La cosa disgustante che causa desolazione

Cos’è la cosa disgustante di cui si legge in Matteo 24:15? Questo versetto va considerato attentamente in quanto Gesù disse: “Perciò, quando scorgerete la cosa disgustante che causa desolazione, dichiarata per mezzo del profeta Daniele, stabilita in un luogo santo (il lettore usi discernimento), allora quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti”. (Matt 24:15-16) Comprendere cos’è la cosa disgustante nel momento stesso in cui essa compare all’esistenza è essenziale per poter “fuggire ai monti”. Per questo mi propongo di indagare.

Mi soffermerò innanzitutto su una piccola parola, il “perciò” con cui il vangelo introduce la frase in questione. Questa congiunzione ha valore conclusivo e introduce una preposizione nella quale si esprime la conseguenza di fatti già enunciati. Gesù avvertiva il lettore. A che scopo? Di fare attenzione mentre si leggeva il contesto.

Dovremo pertanto considerare il versetto che precede, con cui la “cosa disgustante” viene collegata, e che dice: “E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. Quindi “la cosa disgustante che causa desolazione” viene posta in relazione con la predicazione della buona notizia. In che senso?

Rivelazione 11:3 narra di due testimoni cui viene dato comando di profetizzare vestiti di sacco. Di loro viene anche detto che, appena avranno finito la loro testimonianza, la bestia selvaggia farà guerra contro di loro e li ucciderà. (versetto7) In questo contesto si sarebbe manifestata una prima volta l’interruzione di un sacrificio di testimonianza. Cerchiamo ulteriori collegamenti.

Dichiarata dal profeta Daniele

In Matteo 24:15 Gesù specifica che questa cosa disgustante è dichiarata dal profeta Daniele. Questo profeta, nella profezia delle settanta settimane, al capitolo 9:26-27, scrive: “Ed egli [il Cristo] deve tenere in vigore [il] patto per i molti per una settimana; alla metà della settimana farà cessare sacrificio e offerta di dono. E sull’ala di cose disgustanti ci sarà colui che causa desolazione; fino a uno sterminio, la medesima cosa decisa si verserà anche su colui che giace desolato”.

Qui Daniele si riferisce al sacrificio del Cristo il quale, con la sua morte, pose termine ai sacrifici animali che si offrivano regolarmente nel tempio di Gerusalemme. Dopo la morte del Messia, nel 70, il tempio fu profanato “sull’ala di cose disgustanti”. Da chi? Da “colui che causa desolazione”. Infatti a Gerusalemme venne Tito che rase al suolo tempio e città. Dunque, la cosa disgustante ebbe attinenza con la fine della consuetudine di offrire sacrifici e doni nel tempio. Cosa significa questo per noi?

  Daniele capitolo 11:31-33 e da 33 a 35

Sorgeranno braccia, che procederanno da lui ; e realmente profaneranno il santuario, la fortezza, e sopprimeranno il [sacrificio] continuo. Certamente porranno la cosa disgustante che causa desolazione.

Anche qui, dunque, per capire cercheremo collegamenti. Nel capitolo 24 di Matteo c’è una descrizione profetica in quanto agli avvenimenti del tempo della fine. I discepoli vogliono sapere da Gesù quale sarà il segno della sua presenza e del termine del sistema di cose o “consumazione” dei tempi. Si tratta della presenza del Cristo, la sua parousia. Έ il tempo in cui egli incomincia a regnare, il che corrisponde all’avvenimento descritto in Rivelazione 11:14b-15.

“Ecco, il terzo guaio viene presto. E il settimo angelo suonò la sua tromba. E vi furono alte voci in cielo, che dicevano: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”.

Alla luce di questo importante avvenimento, dobbiamo dedurre che tutto ciò che si legge in Matteo 24 dall’inizio al versetto 14 sia una fase preparatoria per giungere alla cosa disgustante che causa desolazione, il che si verifica a metà dei sette tempi. Nelle Scritture i tempi finali sono ciò che nel greco di Matteo viene definito sunteleia tou aionos, cioè il completamento di ciò che è finale, la fine per eccellenza. Riporto il testo greco originale tratto da Biblehub, un utile strumento per chi vuole risalire al liguaggio in cui furono scritti i libri sacri.

