Le 10 piaghe e la tribolazione

Le 10 piaghe e la tribolazione in Egitto sono da legarsi ai tempi che viviamo noi ora. Continuiamo nella nostra considerazione riguardante i sette tempi di tribolazione in cui Gerusalemme viene calpestata dalle nazioni. Abbiamo già menzionato più volte che si tratta di sette anni letterali divisi in due parti. Nella prima parte avviene la predicazione dei due testimoni e nella seconda parte i santi vengono lasciati in mano alla bestia selvaggia. A proposito dei due testimoni si dice in Rivelazione 11:6: “Questi hanno l’autorità di chiudere il cielo affinché non cada pioggia durante i giorni del loro profetizzare e hanno autorità sulle acque di mutarle in sangue e di colpire la Terra con ogni sorta di piaga quante volte desiderino.

In effetti, abbiamo già collegato le piaghe delle prime 4 trombe all’attività dei due testimoni che, ristabilendo la verità in relazione alla vera forma della Terra, producono piaghe contro la Terra, i fiumi, il mare e il sole. Detto ciò mi pare naturale il collegamento con le dieci piaghe di Egitto.

Già abbiamo messo in relazione l’uscita dall’Egitto con il periodo che stiamo vivendo. L’uscita dalla falsa religione di Babilonia è del tutto analoga al periodo in cui il popolo di Dio è stato guidato fuori dall’Egitto.

In ciascuna di queste fasi di uscita c’è un periodo di tribolazione che si conclude con la fine e la distruzione della falsa religione. Voglio quindi andare ad analizzare le piaghe d’Egitto per vedere se si possono trovare delle analogie con il periodo che viviamo noi. Questa analisi può aiutarci a comprendere meglio il libro dell’Apocalisse. Cosa che viene utile dato che l’Apocalisse fa riferimento ai giorni nostri.

Le piaghe e la tribolazione in Egitto

Si può leggere delle dieci piaghe in Esodo, capitoli da 7 a 12. Riporto di seguito un elenco delle piaghe:

  • 1° piaga: acqua mutata in sangue;
  • 2° piaga: rane;
  • 3° piaga: culici;
  • 4° piaga: tafani;
  • 5° piaga: pestilenza;
  • 6° piaga: foruncoli;
  • 7° piaga: grandine;
  • 8° piaga: locuste;
  • 9° piaga: tenebre;
  • 10° piaga: morte dei primogeniti.

L’analisi delle piaghe dovrà poi essere continuata in futuro e ci limiteremo in questo articolo a fare solo alcune considerazioni iniziali ma sufficienti a capire un paio di concetti importanti.

La prima cosa che si nota è che, in Esodo, si tratta di dieci piaghe e non di sette. Sembrerebbe, quindi, che non ci sia un collegamento reale con i sette tempi che stiamo considerando ormai da alcune settimane. Anche se si parla più volte in Rivelazione di piaghe, potrebbe non esserci alcun collegamento. Ma non è così.

In realtà dobbiamo considerare il fatto che le prime tre piaghe sono diverse dalle altre sette in quanto colpiscono non solo gli Egiziani ma anche gli Israeliti. A partire dalla quarta piaga invece gli Israeliti sono protetti. Essi non partecipano in alcun modo agli effetti delle piaghe (Esodo 8:23).

A riprova del fatto che questa distinzione è fattuale e sembra essere la strada giusta da percorrere c’è il fatto che l’ottava piaga a questo punto diventa la quinta del gruppo di sette. Noi sappiamo ormai che il coronavirus è iniziato con la quinta tromba, cioè nel quinto anno dei sette tempi che vedranno la distruzione delle religioni e cioè durante il periodo di 5 mesi delle locuste. Vedi l’articolo “Le locuste dell’apocalisse: cinque mesi di coronavirus“.

Questo lo si legge nel libro di Apocalisse capitolo 9 dove si parla del primo guaio che subisce la Terra in conseguenza alla cacciata di Satana dal cielo. Qual’è la quinta piaga del gruppo di sette che affligge gli Egiziani? Proprio le locuste.

Interessante poi vedere quali sono le due piaghe successive che corrisponderebbero con il secondo e il terzo guaio o con le ultime due trombe.

 La sesta piaga tra quelle cadute soltanto sugli egiziani, ma che sarebbe la nona nel complesso delle 10, è data da tre giorni di fitte tenebre. Non si vedevano l’un l’altro e nessuno poté uscire di casa mentre gli Ebrei avevano luce nelle loro dimore. Evidentemente il miracolo era tale da impedire gli Egiziani perfino di accendere le proprie lampada in casa loro.

