Gli Israeliti raccoglievano il cibo per il sabato il giorno prima. Alle volte si perde il conto dei giorni e si finisce per essere confusi. Capita a tutti di chiedersi: Che giorno è oggi? In quale giorno della settimana vivo? Oggi però cercheremo di capire in quale giorno dell’ultima settimana di anni tutti noi stiamo vivendo.
Matteo 24:20-22 a proposito della fuga sui monti fuori di Gerusalemme, che si doveva portare a termine prima della completa distruzione nel 70 d.C., riporta queste parole del Cristo: “Continuate a pregare perché la vostra fuga non avvenga d’inverno né in giorno di sabato, perché allora ci sarà grande tribolazione come non è accaduta dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti a meno che quei giorni non fossero abbreviati nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati.”
Perché Gesù insisteva che i suoi seguaci pregassero per non rischiare di muoversi in ritardo avendo procrastinato la loro fuga d’inverno o di sabato? Facciamo riferimento ai sette tempi di Rivelazione 11 e consideriamo questa come una settimana di anni. A che punto della settimana siamo adesso? Vediamo:
- da ottobre 2015 a fine settembre 2016 ci troviamo al primo giorno,
- dai primi di ottobre 2016 a fine settembre 2017 ci troviamo al secondo giorno,
- 2017 a fine settembre 2018 ci troviamo al terzo giorno,
- dai primi di ottobre 2018 a fine settembre 2019 ci troviamo al quarto giorno,
- ottobre 2019 a fine settembre 2020 ci troviamo al quinto giorno,
- dai primi di ottobre 2020 a fine settembre 2021 ci troviamo al sesto giorno,
- ottobre 2021 a fine settembre 2022 ci troveremo nel settimo giorno, il sabato.
Cosa rappresenta questa tabella? Dove siamo collocati nel tempo? Entro breve entreremo nel sabato, il che avverrà poco prima dell’inverno 2021. A quel punto noi dovremo essere fuori da Gerusalemme per non correre il rischio di restarne intrappolati. Ricordiamo infatti che dopo che Cestio Gallo ebbe abbandonato Gerusalemme, fu possibile, per un breve periodo di tempo, di uscire incolumi da Gerusalemme.
Questo fatto permise ai cristiani di Gerusalemme di fuggire nella zona montagnosa di Pella. I Cristiani pertanto dovettero trascorrere un periodo difficile lontano dalle comodità di una grande città come Gerusalemme. Vennero dunque a trovarsi in una situazione precaria, senza casa, forestieri, senza occupazione e senza reddito. Una circostanza simile a un giorno di Sabato quando non si poteva viaggiare né procurarsi il cibo.
Il cibo per il sabato nel deserto
Gli Israeliti, in vista del sabato, avevano da completare alcuni passi importanti. In Esodo si racconta di quando Geova provvide la manna per sostenere il popolo nel deserto e dei preparativi necessari per il sabato.

“Questo è ciò che Geova ha comandato: ‘Ciascuno ne raccolga in proporzione a quanto ne mangia. Dovete prenderne un òmer a testa, secondo il numero di persone che ognuno di voi ha nella sua tenda’”. Gli israeliti cominciarono a fare così e lo raccolsero, alcuni molto e altri poco. Quando lo misuravano con l’òmer, a chi ne aveva raccolto molto non ne avanzava e a chi ne aveva raccolto poco non ne mancava. Ciascuno ne raccolse in proporzione a quanto ne mangiava. Quindi Mosè disse loro: “Nessuno ne conservi fino al mattino”.
Ma non ascoltarono Mosè. Quando alcuni ne conservarono fino al mattino, fece i vermi e cominciò a puzzare, e Mosè si adirò contro di loro. Lo raccoglievano di mattina in mattina, ciascuno in proporzione a quanto ne mangiava. Quando il sole si faceva caldo, si scioglieva. Il sesto giorno si raccolsero il doppio del pane, 2 òmer a persona.
Tutti i capi dell’assemblea andarono dunque a riferirlo a Mosè. Lui disse loro: “È quello che ha detto Geova. Domani ci sarà un completo riposo, un santo sabato in onore di Geova. Cuocete ciò che dovete cuocere e bollite ciò che dovete bollire; poi conservate tutto quello che avanza e tenetelo fino al mattino”. Così lo conservarono fino al mattino, proprio come Mosè aveva comandato, e non puzzò né fece i vermi.
Quindi Mosè disse: “Mangiatelo oggi, perché oggi è un sabato in onore di Geova. Oggi non lo troverete sul terreno. Lo raccoglierete per sei giorni, ma il settimo giorno, il sabato, non ce ne sarà”. Ciò nonostante, il settimo giorno alcuni tra il popolo andarono a raccoglierlo, ma non ne trovarono. Perciò Geova disse a Mosè: “Per quanto tempo ancora rifiuterete di osservare i miei comandamenti e le mie leggi? Non dimenticate che Geova vi ha dato il sabato. Per questo il sesto giorno vi dà il pane per due giorni. Ognuno deve rimanere dov’è; il settimo giorno nessuno deve lasciare il luogo in cui si trova”. Così il settimo giorno il popolo osservò il sabato. (Esodo 16:16-30)
Ora noi siamo nel giorno che precede il sabato e dobbiamo prepararci al riposo del giorno che sta per venire. Saremo presto ridotti agli arresti nelle nostre case, impossibilitati ad uscire dalle nostre residenze. Se rifiuteremo il marchio della bestia impresso nel nostro corpo dovremo affrontare persecuzione e confinamento. In quei momenti cruciali tutti noi avremo bisogno del cibo necessario al sostentamento nostro e dei famigliari. Ecco quindi che trovandoci adesso in un giorno pre-sabatico dobbiamo preoccuparci del dopo.
Domani saremo impossibilitati ad uscire di casa? Avremo ancora accesso al mercato, ai negozi?? Saremo privati delle nostre risorse economiche? Come riusciremo a sopravvivere in tali circostanze? Che faremo? Non sarebbe meglio correre ai ripari fin da ora? Queste sono domande a cui ciascuno dovrebbe riflettere.
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