Perire per mancanza di conoscenza dispiacerebbe. Geova disse ad Osea: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza.” (Os 4:6). Corriamo seri rischi, sia di natura fisica che spirituale, quando non ci interessiamo di sapere con esattezza quale sia la volontà di Dio. Dobbiamo fare tutto il possibile per conoscere la volontà divina rivelata che si trova nella Bibbia, e conoscerne anche i dettagli.
Lo dobbiamo fare per non andare alla deriva sopraffatti dall’incredulità che ci circonda, senza mai pensare di sapere ormai tutto, e lo dobbiamo fare per la nostra salvezza. Già si corrono rischi a non conoscere bene le leggi umane. Quanto più a trascurare il piano di Dio, i suoi principi, la sua rivelazione e le sue leggi.
In esilio per mancanza di conoscenza
In armonia con quanto espresso in Osea, l’Altissimo fece conoscere, per mezzo di Isaia, il destino della sua gente: “Il mio popolo dovrà andare in esilio per mancanza di conoscenza; e la sua gloria saranno uomini affamati, e la sua folla sarà inaridita per la sete. Perciò lo Sceol ha reso la sua anima spaziosa e ha spalancato la sua bocca oltre i limiti; e ciò che è splendido in lei, pure la sua folla e il suo clamore e l’esultante, certamente vi scenderanno. E l’uomo terreno si inchinerà, e l’uomo sarà abbassato, e pure gli occhi degli alti saranno abbassati”. (Isa 5:13-15)
In Isaia la mancanza di conoscenza si risolve in una mancanza di cibo e d’acqua, in fame e sete, in tutti quei terribili momenti che si vivono in tempo di crisi, con la fine di un mondo, l’assedio di una città fiorente, la morte di un’ampia fetta dei suoi abitanti, la partenza per l’esilio dei pochi sopravvissuti.

Oggi, similmente, molti di quelli che conoscono le Scritture non le conoscono abbastanza, non prendono di conseguenza le misure preventive, non ci pensano, non fanno progetti in armonia con le indicazioni scritturali e si troveranno presto di fronte all’imprevisto. Quando se ne renderanno conto saranno delusi, digrigneranno i denti. (Mat 22:13) La grande tribolazione arriverà ad un culmine in cui il popolo si troverà a provare fame e sete. Oggi, viceversa, siamo ancora in tempo per prendere alcune precauzioni.
Hanno zelo verso Dio ma mancanza di conoscenza
Conosco centinaia se non migliaia di Testimoni di Geova e so che hanno investito per anni molte delle loro energie, tempo e danaro, per rendere la loro salvezza sicura. Romani 10:2 dichiara: “Poiché rendo loro testimonianza che hanno zelo verso Dio; ma non secondo accurata conoscenza”. Mi piange il cuore a pensare che molti di loro potrebbero essere ritenuti non idonei per la vita.
Ho provato in vari modi di far sì che si rendessero conto dell’urgenza dei tempi, ma invano. Del resto, ognuno di noi ha libertà di scelta. Ognuno ha le proprie responsabilità a cui non si potrà sottrarre. La situazione al presente è che ciascuno deve fare tutto il possibile per capire lo svolgersi degli avvenimenti, ragionando sulla base del bagaglio di conoscenze messe da parte nel tempo, studiando intensamente la Bibbia, e soprattutto supplicando Dio per avere la guida dello spirito santo.
Abbandonati dai leader
Tutto questo richiede uno sforzo personale perché i leader religiosi lasciano il popolo allo sbaraglio e se ne lavano le mani. Non si pronunciano sulla fine, sulla grande tribolazione ormai in corso, sulla cessazione del sacrificio continuo, sul significato della vaccinazione di massa a cui si sottopone da diversi mesi il mondo.
Paolo ai Romani scrive: ‘Per primo Mosè dice: “Vi inciterò a gelosia per mezzo di quella che non è una nazione; vi inciterò a violenta ira per mezzo di una nazione stupida”. Ma Isaia si fa molto ardito e dice “Fui trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me”. Ma in quanto a Israele dice: “Tutto il giorno ho steso le mie mani verso un popolo che è disubbidiente e contraddice”’. (Ro 10:19-21)
Queste parole hanno adesso un nuovo, sorprendente adempimento in quanto anche Gesù disse: “Or io vi dico che molti verranno da luoghi orientali e occidentali e giaceranno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là sarà il [loro] pianto e lo stridore dei [loro] denti”. (Mat 8:11-12)
Le aquile e il cadavere
Chi sono questi che pur essendo “stupidi” vanno a costituire una nazione benedetta? Oggi ci sono persone dotate di lungimiranza che, pur avendo limitata conoscenza biblica, hanno individuato la presenza del cadavere manifestatosi con la presenza del Figlio dell’uomo. Consideriamo il capitolo 24 di Matteo, dove si legge: “Poiché come il lampo viene dalle parti orientali e risplende fino a quelle occidentali, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, là si raduneranno le aquile”. (Mt 24:27-28)

Cosa rappresenta il cadavere se non nutrimento spirituale appropriato grazie alla presenza dei due testimoni lasciati insepolti “sull’ampia via della grande città che in senso spirituale è chiamata Sodoma ed Egitto”?