Già più volte abbiamo detto che la falsa religione è falsa perché solare. Insegna ad adorare in modo consapevole o inconsapevole il sole tramite idee scientifiche scorrette quali l’eliocentrismo e la teoria dell’evoluzione. Queste idee sono comunemente accettate e insegnate come valide da tutte le religioni e sebbene si siano fatti dei tentativi nel combattere la teoria dell’evoluzione da parte di alcune religioni, la totalità di esse non ha mosso un dito per affermare la terra piatta sebbene questa sia una dottrina sostenuta nella Bibbia.

I tre giorni di tenebre rappresentano quindi la sconfitta finale per il dio Sole o Ra che non ha la possibilità di difendersi. Se per le prime due piaghe infatti i maghi del Faraone riuscirono a replicare i miracoli divini, seppure in misura ridotta, con i successivi miracoli non ebbero possibilità alcuna di misurarsi con il potere di Geova.

Questo ci porta quindi all’ultima delle piaghe con un richiamo evidente al sacrificio di riscatto di Gesù. Alla morte dei primogeniti fa infatti da contrappasso l’uccisione degli agnelli col sangue dei quali gli Ebrei dovevano segnare gli stipiti delle loro porte. La morte dell’agnello diventava quindi la salvezza per i loro primogeniti. Non sarebbero morti se fossero rimasti in casa quella notte. C’è poi evidente il collegamento con l’uomo con il calamaio di Ezechiele, settimo uomo dopo i sei con la mazza per distruggere, che appone un marchio su coloro che gemono per l’idolatria solare presente nel popolo di Dio. (Ezechiele 9)

piaghe e la tribolazione

Interessante è il fatto che in questo caso tre giorni di tenebre precedono la salvezza data dall’agnello. In modo analogo alla morte di Gesù tenebre caddero su tutto i paese per tre ore, dalla sesta alla nona ora dice Matteo 27:45, dopo di che Gesù spirò.

Ancora una volta, con l’uccisione di Gesù il sole viene sconfitto. Il sacrificio del Signore infatti provvede una via di scampo dalla trappola della bestia selvaggia, che vuole imporre il proprio marchio su tutti. Il marchio della bestia è il 666 dice Rivelazione 13 e noi ormai sappiamo bene che il 666 è il numero del sole. Dunque la bestia selvaggia entra in questa analisi. La bestia è infatti quella che Dio utilizza, come dice Rivelazione, per distruggere Babilonia, l’organizzazione della falsa religione. Eppure la bestia stessa promuove l’adorazione solare. Ma è distrutta subito dopo.

Rivelazione 13 descrive la bestia come avente una delle sue teste scannata a morte. Cosa significa? Ebbene l’adorazione solare ha esercitato influenza sul popolo di Dio da sempre. L’unico momento in cui l’idolatria solare è stata assente nella congregazione è nel periodo di insegnamento di Gesù e degli apostoli. In quel periodo, la Bestia non ebbe potere sui cristiani. Colpita a morte, poté tuttavia risorgere con l’apostasia che presto finì per infiltrarsi tra i cristiani dopo la morte degli apostoli.

Nelle varie rappresentazioni allegoriche viste fino ad ora dei sette tempi abbiamo visto che è sempre presente la bestia, cioè la forza politica che, mediante inondazione, colpisce la falsa religione. Dove sta la bestia nel caso delle piaghe? Ebbene, le piaghe stesse sono di rane, culici, tafani, locuste, bestie immonde insomma. Inoltre abbiamo detto che ci sono dieci piaghe per gli egiziani e sette di queste colpiscono solo loro risparmiando il popolo di Dio. Le piaghe stesse quindi vengono a costituire una bestia con sette teste ma dieci corna. Avremo occasione di parlare ancora di queste piaghe e di come si applichino ai nostri giorni.

La pestilenza sulla religione

Abbiamo fatto un parallelo tra le 10 piaghe al periodo dei sette tempi legato alla fine e alla grande tribolazione. In particolare abbiamo notato come le piaghe siano suddivisibili in due parti: le prime tre piaghe che hanno colpito sia Ebrei che Egiziani e le successive sette che hanno colpito solo gli Egiziani. Questa suddivisione ci ha permesso di fare un parallelo tra le ultime tre piaghe e le ultime tre trombe o i tre guai, che abbiamo in parte fino ad ora analizzato.

