Trovare un rifugio in Geova

Dobbiamo trovare un rifugio in Geova, non rimane molto tempo. Gli ebrei durante le persecuzioni naziste cercavano spasmodicamente di trovare un rifugio. Di Anna Frank resta un diario. Questa ragazzina ebrea visse due anni con la sua e un’altra famiglia, i Van Daan, in un alloggio segreto senza mai vedere la piena luce del giorno per via dell’oscuramento alle finestre. In una soffitta tenevano ammucchiati i viveri a lunga scadenza, come fagioli secchi e patate. Il diario di Anna è una cronaca di quei 26 mesi vissuti nel costante terrore di essere scoperti. Fu un’esperienza molto dura e la convivenza con gli altri non sempre facile. I locali erano piccoli, scomodi e molto freddi. C’era un solo bagno in comune che non si poteva usare per tutta la mattina perché sotto c’erano degli uffici e non bisognava farsi sentire.

rifugio per il sabato

Le notizie che arrivavano dall’esterno erano spaventose. Intere famiglie nel numero dei loro amici erano state arrestate e portate nei campi di concentramento. La polizia compiva retate nelle case e accadeva che i bambini, quando tornavano a casa da scuola, non trovavano più i loro genitori. L’Olanda versava in uno stato di povertà estrema e procurarsi il necessario per vivere era diventata un’impresa per tutti. Per di più i rifugiati, essendo “civilmente scomparsi” non avevano diritto ai tagliandi annonari per ricevere i viveri razionati. La loro dieta era basata su ortaggi spesso marci, fagioli e legumi che col tempo ammuffivano, cavoli e soprattutto patate.

Trovato quel rifugio, tu riderai della fame

In un periodo angoscioso come questo in Geova troveremo un rifugio. A questo proposito Giobbe scrive parole molto rassicuranti, che ci riguardano da vicino: “Da sei tribolazioni ti libererà, E alla settima il male non ti toccherà. Durante la carestia certamente ti redimerà dalla morte, E durante la guerra dalla potenza della spada. Sarai nascosto alla frusta della lingua, E non avrai timore della spoliazione quando essa verrà. Riderai della spoliazione e della fame, E non dovrai temere la bestia selvaggia della terra. Poiché il tuo patto sarà con le pietre del campo, E la stessa bestia selvaggia del campo sarà fatta vivere in pace con te. E certamente conoscerai che la pace stessa è la tua tenda, E dovrai andare a vedere il tuo pascolo, e non ti mancherà nulla.” (Gb 5:19-24)

Questo passo ci conforta perché Dio ci promette liberazione da sei angustie, e ci assicura che alla settima, nel simbolico giorno di sabato, nulla di male ci potrà toccare. Queste allusioni legate al sette ci rimandano ai guai dell’Apocalisse che sono sempre elencati per sette. Noi stiamo per entrare nel settimo anno cui allude Rivelazione 11, anno conclusivo, prima che Armaghedon raggiunga il suo climax.

Non dovremo temere la bestia selvaggia, il potere politico del nuovo ordine mondiale, che sta imperversando sul mondo. Pertanto, a differenza di Anna Frank, non dobbiamo temere quel periodo di segregazione nel quale stiamo per entrare.

Probabilmente nascosti nel rifugio di Geova

Sofonia similmente scrive: “Prima che [lo] statuto partorisca [alcuna cosa], [prima che il] giorno sia passato proprio come la pula, prima che venga su di voi l’ardente ira di Geova, prima che venga su di voi il giorno dell’ira di Geova, cercate Geova, voi tutti mansueti della terra, che avete praticato la Sua propria decisione giudiziaria. Cercate la giustizia, cercate la mansuetudine. Probabilmente potrete essere nascosti nel giorno dell’ira di Geova.” (Sof 2:2-3) Questa parola “probabilmente” ci fa comprendere quanto possa essere difficile avvalersi della protezione di Geova. Perché?