Gli ultimi saranno primi
Quelle persone perspicaci come le aquile sono anche simili agli operai che, chiamati a lavorare nella vigna del Signore all’ultimo momento, l’undicesima ora, verso le cinque del pomeriggio, ricevono però la stessa paga di chi ha lavorato tutto il giorno. Gesù lo spiega in Matteo 20, e conclude dicendo che gli ultimi sarebbero stati i primi e i primi gli ultimi. In che senso? Nel senso che pur non avendo una lunga carriera spirituale alle spalle si sono improvvisamente resi conto dell’urgenza dei tempi. (Mat 19:30; 20:16)
Leggere questa parabola con attenzione alla luce dei fatti che stanno accadendo oggi ci permette di comprendere alcuni concetti. Cosa significa dire che gli ultimi saranno i primi? Gesù comincia a pagare il salario non già a quelli che hanno lavorato tutto il giorno, sopportando l’ardore del sole, ma comincia a pagare quelli assoldati solo dall’undicesima ora. Si tratta di gente che ha faticato ben poco in confronto a quelli portati nella vigna fin dal mattino.
Eppure son quelli, gli ultimi, a risultare i più favoriti, i più fortunati. Come spiegare questo fatto evidentemente incomprensibile a chi ha militato nelle file del cristianesimo per una vita intera? Le Scritture però la risposta la danno, eccome! Daniele 12:7 parla, e non a caso, del frantumamento della potenza del popolo santo. E non si tratta di ingiustizia. Piuttosto di mancanza di perspicacia da parte di chi è caduto in un profondo sonno spirituale.
Duemila trecento sere e mattine
In Daniele si leggono queste parole: ‘E udivo un certo santo parlare, e un altro santo diceva a quello che parlava: “Fino a quando sarà la visione del [sacrificio] continuo e della trasgressione che causa desolazione, per fare sia del luogo santo che dell’esercito qualcosa da calpestare?” Così mi disse: “Fino a duemilatrecento sere [e] mattine; e [il] luogo santo sarà certamente portato alla condizione giusta”. Alcuni righi più sotto si legge: “Comprendi, o figlio dell’uomo che la visione è per il tempo della fine”’. (Da 8:13-14; 17) Quindi la visione è per noi che stiamo vivendo al tempo della soppressione del sacrificio continuo di Daniele 11:31.
L’espressione di Daniele relativa alle 2300 sere e mattine è particolare, ma sembra essere suggerita dal fatto che i sacrifici bruciati erano offerti quotidianamente mattina e sera, secondo quanto espresso in Esodo 29:38-42 che legge: “E questo è ciò che offrirai sull’altare: giovani montoni ciascuno di un anno, due al giorno, di continuo. E offrirai un giovane montone la mattina, e offrirai l’altro giovane montone fra le due sere”. Il senso è che quell’offerta veniva sospesa per 2300 volte, nel corso di 1150 giorni, cioè per circa 3 anni e due mesi.
Giugno 2022
Portiamo il ragionamento alle sue dirette conseguenze. Che ne deriva? Se proviamo a calendarizzare i 1150 giorni a partire dall’uccisione dei due testimoni di Apocalisse a inizio primavera 2019, i giorni andrebbero a scadere verso la fine di giugno 2022. (Tuttavia il problema potrebbe essere legato ad una particolare, tipica situazione del calendario ebraico. Per approfondire cliccare sopra su giugno 2022.)
Per coincidenza sulla pagina di Brescia del Corriere della Sera, ho trovato questa notizia: riguardo al fatto che i Testimoni di Geova si incontrano solo sul Web a partire dalla fine di febbraio 2020, sulla pagina di Brescia si leggeva: “Contiamo di tornare in presenza dal 2022”. A parlare era Daniele Clementi, portavoce per i Testimoni di Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta in occasione di un’intervista rilasciata lo scorso 4/5/2021 ad una giornalista.
All’improvviso verrà al suo tempio
Il profeta Daniele parlava del fatto che il luogo santo sarebbe stato portato a una condizione giusta. Ma portare il santuario ad una condizione giusta cosa significa esattamente? Significa semplicemente riprendere le adunanze in presenza? Dal punto di vista di Geova significa un’altra cosa. Il termine ebraico usato nel testo con il senso di portare a una condizione giusta letteralmente significa rendere “giusto, giustificato, rivendicato”. Staremo ad aspettare per potere veramente capire. Si potrebbe trattare della risurrezione dei morti in Cristo, i 144.000 eletti tratti dalle 12 tribù d’Israele? Vedremo.
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Michele cosa ne pensi sulle teorie delle devastazioni di fango che hanno ricoperto il pianeta?… si dice siano avvenute intorno al 1700/1800…e che piramidi cattedrali e templi e archi siano degli accumulatori di energia…se ne sai qualcosa potresti fare un video su yt?… ciao
ciao, non ci credo molto…ma devo approfondire