In particolare l’ottava (quinta) piaga erano le locuste sia in Egitto che in Rivelazione, a mostrare quanto sia accurato questo parallelismo. Anche la nona (sesta) piaga data da tre giorni di buio corrisponde all’oscuramento del sole nel sesto sigillo e la decima piaga con l’uccisione dei primogeniti corrisponde al terzo guaio, la presenza di Gesù Cristo come narrata in Rivelazione capitolo 11.

Possiamo però tentare un’altra lettura delle piaghe, considerando non più le ultime sette ma le prime sette delle dieci. Questo ci porterebbe a interpretare le dieci piaghe come una sovrapposizione di due gruppi di sette. Spieghiamo perché sembrerebbe opportuno dare questa doppia lettura.

Le dieci piaghe in due gruppi sovrapposti di sette

Il secondo gruppo nella tabella è quello che abbiamo già considerato (3+7). Quello con le locuste in quinta posizione, che corrisponde alle locuste della quinta tromba. Ma il primo gruppo è da tenere in considerazione quanto il secondo. La tabella ha relazione in entrambi i casi con le sole dieci piaghe d’Egitto

Ma a proposito dei due testimoni di Apocalisse durante la prima metà della loro predicazione (i primi tre anni e mezzo), in Rivelazione 11:6 si legge: “Hanno autorità sulle acque di mutarle in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di piaga quante volte desiderino.”

Loro possono, durante la loro predicazione, cambiare l’acqua in sangue, esattamente come avvenne in Egitto con la prima piaga. Non si deve intendere questo come un potere personale arbitrario, ma come svelamento del giudizio divino. In quanto alla quinta piaga possiamo collegare i cinque mesi delle locuste al lock-down del corona virus e all’assedio della bestia selvaggia che pure si era manifestata a Gerusalemme con l’assedio di Cestio Gallo.

La quinta piaga del primo gruppo, coincide con la pestilenza. Si tratta di una piaga che colpì gli animali degli Egiziani, ma non gli uomini. Le locuste di Rivelazione in effetti non devono danneggiare la vegetazione, e il loro è un tormento, ma nessuno muore. Il tormento inoltre riguarda solo coloro che non hanno il marchio di Dio sulla fronte, esattamente come in Egitto, solo gli egiziani videro morire il loro bestiame.

Ma la sesta piaga del primo gruppo ancora è un tipo di pestilenza, solo che questa volta colpisce gli uomini: i foruncoli. Si tratta di pustole dolenti e infettate dai batteri, che possono causare anche la morte, come nel caso del re Ezechia che a causa di un foruncolo purulento stava per morire.

Ecco quindi che la pestilenza si trasforma e diventa qualcosa di dannoso per l’uomo. La stessa cosa avviene con i guai. La sesta tromba infatti annuncia un esercito di 200 milioni di cavalieri rilasciati dai quattro angeli sull’Eufrate. Questi cavalieri sono molto simili alle locuste e sembra quasi che semplicemente ne proseguano il lavoro. Si può leggere di questa cavalleria in Rivelazione 9:13-21.

Dalla bocca dei cavalli esce fumo, fuoco e zolfo che uccidono un terzo degli uomini. Quelli che rimangono invece continuano a bestemmiare Dio. Questo avviene sull’Eufrate perché si tratta di un attacco contro la falsa religione di Babilonia, che stava proprio sull’Eufrate. Equivale al terremoto di Rivelazione 11 dove i morti sono i fedeli. Questo mi fa pensare che, allo stesso modo, gli uccisi da questa cavalleria siano coloro che sono dalla parte di Dio. Chi rimane infatti continua a bestemmiarlo. (Ri16:21)

I foruncoli sono una punizione che Geova aveva annunciato anche contro il suo popolo se avesse disobbedito…ecco quindi che i foruncoli si ripresentano ora come pestilenza spirituale dovuta al giudizio divino. Deuteronomio 28:15,27,35.

In effetti il fatto che il corona virus non sia una pestilenza reale ma falsa, semplicemente propagandata come tale, ci fa capire che la pestilenza che deve subire il popolo di Dio in questi sette anni di calpestamento è una pestilenza spirituale dovuta all’allontanamento da Dio e dalle sue leggi morali. L’effetto macroscopico di tale pestilenza si evidenzia ora con la cessazione di tutte le attività spirituali e di adorazione collettive.