Il motivo non sta nel fatto che Geova non sia sicuro di volerci nascondere nel suo rifugio per il sabato. Il probabilmente dipende da noi. Oggi, parlando con molte delle persone che conosco da decenni, noto che la maggioranza si sono ormai vaccinati o stanno per farlo. Per lo più quelli che studiano le Scritture da lustri non collegano il vaccino con il marchio della bestia di Rivelazione 13:16-18 e corrono a vaccinarsi per i motivi più svariati.

Spesso semplicemente per non perdere l’approvazione dei figli o di altri ficcanaso che continuano a insistere. Per poter essere nascosti nel giorno dell’ira bisogna invece aver prima cercato Geova, aver praticato la sua decisione giudiziaria, essere mansueti, modesti, amare la giustizia. Dato che il vaccino corrisponde al marchio di Ri 13:16-18, il fatto di riceverlo impresso nel proprio corpo mostra grave disubbidienza e diventa un impedimento, un potente ostacolo alla protezione di Dio.

“Se qualcuno adora la bestia selvaggia e la sua immagine e riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, anche lui berrà il vino dell’ira di Dio, versato puro nel calice della sua ira, e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello. E il fumo del tormento di queste persone salirà per i secoli dei secoli; quelli che adorano la bestia feroce e la sua immagine e tutti quelli che ricevono il marchio del suo nome non avranno riposo né giorno né notte. È qui che ci vuole perseveranza da parte dei santi, quelli che osservano i comandamenti di Dio e si attengono alla fede di Gesù”. Riv 14:9-12

Contrastare e resistere dal nostro rifugio

Contrastare e resistere sono due modi di procedere che richiedono perseveranza e determinazione. Inoltre distinguere che il vaccino è un atto di adorazione nei confronti della bestia politica implica capacità di percezione, autonomia spirituale, rispetto per la vita in quanto creazione divina, qualità che Geova apprezza.

Questi discorsi apparentemente facili sono però difficili da sviluppare con la maggioranza delle persone cosiddette “cristiane”. In Ebrei, Paolo alludeva alle molte cose che si sarebbero dovute dire ma che erano “difficili a spiegarsi”. Infatti i suoi interlocutori erano diventati “di udito torpido”. Egli spiega: “Poiché, in realtà, mentre dovreste essere maestri a causa del tempo, avete ancora bisogno che qualcuno vi insegni dal principio le cose elementari dei sacri oracoli di Dio; e siete divenuti tali che avete bisogno di latte, non di cibo solido.

Poiché chiunque partecipa al latte è senza conoscenza della parola della giustizia, perché è bambino. Ma il cibo solido è per le persone mature, per quelli che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male.” (Ebrei 5:11-14) Giustamente si legge in Osea: il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. (Osea 4:6)

Coltivare nobiltà di mente

Oggi tutte le religioni organizzate premono perché i propri adepti si facciano inoculare. Perciò la maggior parte dei più creduloni si affrettano come bestie che vanno al macello. Ma la fede non è un fatto di credulità. Le Scritture insistono perché ciascuno di noi si accerti personalmente di tutte le cose. Dei cristiani di Berea nel libro degli Atti si legge: “Ora questi ultimi erano di mente più nobile di quelli di Tessalonica, poiché ricevettero la parola con la massima premura di mente, esaminando attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se queste cose stavano così.” (Atti 17:11;1Ts 5:21)

Dunque tu che stai per prendere un’importante decisione che coinvolge il tuo rapporto con Geova e la salute del tuo organismo fisico non ti soffermi un momento a pensare? Non ti metti a pregare il tuo Dio affinché ti dia illuminazione spirituale?

Il luogo segreto dell’Altissimo è il nostro rifugio

In uno dei Salmi Davide scrive: “Per questo tutti i leali ti pregheranno, quando ancora potrai essere trovato. Allora nemmeno le acque dilaganti li raggiungeranno. Tu sei un nascondiglio per me. Mi salvaguarderai dalle avversità; mi circonderai di gioiose grida di liberazione. Ti darò perspicacia e ti indicherò la via per la quale devi andare. Ti consiglierò tenendo il mio sguardo su di te.” (Salmo 32:6-8)

Geova promette di darci consiglio. Anzi, di più, sarà per noi un nascondiglio, così che nel momento in cui i nostri nemici ci cercheranno non ci potranno trovare. Al Salmo 91 si legge: “Chiunque dimora nel luogo segreto dell’Altissimo si procurerà albergo sotto la medesima ombra dell’Onnipotente.” Geova ci libererà dalla pestilenza che causa avversità, dalla pestilenza che cammina nella caligine e dalla distruzione che spoglia a mezzogiorno. Il salmo 91 va letto tutto con attenzione per il grande incoraggiamento che ci può dare in questi momenti particolarmente bui.

