Predicare la buona notizia: quando? Oggi

Predicare la buona notizia è un comando del Cristo. Il gruppo dei rifugiati di Pella ha cominciato a tenere adunanze su Zoom. Ci concentriamo sulla buona notizia del regno di Gesù. Avrei preferito che ci vedessimo tutti di persona, ma siamo un piccolo gruppo da tutta Italia, e ci limitiamo quindi a riunioni online al martedì e al giovedì sera. Chi dei lettori fosse interessato può contattarmi su earthmeasured@gmail.com per sapere come partecipare. Cerchiamo così di rispettare il comando di Ebrei 10:25 dove si dice di non abbandonare la comune adunanza.

In questo articolo voglio ora parlare della predicazione, quella di cui si parla in Matteo 24:14 “Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.”

Mi chiedo quando si debba adempiere questo versetto e se noi si debba fare qualcosa per adempiere le parole di Gesù. Vediamo allora il contesto di Matteo 24:14. Già abbiamo analizzato in passato questo capitolo che ci riporta il segno degli ultimi giorni come descritto dalle parole di Gesù. “ Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo”.

Abbiamo spesso discusso, in articoli precedenti, della venuta del Signore, piazzandola a metà di un periodo di sette anni, quello che stiamo vivendo a partire dalla fine del 2015. I testimoni di Geova, con un intreccio interpretativo che rivela scarsa comprensione degli avvenimenti, dicono che i sette tempi sono un periodo di 2520 anni che va dal 607 a.C. al 1914. Gesù avrebbe cominciato a regnare in quell’anno, il 1914, e da lì sarebbero cominciati gli ultimi giorni.

La profezia delle settanta settimane ci dice però che il Messia viene a metà della settimana e non alla fine. Luca 21:24 ci dice inoltre che il calpestamento di Gerusalemme, cioè i sette tempi, sono gli ultimi giorni e non lascia la possibilità di capire che sia invece un periodo che viene prima degli ultimi giorni. Già abbiamo indicato a più riprese che gli ultimi giorni sono ora e sono iniziati nell’ottobre 2015.

La buona notizia del Regno e il terremoto

Cercando di analizzare ancora meglio il contesto, noteremo che la predicazione è messa in relazione con i terremoti menzionati al versetto 7. Abbiamo già parlato in passato del significato del terremoto negli ultimi giorni. Si tratta dell’attacco di Gog contro gli eletti, che moriranno nel terremoto. (Rivelazione 11:13). La loro morte significa la fuoriuscita dalla sinagoga o congregazione attuale.

Bisogna comprendere anche che coloro che decideranno di uscire dalle religioni correranno il rischio di essere ingannati dal Falso profeta o Anticristo. Questo è un personaggio politico organizzativo che sta lavorando sodo in questi anni per preparare il più grande inganno della storia. Sembrerà che l’anticristo venga portando la salvezza dal disastro sociale in cui ci troviamo. Alcuni potrebbero riporre fede nell’uomo invece che in Dio. Sappiamo anche che chi esce da Babilonia inizia un’opera di purificazione dalla falsa religione che dura per un po’ e non è immediata. L’Israele che usciva dall’Egitto ebbe bisogno di tempo per potersi spogliare della falsa adorazione Egiziana.

Ecco perché l’opera di predicazione viene menzionata dopo il terremoto. C’è bisogno di predicazione per istruire la donna nel deserto. (Rivelazione 12:14). Ci sono altre prove a questo riguardo? Direi di sì. Leggiamo per esempio Atti 16:25 “Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano. A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell’istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono.

 Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui». Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?» Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia”. Vedete le analogie?

Il terremoto in questo caso significa liberazione, per Paolo e Sila, e la successiva predicazione alla guardia ha come tema principale il Signore Gesù, cioè la buona notizia del Regno di Matteo 24:14. La guardia fa per uccidersi, e questa è l’uscita dalla sinagoga ma viene fermato e questa è la risurrezione. Pensate che sia solo una coincidenza? Nella Bibbia non esistono coincidenze e tutto è collegato.

buona notizia

Analizziamo poi il famoso capitolo 33 di Ezechiele, dove si parla della responsabilità della sentinella. Abbiamo da poco esaminato i capitoli precedenti che ci hanno mostrato come l’Egitto, il Leviatano, verrà distrutto nel deserto, esattamente come successe ai tempi dell’Esodo. Questo avverrà in concomitanza con l’attacco dell’Egitto (Gog di Magog) che sappiamo essere il secondo guaio o meglio il sesto anno dei sette tempi.

 O figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia.  Se io dico all’empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te.
Ma se tu avrai ammonito l’empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvo.” (Ezechiele 33:7).

La sentinella quindi deve avvertire Israele, e infatti al versetto 21 si parla dello scampato alla distruzione di Gerusalemme. La predicazione e l’avvertimento viene quindi chiaramente messo i relazione con l’uscita dall’Egitto e con il calpestamento e la distruzione di Gerusalemme. Chi dovremmo avvertire?

Si parla di avvertire chi è in Gerusalemme, cioè chi fa parte del popolo di Dio abbandonato, persone che per lo più, purtroppo, non hanno la minima intenzione di ascoltare. Lascio a voi lettori ogni considerazione sul come ciò si possa fare.


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Un pensiero riguardo “Predicare la buona notizia: quando? Oggi

  1. “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”, si riferiva all’ultima ora del mondo ed alla parousia.
    Quasi tutti dormono e non vogliono essere disturbati, ma voi “Quel che io vi dico nel buio ripetetelo alla luce del giorno; quel che ascoltate sottovoce, gridatelo dalle terrazze. Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma che non possono uccidere l’anima. Temete piuttosto Dio, che può mandare in rovina sia il corpo sia l’anima, all’inferno.”, affinchè il sangue di costoro non ricada su di voi, o meglio, la cenere incandescente dei loro cadaveri.
    Chi ama lo Sposo se non chi gli corre in contro senza timore del fuoco, nel cuore della notte? L’anima che non può morire.
    Il fuoco viene, nessuno lo può fermare, la Sposa non lo teme, è la Giustizia del suo Dio, che ha atteso trepidante nella sveglia.
    Quanto invece scotterà quel fuoco sulla carne addormentata nell’ubriaco sonno del mondo! Tremendo sarà il risveglio, i loro cuori scoppieranno di terrore al ruggire dell’uragano levatosi improvviso.
    Invano i loro sacerdoti e maestri tuonano prediche cercando di esorcizzare l’ira del Vivente, volendoli svegliare, ma dormono sicuri, e ignari che il tempo è già scaduto.

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