La pestilenza quindi accompagna l’intero periodo della presenza del Cristo nella seconda metà del periodo dei sette tempi. Se si fissa infatti la parousia del Cristo a metà dei sette tempi e cioè tra il quarto e il quinto anno, si può osservare che nel primo gruppo di piaghe la pestilenza viene dopo, ma nel secondo gruppo viene prima. Questo ad indicare che l’intera fase è di giudizio e di disciplina impartita mediante pestilenza.

Il fatto che la pestilenza venga prima e dopo della venuta del Cristo lo si può anche capire in Abacuc 3:5 dove leggiamo: “Davanti a lui avanza la peste, la febbre ardente segue i suoi passi.” Questo a conferma della nostra corretta suddivisione e lettura delle piaghe d’Egitto applicate ai tempi in cui viviamo.

Interessante è il fatto che l’ultima piaga del primo gruppo è la grandine. La grandine compare anche nella settima tromba o nel terzo guaio, e definisce quindi la fine definitiva della falsa religione, dopo il periodo di febbre e pestilenza.

La vaccinazione che sta avvenendo nel 2021 rappresenta l’attacco di Gog di Magog. La piaga è spirituale, in quanto chi accetta il vaccino non ha capito i tempi in cui viviamo e non ha compreso che il vaccino è il marchio della bestia. si tratta comunque di una piaga anche fisica visto che il vaccino sta provocando morte e continuerà a provocarla.

Il sogno del Faraone

Nell’articolo “Sette anni di tribolazione” ho analizzato il racconto del sogno di Nabucodonosor. Il re vede un albero forte e rigoglioso ben presto tagliato e chiuso in ceppi per sette tempi, cioè sette anni. Solo Daniele sarà in grado di svelare il sogno del re. Daniele aveva già interpretato un altro sogno a Nabucodonosor e per questo aveva ricevuto grandi onori e una carica senza pari nel regno.

Una cosa simile accadde molti secoli prima in Egitto quando il Faraone fece un sogno che non trovava interpretazione. Il Faraone era agitato, si rendeva conto del valore del sogno profetico ma non poteva capirne il significato. Il coppiere avvertì il Faraone che in prigione c’era il giovane Giuseppe che già in passato si era dimostrato capace di interpretare i sogni. Giuseppe è chiamato a corte alla presenza del Faraone che gli racconta il sogno. Il Faraone sognò sette vacche grasse divorate da sette vacche magre e sette spighe piene divorate da sette spighe secche. Leggiamo a proposito dell’avvenimento in Genesi. Riporto di seguito i versetti significativi.

25 Allora Giuseppe disse al faraone: «Il sogno del faraone è uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone. 26 Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni: è un solo sogno. 27 E le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, sono sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d’oriente, sono sette anni: vi saranno sette anni di carestia. 28 E’ appunto ciò che ho detto al faraone: quanto Dio sta per fare, l’ha manifestato al faraone.

29 Ecco stanno per venire sette anni, in cui sarà grande abbondanza in tutto il paese d’Egitto. 30 Poi a questi succederanno sette anni di carestia; si dimenticherà tutta quella abbondanza nel paese d’Egitto e la carestia consumerà il paese. 31 Si dimenticherà che vi era stata l’abbondanza nel paese a causa della carestia venuta in seguito, perché sarà molto dura. 32 Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta ad eseguirla.

33 Ora il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a capo del paese d’Egitto. 34 Il faraone inoltre proceda ad istituire funzionari sul paese, per prelevare un quinto sui prodotti del paese d’Egitto durante i sette anni di abbondanza. 35 Essi raccoglieranno tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire, ammasseranno il grano sotto l’autorità del faraone e lo terranno in deposito nelle città.36 Questi viveri serviranno al paese di riserva per i sette anni di carestia che verranno nel paese d’Egitto; così il paese non sarà distrutto dalla carestia».

Giuseppe diventa secondo in Egitto e riceve l’incarico di organizzare una grande raccolta di grano negli anni di abbondanza per poter passare indenni gli anni di carestia. Giuseppe, da prove archeologiche, iniziò a coniare moneta con la quale acquistò parte del grano ogni anno.

In pratica senza spendere un soldo Giuseppe si inventò moneta dal nulla e riempì le scorte del Faraone. La Fed e la Bce fanno oggi la stessa cosa. Inondano gli stati di denaro creato dal nulla con l’unico risultato di creare inflazione. Fatto sta che dopo i primi sette anni di abbondanza arrivarono i sette di carestia durante i quali Israele si salva.