Dio tiene due raggi nella sua mano

Le autorità proveranno tutte le loro diavolerie per farci accettare il vaccino, per imprimere il loro marchio, ma noi staremo tranquilli nel nostro rifugio, lontani dalle piazze e dalle proteste e non ci faranno del male. Abacuc presenta una simile situazione quando scrive: “La preghiera di Abacuc il profeta in canti funebri: O Geova, ho udito la notizia intorno a te. Ho avuto timore, o Geova, della tua attività. In mezzo a[gli] anni oh portala in vita! In mezzo a[gli] anni voglia tu farla conoscere. Durante l’agitazione, voglia tu ricordarti di mostrare misericordia.

Dio stesso veniva da Teman, sì, un Santo dal monte Paran. La sua dignità coprì [i] cieli; e della sua lode si riempì la terra. In quanto al [suo] fulgore, era proprio come la luce. Egli aveva due raggi (corni) nella sua mano, e là era il nascondersi della sua forza. Dinanzi a lui andava la pestilenza, e ai suoi piedi usciva febbre ardente. Marciasti con la denuncia [attraverso] la terra. Nell’ira trebbiasti [le] nazioni. E uscisti per la salvezza del tuo popolo, per salvare il tuo unto. 

Facesti a pezzi il capo dalla casa del malvagio. Si pose allo scoperto il fondamento, fino al collo. Con le sue proprie verghe trafiggesti [il] capo dei suoi guerrieri [quando] si mossero tempestosamente per disperdermi. Il loro tripudio era come di quelli decisi a divorare l’afflitto in un nascondiglio. Calcasti il mare [con] i tuoi cavalli, [attraverso] il mucchio di vaste acque. Udii, e il mio ventre si agitava; al suono le mie labbra tremarono; il marciume entrava nelle mie ossa; e nella mia situazione fui agitato, per dover aspettare quietamente il giorno dell’angustia, la [sua] ascesa al popolo, [che] egli li assalisse.”

Armaghedon e le acque di Meghiddo

La situazione espressa da Abacuc ha riferimento alla vittoria presso le acque di Meghiddo quando Dio teneva due corni nella sua mano, Deborah e Barac, e diede al popolo la vittoria contro i loro nemici. Nel cantico di Deborah e Barac si legge: “Geova, al tuo uscire da Seir, Al tuo marciare dal campo di Edom, La terra sobbalzò, anche i cieli stillarono, Anche le nubi stillarono acqua.

Vennero i re, combatterono; Quindi i re di Canaan combatterono A Taanac presso le acque di Meghiddo. Non presero alcun guadagno d’argento. Dal cielo combatterono le stelle, Dalle loro orbite combatterono contro Sisera. Il torrente Chison li spazzò via, Il torrente dei giorni antichi, il torrente Chison. Calpestavi la forza, o anima mia.” (Gdc 5:4;19-21)

La situazione presso le acque di Meghiddo corrisponde alla situazione di Armaghedon che il mondo drammaticamente sta oggi per sperimentare. Deborah e Barak sono un modello di ciò che sono oggi i due testimoni di Rivelazione. Di loro al versetto 5 del capitolo 11 dell’Apocalisse si legge qualcosa di sorprendente, cioè che chi li tratta in modo ostile viene ucciso. Come vanno intese queste parole? Il verbo greco usato qui è adikeo che significa offendere, trattare ingiustamente.

