La seconda tromba

Della seconda tromba si parla in Apocalisse capitolo otto, dove si parla delle sette trombe dell’Apocalisse. Vorrei oggi provare a capire meglio quanto espresso in Rivelazione 8:8,9 a proposito della seconda tromba: ” E il secondo angelo suonò la sua tromba. Qualcosa come un gran monte infuocato fu scagliato nel mare. E un terzo del mare divenne sangue; un terzo delle creature che sono nel mare e che hanno anima morì, e un terzo delle navi fece naufragio.”

la seconda tromba

Il monte della seconda tromba

Si parla di un grande monte che viene scagliato nel mare. Dobbiamo capire cosa significano o simboleggiano il monte e il mare. Già più volte abbiamo parlato del fatto che le prime 4 piaghe sono relative all’attività dei due testimoni che predicano vestiti di sacco.

I due testimoni sono raffigurati da Mosè ed Elia, oppure dai due olivi di Zaccaria capitolo 4: Zorobabele e Giosuè. Ho voluto anticipare questo aspetto perché in Zaccaria capitolo 4 si menziona qualcosa che sembra ricollegarsi alla seconda tromba.

Riporto di seguito diversi versetti del capitolo 4 di Zaccaria: “Pertanto rispose e mi disse: “Questa è la parola di Geova a Zorobabele, dicendo: ‘“Non mediante forza militare, né mediante potenza, ma mediante il mio spirito”,  ha detto Geova degli eserciti.  Chi sei tu, o gran monte? Davanti a Zorobabele [diverrai] pianura. Ed egli certamente porterà fuori la pietra della testata. 

A essa si griderà: “Com’è attraente! Com’è attraente!”’” E la parola di Geova continuò a essermi rivolta, dicendo: “Le medesime mani di Zorobabele hanno gettato le fondamenta di questa casa, e le sue proprie mani [la] finiranno. E dovrete conoscere che Geova degli eserciti stesso mi ha mandato a voi. Poiché chi ha disprezzato il giorno delle piccole cose? E certamente si rallegreranno e vedranno il piombino in mano a Zorobabele. Questi sette sono gli occhi di Geova.

Percorrono tutta la terra”. E rispondevo e gli dicevo: “Che significano questi due olivi al lato destro del candelabro e al suo lato sinistro?” Quindi risposi per la seconda volta e gli dissi: “Che cosa sono i due mazzi di ramoscelli degli olivi che, per mezzo dei due tubi d’oro, versano da dentro di sé il [liquido] dorato?” Allora mi disse: “Non sai realmente che significano queste [cose]?”A mia volta dissi: “No, mio signore”. Pertanto disse: “Questi sono i due unti che stanno accanto al Signore dell’intera terra”.

Interessante al versetto 7 vedere che un gran monte si spiana di fronte all’attività di Zorobabele, colui che getta le fondamenta del tempio. Il tempio è una rappresentazione del cosmo e questo ormai lo sappiamo bene. I due testimoni fanno la loro comparsa in un capitolo di Rivelazione in cui l’apostolo Giovanni riceve l’incarico di misurare il tempio. Nel capitolo 3 di Abacuc, Geova viene descritto nell’atto del misurare la Terra nei tempi della fine. La misurazione del tempio corrisponde alla misurazione della terra. Zorobabele infatti si presenta al versetto 10 di Zaccaria con il piombino in mano nell’intento, evidentemente, di misurare la perpendicolarità di un muro.

Ma di monti si parla anche in altri passi della Bibbia. Dal punto di vista profetico sicuramente ci interessa la visione della statua del capitolo 2 di Daniele. Al versetto 34 e 35 così si legge: “ Tu continuasti a guardare finché una pietra fu tagliata non da mani, e urtò l’immagine ai piedi di ferro e argilla modellata e li stritolò. In quel tempo il ferro, l’argilla modellata, il rame, l’argento e l’oro, tutti insieme, furono stritolati e divennero come la pula dell’aia d’estate, e il vento li portò via così che non se ne trovò nessuna traccia. E in quanto alla pietra che urtò l’immagine, divenne un ampio monte e riempì l’intera terra.”

La pietra tagliata potrebbe corrispondere al monte infuocato che finisce scagliato nel mare. In Daniele questa pietra forma poi un alto monte che copre tutta la Terra. Questo rappresenta il regno di Geova e i monti in generale significano dei regni o dei poteri politici in tutta la Bibbia.

Il monte spianato di fronte a Zorobabele rappresenta dunque quel volere politico che sostiene l’eliocentrismo, e questo include tutti i governi del mondo, che non vorrebbero far trapelare la verità sulla Terra piatta e diffondono così menzogne mediante finti terrapiattisti.

La pietra infuocata lanciata nel mare in Rivelazione 8 è quindi la pietra tagliata di Daniele, cioè i governi mondiali, giudicati colpevoli di aver falsificato la verità sulla Terra. Lanciando la pietra nel mare un terzo del mare diventa sangue. Il mare rappresenta il mondo estraniato da Dio. Un terzo delle creature marine muoiono a rappresentare persone espulse dalle congregazioni per il fatto che arrivano a conoscere e a parlare della verità della Terra. Finiscono emarginati a causa del loro nuovo modo di pensare.

Il fatto che un terzo del mare diventi sangue rappresenta il fatto che per queste persone si rende valido il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo.

Esattamente come nelle dieci piaghe d’Egitto l’acqua che diventa sangue preannunciava il sangue versato dai primogeniti nell’ultima piaga, così l’acqua del mare che diventa sangue preannuncia la morte dei due testimoni e il regno di Gesù che si fa realtà alla metà della settimana.


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