In errore sul Cristo: i Testimoni di Geova si sbagliano

Essere in errore nel modo di definire o descrivere la persona del Cristo sarebbe un errore madornale. Tuttavia ricavarne un’immagine il più possibile veritiera è piuttosto difficile. Questo perché spesso partiamo dal concetto che egli sia divenuto un uomo uguale a tutti gli altri uomini. Questo è spesso l’idea che molti ricavano dalla lettura delle Scritture quando leggono del Cristo che viene ritratto come il Figlio dell’uomo. In prima battuta possiamo assolutamente dire che l’effigie o il ritratto non corrisponde alla persona che viene ritratta. Come scriverà un famoso pittore, sotto la figura della pipa di un celeberrimo quadro: “Ceci n’est pas une pipe”. Magritte in seguito scrisse: “Oh, la famosa pipa. La gente mi rimproverava per questo. Tuttavia, potresti accendere la mia pipa? No, è solo una rappresentazione. Se avessi scritto sotto l’immagine “Questa è una pipa”, avrei mentito!” E aveva ragione. Avrebbe commesso un errore.

Dello stesso tenore sono le espressioni della Bibbia legate alla somiglianza del Cristo con l’essere umano, sono entità simili, ma non sono la stessa cosa. Se Gesù è l’oro noi siamo il similoro. Se lui è uno schiavo, noi siamo lo schiavo di uno schiavo. Niente di più. L’argomento è complesso. Affrontiamolo per gradi per evitare di commettere errore.

Genesi parlando della creazione di Adamo legge: Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza. (Gen 1:26) Come in Eden avvenne che l’uomo venisse fatto a immagine (kidmutenu) di Dio, in Filippesi 2:7 avviene l’inverso, un Dio che assume l’immagine dell’uomo. La Scrittura parla infatti di Gesù che “vuotò se stesso e prese la forma di uno schiavo, divenendo simile agli uomini.”

Ora essere simile a qualcosa o a qualcuno non implica assoluta identità, così come il similoro non è l’oro e la similpelle non è vera pelle. L’espressione greca ἐν ὁμοιώματι ἀνθρώπων γενόμενος contiene una parola chiave, ὁμοιώματι (omoiomati) che corrisponde all’ebraico בְּצַלְמֵ֖נוּ  כִּדְמוּתֵ֑נוּ bə-ṣal-mê-nū  kiḏ-mū-ṯê-nū di Genesi 1:26, cioè “a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”.

La radice della parola ebraica demuth che esprime rassomiglianza, similitudine si trova anche in Ezechiele 1:5,10,13,16,22,26,28;  8:2; 10:1,10,22; 23:15; Dan 10:16 e in diversi altri passi scritturali.

Proviamo ad esaminare qualche versetto tra quelli citati. Cominciamo dal fondo con Daniele 10:16 dove si legge:” Poi uno dall’aspetto simile a un uomo mi toccò le labbra. Io aprii la bocca e dissi a colui che stava di fronte a me: “Mio signore, sto tremando a causa della visione e non ho energie.” Costui era un angelo visto in visione, per cui somiglianza non implicava identificazione con l’umano.

In Ezechiele al capitolo 1:5-10 si entra nuovamente nel mondo della visione e non emerge identità o somiglianza reale. “Di mezzo a esso c’era la somiglianza di quattro creature viventi, e questo era il loro aspetto: avevano la somiglianza dell’uomo terreno. Ciascuna aveva quattro facce, e [ciasc]una d’esse quattro ali. I loro piedi erano piedi diritti, e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede del vitello; Risplendevano come con lo splendore del rame forbito. Sotto le loro ali, ai loro quattro lati, c’erano mani d’uomo, e tutt’e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si congiungevano l’una all’altra. Non si voltavano quando andavano; andavano ciascuna diritto avanti a sé.

E in quanto alla somiglianza delle loro facce, tutt’e quattro avevano una faccia d’uomo con una faccia di leone a destra, e tutt’e quattro avevano una faccia di toro a sinistra; tutt’e quattro avevano anche una faccia d’aquila.” Potremmo continuare, ma andremmo a ripetere le stesse cose, perciò andiamo all’analisi del termine greco equivalente. Consideriamo come la stessa parola ὁμοιώμα venne usata in altri contesti nelle scritture greche.