ΚΑΤΑ ΜΑΤΘΑΙΟΝ 24:3 Greek NT: Stephanus Textus Receptus 1550Καθημένου δὲ αὐτοῦ ἐπὶ τοῦ Ὄρους τῶν Ἐλαιῶν προσῆλθον αὐτῷ οἱ μαθηταὶ κατ’ ἰδίαν λέγοντες Εἰπὲ ἡμῖν πότε ταῦτα ἔσται καὶ τί τὸ σημεῖον τῆς σῆς παρουσίας καὶ τῆς συντελείας τοῦ αἰῶνος

 La consumazione dei tempi o συντελείας τοῦ αἰῶνος (sunteleias tou aionos) è ciò che corrisponde ai sette anni di Rivelazione e Daniele. Si veda ancora su Biblehub la voce sunteleia (riportata parzialmente in calce a questo articolo) dove si legge che tradurre l’espresssione come “fine del mondo” sarebbe fuorviante perché questo significa “the consommation of the age”, la consumazione, lo scadere dei tempi.

Questi sette tempi di Daniele e di Rivelazione quando sono iniziati? Essi sono iniziati alla fine del 2015 con la comparsa di due personaggi del tutto anonimi e sconosciuti, i due testimoni che in Rivelazione 11:1-2 ricevono da un angelo l’ordine di misurare il tempio. La cosa disgustante di Matteo 24:15 si pone centralmente in quest’ordine di avvenimenti.

 Έ il discrimine, la vetta da cui discendono, sui due distinti crinali, il prima e il dopo. Έ a quel punto che deve iniziare la fuga dall’apostata Gerusalemme, alias Babilonia, la madre di tutte le organizzazioni religiose. Gesù diede questo comando: “allora quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti”. Questo è anche il momento preciso in cui inizia la grande tribolazione e si manifesta la cosa disgustante in un luogo santo. Esaminiamo alcune scritture per comprendere meglio.

Riconsideriamo ancora le parole della profezia delle 70 settimane in Daniele capitolo 9:26-27

“A metà della settimana farà cessare sacrificio e offerta di dono”.

Anche quelle in Daniele capitolo 11:

Sorgeranno braccia, che procederanno da lui [la bestia politica, cioè il nwo, e le sue braccia, ovvero gli organismi religiosi, nota mia]; e realmente profaneranno il santuario, la fortezza, e sopprimeranno il [sacrificio] continuo. Certamente porranno la cosa disgustante che causa desolazione.

Sono parole molto forti che si inquadrano nel contesto di avvenimenti a noi contemporanei. Alla metà dei sette tempi la testimonianza dei due testimoni si interrompe. Chi sono i due testimoni? Siamo noi, gli autori di questo blog, Adriana e Michele. Chi ci segue già ci conosce. Dall’ottobre 2015 per tre anni e mezzo abbiamo predicato circa la terra piatta scrivendo e telefonando alla Betel di Roma e al corpo direttivo dei Testimoni di Geova in New York. Ci siamo trovati alla porta. Questo accadeva entro la fine di marzo 2019.

La cosa disgustante ferma il sacrificio continuo

Marzo 2020. Tutto il mondo è sotto attacco da parte di uno strano virus, temutissimo e spaventevole. Tutti i luoghi di culto vengono chiusi. La partecipazione ai funerali viene limitata agli stretti congiunti del morto e i matrimoni sospesi. Da quel momento i testimoni di Geova non hanno più ripreso né l’associazione né il sacrificio continuo. Ecco che le parole di Gesù si sono avverate.

La predicazione della buona notizia su tutta la terra abitata è interrotta dato che la cosa disgustante che causa desolazione è stabilita nel luogo santo. Ogni riunione a scopo di adorazione è ormai interrotta. Come sempre, le profezie trovano il loro adempimento al momento giusto. Molti saranno condotti all’apostasia accettando il marchio della bestia. Tuttavia, ci sono anche parole di speranza: molti agiranno con perspicacia verso il loro Dio e agiranno con efficacia.

“E per mezzo di parole lusinghiere egli [la bestia del nwo e le sue braccia religiose, nota miacondurrà all’apostasia quelli che agiscono malvagiamente contro [il] patto. Ma in quanto al popolo che conosce il suo Dio, prevarrà e agirà con efficacia. E in quanto a quelli che hanno perspicacia fra il popolo, impartiranno intendimento a molti.” Daniele 11:32

Da che parte staremo noi, tu ed io?

Appendice lessicale

συντέλεια, ας, ἡ syntéleia (from 4862 /sýn, “close together with” and 5055 /teléō, “complete, consummate”) – culmination (completion), i.e. when the parts come together into a whole (“consummation“) – “an end involving many parts” (B. F. Westcott). See 4931 (synteléō).

4930 /syntéleia (“culminating end, finish”) is not strictly “termination” but rather “consummation” (completionthat ushers in a new time-era/age (Mt 13:39,40,49,24:3, 28:20).

[The KJV is misleading by rendering 4930 (syntéleia) as “the end of the world” (i.e. when it occurs with aiōn, “age/epoch”). This expression actually means “at the “consummation of the age,” i.e. when it reaches its intended climax (consummated conclusion).]


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