Giacobbe e la sua famiglia si trasferirono in Gosen dove la famiglia prosperò e da pochi divennero molti. Così mentre gli Egiziani diventavano schiavi del Faraone e lentamente si trasferivano dalle campagne alla città, gli Israeliti prosperavano nelle fertili terre del nord dell’Egitto.

I primi sette anni dunque non riguardano Israele, ma l’Egitto che vive un periodo di abbondanza e prepara le provviste per il futuro. I sette anni di carestia invece riguardano anche Israele che entra in Egitto, il paese della salvezza, e qui passa indenne il periodo calamitoso, meglio di quanto non lo passino gli Egiziani stessi, e questo grazie a Giuseppe che provvede per loro.

I 14 anni quindi per gli Israeliti sono solo sette, e sono sette di carestia per l’Egitto, ma di abbondanza per Israele, il popolo di Dio, che riceve una salvezza inaspettata. La vera carestia è per tutti gli altri. La carestia per gli Egiziani è dovuta al Faraone, che tramite Giuseppe, lentamente riduce tutti in schiavitù ed esige tasse esose. La bestia selvaggia quindi attacca la falsa religione dell’Egitto. Israele invece si trova in un’ abbondanza non sperata.

Questo si ricollega ai sette tempi che stiamo vivendo noi. La carestia affligge la falsa religione e Dio l’abbandona. Così Gerusalemme deve essere calpestata. Ma Israele si prepara ad uscire dalla falsa religione. La donna infatti, come si legge in Rivelazione 12, fugge nel deserto per ricevere istruzione. Gli ultimi tre anni e mezzo in particolare definiscono il periodo in cui di più Dio istruisce il suo popolo. La  falsa religione, l’organizzazione dei Testimoni di Geova, affoga invece nella carestia spirituale.

Questo non significa che sia sempre stato così. Il popolo di Dio è salvato e tratto come un rimanente anche fuori dai Testimoni di Geova, che però, così come è stato per l’Egitto, sono una delle organizzazioni che Dio ha utilizzato per salvare il suo popolo, istruirlo e prepararlo.

Così come Israele depredava l’Egitto, allo stesso modo il popolo di Dio sta godendo di un’abbondanza spirituale preparata in passato da una organizzazione religiosa un tempo approvata, che però ora è in carestia e che, essendosene forse resa conto, è ormai spaventata.

10  Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia feroce, e il regno della bestia piombò nelle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua dal dolore, 11  ma anziché pentirsi delle loro opere bestemmiarono l’Iddio del cielo per le loro sofferenze e per le loro ulcere.  (Rivelazione 16: 10) Questa è la descrizione della quinta coppa dell’ira di Dio. Le ulcere indicano la pestilenza sulla falsa religione.


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2 pensieri riguardo “Le 10 piaghe e la tribolazione

  1. Le piaghe sono la risposta del Giudice aterno all’arroganza degli umani divenuti bestie nella Bestia, ovvero sue tessere, con esse è dato loro un numero di possibilità per inginocchiarsi davanti al Creatore arresi, cosa che puntualmente non faranno mai,lo sappiamo benissimo, ma Dio in perfetta giustizia non annienta mai i suoi nemici prima di averli avvisati del loro peccato mortale, quell’unico per il quale non c’è preghiera nè miserocordia, ossia la bestemmia contro il suo Spirito, l’opposizione diabolica totale di chi pone fede nella scienza bestemmiando il Padre.
    Ai due testimoni è data la potenza delle maledizioni di Dio sui capri, si, percuotono il mondo con la Verità del Vivente che pone i capi d’accusa a carico di chiunque partecipi alla collettiva follia idolatrica in auge qui al tempo della fine fino a martirizzare i bambini innocenti. Guai a loro.
    Colui che cavalca il cavallo bianco ha l’arco della giustizia del Padre in mano, i suoi dardi colpiscono inesorabili e precisi Babilonia e suoi turpi sudditi, poichè hanno fatto della fede la loro apostasia senza ritorno e dei denari d’infamia il loro tesoro, chiudendo la porta del cuore a Dio.
    Non siamo qui per riunire i molti che il diavolo ha diviso dall’Eterno, la loro scelta gli basti, il salario della viltà perversa sia la loro ricompensa.

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