Romani ai versetti indicati, legge:

1:23 Hanno scambiato la gloria dell’Iddio incorruttibile con qualcosa che assomiglia nell’aspetto  (en omoiomati) all’uomo corruttibile, a uccelli, a quadrupedi e a rettili.

5:14 a sua volta legge: Eppure la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano commesso un peccato simile (epì to omoiomati) alla trasgressione commessa da Adamo, il quale è simile a colui che doveva venire.

Romani 6:5 ancora legge: Se siamo stati uniti a lui in una morte simile (to omoiomati ) alla sua, certamente saremo anche uniti a lui in una risurrezione simile alla sua.

8:3 infine legge: mandando il proprio Figlio in una forma simile (en omoiomati) alla carne peccaminosa.

Rivelazione 9:7  dal canto suo legge: Le locuste assomigliavano (tà omoiomata, omoia)  a cavalli pronti per la battaglia. Sulla testa avevano come (omoioi) delle corone d’oro, e la loro faccia era come (os) quella di un uomo,

Tutte queste scritture hanno significati che hanno attinenza ad un’immagine o forma simile all’aspetto di cose viste anche come in una visione. Possiamo essere completamente d’accordo con Magritte e dire che l’effigie  è semplicemente un simulacro che non corrisponde alla persona o alla cosa che viene ritratta. I simulacri sono copie neppure originali, ombre, simboli, linguaggio, statue, ritratti, alter ego, sosia etc. Tutto questo riferito al nostro argomento potrà per qualsiasi Testimone di Geova sembrare scandaloso. Tuttavia anche il Cristo fu considerato spesso provocatorio e persino scandaloso in varie occasioni. Egli assunse la forma dell’uomo ma era anche divino. I veri Cristiani sono abituati ad andare oltre lo scandalo per capire cosa c’è dietro. Vogliono essere ben sicuri di non essere in errore.

Un pensiero riguardo “In errore sul Cristo: i Testimoni di Geova si sbagliano

  1. Quando non sei umano, ma sei sceso in terra, ossia in un corpo umano, lo sai subito di essere nato, perchè non sei di qui, e quel corpo ti va stretto come una tuta tre misure più piccola, ti sembra di soffocare all’inizio.
    “Io non sono di quaggiù, ma di lassù”, questa consapevolezza resta per la missione, cosa ben diversa è un angelo caduto, lui è assuefatto ai corpi umani da molti eoni, perchè irreversibile.
    Sembri umano, ma non lo sei, di questo se ne accorgono bene quelli che sono lontani da Dio, provano repulsione, soggezione, timore, fastidio, ti allontanano sempre, ma al contrario entri in empatia profonda con i sani e con gli animali di ogni specie.
    Avendo una visuale celeste, gli umani ti appaiono deficienti, non si rendono conto del loro stato degradato o addirittura ne sono fieri, questo ti stimola a una spietata ironia, che li fa innervosire, immagina i farisei nelle loro sontuose vesti e con movenze maiestatiche, beffati e denudati dalle parole del Cristo.
    E’ una speranza vana avere un dialogo con gli umani decaduti, è come se quelli volessero farsi comprendere dagli scimpazè.
    Questa sofferenza non è meno dolorosa della crocifissione, che riguarda solo il corpo, ma per non commettere ingiustizia la missione va’ eseguita o alla fine qualcuno potrebbe appellarsi ad ignoranza, invece dovranno tutti scegliere alla fine: Dio o Satana.
    I simulacri creati dagli umani per rendere colui che non lo è più simile a loro sono classici delle religioni di Satana, invece Dio vieta di fare immagine o scultura di ciò che è nei cieli.
    “Filippo, da tanto tempo sono con voi, e tu ancora non mi hai visto?”… “Quanto ancora vi dovrò sopportare?”… “Ma costui non è il figlio del falegname?”.
    Vedere il figlio dell’uomo è solo per chi ha Dio nel cuore, i molti vedono solo ciò che appare, un simil-uomo, a loro parere un “pazzo o indemoniato”. Badate.

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