schiavo divenendo simile agli uomini. ” Vediamo come si esprime il testo greco originale riguardo al divenire”simile agli uomini”. Vi leggiamo en omoiomati anthropon genomenos. La parola chiave in questo passo è sicuramente omoiomati, che il dizionario greco-italiano Lorenzo Rocci traduce come immagine, simulacro, copia, forma, figura, effige. Omoiosis è l’assomigliare, la trasformazione, il divenire simile e l’assimilazione.
Però, se parliamo di somiglianza non necessariamente dovremmo intendere una completa identitificazione del Cristo con l’umano. Ciò lascia intendere che Gesù, pur essendo il Figlio dell’Uomo, non riproduceva esattamente ciò che siamo tutti noi. Esteriormente sembrava un uomo a tutti gli effetti ma aveva caratteristiche sue peculiari che non sono tipicamente degli esseri umani. In primo luogo non aveva peccato e godeva di una natura psico-fisica, morale, emotiva, cognitiva, intellettuale integra, e perfetta da ogni punto di vista. Ma c’era di più. Era il figlio di Dio e perciò aveva da Lui una divinità che l’uomo di per sè non possiede. Egli aveva una doppia origine essendo al contempo il Figlio dell’Altissimo e il Figlio dell’Uomo. Di lì non si può prescindere.
Oltre ad effettuare miracoli di guarigione e di risurrezione (Giov 11:43-44) poteva camminare sulle acque (Giov 6:19-20), dominare la forza dei venti e della tempesta (Marco 4:37-41), vedere e conoscere qualcuno a distanza o leggere i pensieri degli altri. Del suo incontro con Natanaèle le scritture dicono: Filippo trovò Natanaele e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale scrissero Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazaret”. Ma Natanaele gli disse: “Può qualcosa di buono venire da Nazaret?” Filippo gli disse: “Vieni e vedi”.
Gesù vide venire verso di sé Natanaele e disse di lui: “Ecco per certo un israelita, in cui non c’è inganno”. Natanaèle gli chiese: “Come fai a conoscermi?” Gesù gli rispose: “Prima che Filippo ti chiamasse, mentre eri sotto il fico, io ti ho visto”. Natanaèle esclamò: “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re d’Israele!” A sua volta Gesù gli disse: “Credi solo perché ti ho detto di averti visto sotto il fico? Vedrai cose più grandi di queste”. E aggiunse: “In verità, sì, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere dal Figlio dell’uomo”. Giov 1:48-51
In un’occasione delle guardie erano state mandate ad arrestarlo ma tornarono a mani vuote. Perchè? Le Scritture descrivono la situazione in questo modo: Alcuni di loro, inoltre, volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Quindi le guardie tornarono dai capi sacerdoti e dai farisei, e questi ultimi chiesero loro: “Perché non lo avete portato qui?” Le guardie risposero: “Nessuno ha mai parlato così”. Giov 7: 44-46 Similmente al momento del suo arresto nel giardino dei Getsemani : Non appena Gesù ebbe detto loro: “Sono io”, quelli indietreggiarono e caddero a terra. Giov. 18:6
Questi sono vari aspetti della sua natura che sicuramente travalicavano di molto la semplice natura dell’uomo, facendo di lui una persona che esprime in sé una doppia natura. (Cfr. 1 Corinti 15:48 Com’è quello fatto dalla polvere, così sono anche quelli fatti dalla polvere; e com’è il celeste, così sono anche i celesti.) Perciò aveva una natura composita in cui si assommava una natura celeste a quella fatta di polvere. Torneremo su questo argomento.

Chi vede il figlio dell’uomo lo conosce ed è conosciuto dal Padre, ma quelli il cui messia è Paolo di Tarso potranno mai vederlo come Maria che lo amò?
Loro inseguono un dio che parla con la lingua, non con lo Spirito, e che costruisce templi fatti di pietre, non avendo tempio nel cuore, ma le pietre saranno diroccate, mentre la Roccia è stabile nel cuore dei piccoli.
A cosa serve ad uomo leggere tutta la vita un libro quando il suo cuore è chiuso alla voce di Dio? “Abbiamo bussato alla sua porta, ma lui non ci ha aperto”.
In quanto ai testimoni di Geova, sono come volpi che guardano gli uccelli del cielo con l’intento di mangiarseli, ma non hanno ali per raggiungerli.