Chi non da credito o si oppone all’attività dei due testimoni, dicono le scritture, perde la vita. La frase non va intesa come se i due testimoni potessero danneggiare qualcuno, come per una rappresaglia personale. No. Ma loro sono come due raggi nelle mani di Geova, di cui Egli si serve per far luce sulle scritture nel tempo finale. Chi volge loro le spalle non potrà comprendere l’urgenza dei tempi ed essere nascosto nel giorno dell’ira. Sofonia scrive:

Probabilmente potrete essere nascosti nel giorno dell’ira di Geova. Poiché, riguardo a Gaza, diverrà una [città] abbandonata; e Ascalon dovrà essere una distesa desolata. Riguardo ad Asdod, la cacceranno in pieno mezzogiorno; e riguardo a Ecron, sarà sradicata. Poiché, riguardo a Gaza, diverrà una [città] abbandonata; e Ascalon dovrà essere una distesa desolata. Riguardo ad Asdod, la cacceranno in pieno mezzogiorno; e riguardo a Ecron, sarà sradicata.

 “Guai a quelli che abitano nella regione del mare, la nazione dei cheretei! La parola di Geova è contro di voi. O Canaan, paese dei filistei, distruggerò certamente anche te, così che non ci sarà abitante.  E la regione del mare deve divenire pascoli, [con] pozzi per i pastori e recinti di pietra per le pecore.  E deve divenire una regione per i rimanenti della casa di Giuda. In essi pasceranno. Nelle case di Ascalon, la sera, si sdraieranno. Poiché Geova loro Dio rivolgerà loro la sua attenzione e certamente ne ricondurrà i prigionieri”. Sof 2:3-7

In questi versetti cosa comprendiamo? Ascalon era una fiorente città fenicia. Insieme alle altre città stava per patire la condanna divina, ma doveva anche divenire una regione rifugio per i rimanenti della casa di Giuda. Questa è dunque una profezia che ci riguarda. Έ una prefigurazione della nostra situazione di rifugiati tenuti nascosti e ben protetti durante il giudizio finale di Armaghedon.

 Come scrisse il salmista: Egli mi nasconderà nel suo padiglione nel giorno della calamità; Mi occulterà nel luogo segreto della sua tenda; Mi metterà in alto sulla roccia. (Salmo 27:5) O come si legge nel salmo 31: “Com’è abbondante la tua bontà! L’hai riservata a quelli che ti temono, e davanti a tutti gli uomini l’hai mostrata a quelli che si rifugiano in te.

Li nasconderai nel luogo segreto della tua presenza, lontano dagli intrighi degli uomini. Offrirai loro riparo, lontano dagli attacchi maligni. Sia lodato Geova, perché in una città assediata mi ha mostrato il suo amore leale in modo meraviglioso. Preso dal panico, ho detto: “Sarò spazzato via dalla tua presenza”. Tu invece hai ascoltato le mie suppliche quando ho invocato il tuo aiuto.”

Un rifugio dal distruttore

Voglio concludere questo articolo con Isaia 16:3-5 da cui emerge una situazione analoga a quella descritta in Abacuc. Il profeta scrive di Moab come Abacuc scrive di Ascalon, luoghi che saranno per noi un rifugio sicuro.

“Dacci un consiglio, metti in atto la decisione presa! In pieno mezzogiorno rendi la tua ombra come la notte. Nascondi i dispersi e non tradire i fuggiaschi. I miei dispersi risiedano in te, o Mòab; sii per loro un rifugio dal distruttore. L’oppressore giungerà alla sua fine, la distruzione terminerà e quelli che calpestavano gli altri spariranno dalla terra. Allora sarà stabilito saldamente un trono fondato sull’amore leale. Colui che siederà su di esso, nella tenda di Davide, sarà fedele; giudicherà con imparzialità e farà giustizia rapidamente”.

Dunque, coraggio! La nostra situazione sarà molto diversa da quella di Anna Frank, dei suoi familiari e suoi coinquilini. Dipende da noi fare il possibile per attrezzarci al meglio. Il resto lo farà Geova, che ci ama profondamente.


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2 pensieri riguardo “Trovare un rifugio in Geova

  1. Grazie infinite per l’incoraggiamento e la speranza che leggendo questi suggerimenti infondi nei nostri cuori, grazie!

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