L’agonia del Cristo fu tremenda. Alla fine del suo lungo soffrire Gesù gridò forte due volte. Dapprima, verso la nona ora, “gridò a gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactanì?”, ovvero: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Una seconda volta dopo che fu trafitto nel fianco Gesù gridò di nuovo a gran voce e rese lo spirito. (Matteo 27:46-50) Durante la sua agonia straordinari eventi cosmici si verificavano intorno. Il paese rimase nelle tenebre per tre ore e un terremoto portò scompiglio nei cimiteri al punto che le guardie provarono timore e dissero: “Certamente questo era il Figlio di Dio.” Matteo 27:54
Questa non fu una morte qualsiasi. I romani erano abituati a questi spettacoli e Luca 23:48 infatti menziona le folle che si erano radunate per lo “spettacolo”. Ci furono occasioni in cui migliaia di persone venivano crocifisse ogni giorno e questo per un seguito di molti giorni. Ma in questo caso la situazione era diversa. La persona implicata era il Figlio di Dio. Questo fatto fece scandalo per molti secoli e se ne parlò molto. La sua agonia non passò inosservata.
Cerchiamo di elaborare i motivi per cui l’agonia del Cristo fu una situazione diversa da tutte le altre. Dopo il suo battesimo, Matteo dice che “Gesù fu quindi condotto dallo spirito nel deserto per essere tentato dal Diavolo”. Qui il termine greco pnèuma si riferisce allo spirito di Dio, la forza che spinge una persona a comportarsi secondo la volontà divina. Dal deserto egli fu portato nei pressi del tempio in Gerusalemme. Matteo scrive: “Allora il Diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul parapetto del tempio e gli disse: “Se tu sei figlio di Dio buttati giù, perché è scritto: ‘Egli darà ai suoi angeli un comando riguardo a te’, e: ‘Ti porteranno sulle loro mani, così che il tuo piede non urti contro alcuna pietra’”. Gesù gli disse: “È scritto anche: ‘Non devi mettere Geova tuo Dio alla prova’”. Matteo 4:1;5-7 Tuttavia Gesù non smentì tali parole. Esse erano scritte nel libro dei Salmi.
Qui infatti il diavolo andava citando il Salmo 91:10-16 dove si può leggere: “Perché hai detto : “Geova è il mio rifugio”, Hai fatto dell’Altissimo stesso la tua dimora; Non ti accadrà nessuna calamità, E nemmeno una piaga si avvicinerà alla tua tenda. Poiché egli darà ai suoi propri angeli un comando riguardo a te, Di custodirti in tutte le tue vie. Sulle loro mani ti porteranno, Affinché non urti il tuo piede contro alcuna pietra. Sul giovane leone e sul cobra camminerai; Calpesterai il giovane leone fornito di criniera e la grossa serpe. Poiché in me ha riposto il suo affetto, Anch’io gli provvederò scampo. Lo proteggerò perché ha conosciuto il mio nome. Egli mi invocherà, e io gli risponderò. Sarò con lui nell’angustia. Lo libererò e lo glorificherò. Lo sazierò con lunghezza di giorni, E gli farò vedere la mia salvezza.
Il Salmista scriveva del Messia: Egli mi invocherà e io gli risponderò. Queste parole in che misura si applicarono al Cristo in agonia sul patibolo? Perché il Cristo doveva essere atrocemente punito dato che era del tutto innocente? Egli fu ascoltato fin dal principio. “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia sia fatta non la mia volontà, ma la tua”. Allora dal cielo gli apparve un angelo che lo rafforzò. Ma la sofferenza era tale che Gesù continuò a pregare ancor più intensamente; e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano a terra.” Luca 22:42-43
Gesù sapeva che il Padre lo ascoltava sempre. A questo proposito Giovanni riporta le parole pronunciate da Gesù davanti alla tomba di Lazzaro: “Padre, ti ringrazio di avermi ascoltato. Io sapevo già che mi ascolti sempre, ma ho parlato a motivo della gente che sta attorno, perché possano credere che tu mi hai mandato”. (Giov 11:41) Ebrei 5:7 dichiara: “Durante la sua vita terrena Cristo, con forti grida e lacrime, offrì suppliche e richieste a colui che poteva salvarlo dalla morte, e fu ascoltato per il suo timore di Dio.” Dunque Gesù fu ascoltato dal Padre. Cosa significa? Lo spiegheremo nel prossimo articolo.
