Alcuni, dopo essere usciti dalla religione si pongono il dubbio se si debbano battezzare nuovamente con un nuovo battesimo che rispecchi in modo più fedele i dettami della Bibbia. La cosa deve essere importante visto quanto scritto in 1 Pietro 3:21 “A questo corrisponde il battesimo, che ora salva anche voi (non togliendo la sporcizia della carne, ma presentando a Dio la richiesta di una buona coscienza) per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo.” Alcuni, leggendo questo versetto, ne desumono che il battesimo sia necessario per la salvezza.
Io però, pur essendo d’accordo con questa interpretazione, mi chiedo cosa significhi per noi oggi il battesimo perché, nel corso della storia, il battesimo è cambiato nella forma e nel significato. Ci chiediamo quindi quale possa essere il significato del battesimo per noi oggi che viviamo il tempo della fine.
Il battesimo di Noè
In 1 Pietro 3 si paragona l’esperienza fatta da Noè attraverso le acque del diluvio ad un battesimo: “Cristo stesso morì una volta per sempre per i peccati, un giusto per ingiusti, così da condurvi a Dio. Fu messo a morte nella carne ma reso vivo nello spirito. E come tale andò a predicare agli spiriti in prigione, che erano stati disubbidienti quando Dio aspettava con pazienza ai giorni di Noè, mentre veniva costruita l’arca, in cui alcune persone, cioè otto anime, furono portate in salvo attraverso l’acqua. A questo corrisponde il battesimo, che ora salva anche voi (non togliendo la sporcizia della carne, ma presentando a Dio la richiesta di una buona coscienza) per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo. Lui è alla destra di Dio, perché è andato in cielo, dove angeli, autorità e potenze gli sono stati sottoposti.”
Noè dunque non si battezzò mediante immersione in acqua ma dovette attraversare le acque con l’arca. Per lui questo significò la morte per un vecchio sistema, la vecchia terra che stava per essere distrutta dalle acque. Fu anche la risurrezione nella nuova terra dove l’arca lo posò. Noè, che viveva in un modo malvagio, dove le persone pensavano alle loro faccende più che a Dio (Matteo 24:37,38), dovette compiere un enorme atto di fede. Dovette credere che tutto sarebbe finito nell’arco di anni, giusto il tempo di costruire una faraonica costruzione in legno che avrebbe salvato lui, la sua famiglia e gli animali che avrebbe dovuto caricare.
Un atto di fede
L’arca avrebbe dovuto essere riempita di cibo di ogni sorta per gli animali e avrebbe dovuto essere coperta sia da dentro che da fuori con catrame. Queste cose richiedevano abilità costruttive e manuali fuori dal comune da imparare in poco tempo. Noè si salvò grazie a questo enorme atto di fede.
Matteo 24 collega l’atto di fede di Noè a quello che dobbiamo fare anche noi per essere salvati e passare la grande tribolazione. Leggiamo: ” Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell’arca” Noè per essere salvato non dovette immergersi in acqua ma dovette esprimere la propria fede in modo estremo per poter morire per un mondo e vivere in un altro.

Il battesimo di Giovanni
Questo battesimo era approvato da Dio e serviva a preparare il terreno alla venuta di Gesù. Era una pubblica dimostrazione e un simbolo del pentimento dell’individuo per i peccati commessi contro la legge che doveva condurre al Cristo. (Galati 3:24)
Interessante è il collegamento ovvio tra Giovanni e il profeta Elia. In Malachia 4:5 leggiamo: “Ecco, vi mando Elia il profeta prima che venga il grande e tremendo giorno di Geova”. Gesù spiegò che Giovanni rappresentava quell’Elia che doveva venire (Matteo 11:14). Era vestito di pelli, predicava nel deserto e si nutriva di locuste. Questi elementi che collegano Giovanni ad Elia e ai due testimoni di Rivelazione 11.
Giovanni spingeva al pentimento per gli sbagli commessi contro la legge. I due testimoni spingono al pentimento coloro che si accorgono dell’adorazione solare presente nelle religioni. Questo pentimento deve portare le persone a capire che è necessario uscire dalle religioni per poter adorare in modo corretto e puro il Signore Geova. Il battesimo di Giovanni era un simbolo visibile dell’avvenuto pentimento, una sorta di sigillo, segno o marchio che attestava il fatto che quella persona aveva fatto un percorso di fede.
Quello di Gesù
Giovanni battezzò anche Gesù, ma il significato era diverso. Si trattava di un battesimo che non significava pentimento in quanto Gesù aveva seguito la legge in modo perfetto, cogliendone appieno il significato e lo spirito. Nel momento in cui si battezzò il cielo si aprì e lo spirito di Dio scese sotto forma di una colomba. La colomba ebbe un ruolo anche per Noè e portò indietro un germoglio che significava la presenza dell’asciutto. Il germoglio di Iesse è Gesù, quel germoglio che sarebbe dovuto ricrescere dal ceppo tagliato di Nabucodonosor. Così il battesimo di Gesù serviva a significare la nascita di questo germoglio, portato dalla colomba, che diventa simbolo di salvezza.
Ecco che capiamo in misura maggiore il paragone tra Noè che passa attraverso l’acqua e il battesimo. Quei versetti di Pietro parlano anche della morte di Gesù e descrivono il battesimo mediante il sacrificio del Cristo che morì nella carne ma fu reso vivo nello spirito. “Cristo stesso morì una volta per sempre per i peccati, un giusto per ingiusti, così da condurvi a Dio. Fu messo a morte nella carne ma reso vivo nello spirito. E come tale andò a predicare agli spiriti in prigione, che erano stati disubbidienti quando Dio aspettava con pazienza ai giorni di Noè, mentre veniva costruita l’arca, in cui alcune persone, cioè otto anime, furono portate in salvo attraverso l’acqua.” (1 Pietro 3:21)
I versetti di Pietro quindi sembrano evidenziare non che il battesimo in acqua ci salvi ma che il battesimo nella morte di Gesù sia la nostra salvezza. Solo la sua morte di sacrificio ci permette infatti di avere i nostri peccati perdonati e avere quindi una buona coscienza di fronte a Dio.

Il battesimo degli apostoli
Gli apostoli di Gesù erano battezzati in acqua secondo il battesimo di Giovanni. Non erano ancora battezzati quando Gesù faceva notare loro che si sarebbero battezzati con un battesimo simile al suo. In Marco 10:39 leggiamo: “Potete bere il calice che io bevo o essere battezzati con il battesimo con cui io sono battezzato?” Gli risposero: “Sì, possiamo berlo”. Allora Gesù disse loro: “Voi berrete il calice che io bevo e sarete battezzati con il battesimo con cui io sono battezzato.” Qualche anno più tardi, parlando del battesimo nello spirito Paolo disse ai Romani: ““Non sapete che tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù fummo battezzati nella sua morte?””
Il battesimo nella morte di Gesù
Da queste parole di Paolo capiamo cosa significa per noi oggi il battesimo. Dobbiamo sacrificare la nostra vita per passare attraverso le acque che distruggono il sistema attuale. Facciamo questo riponendo fiducia nel sacrificio di riscatto di Gesù Cristo. Dobbiamo perdere la nostra anima per salvarla. In Matteo 16:24-25 si legge: Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.”
Noi oggi potremmo voler salvare la nostra anima prendendo il vaccino, ma questo significherebbe rivolgersi all’anticristo che salva mediante la scienza. Non prendere il vaccino significa oggi subire gravi discriminazioni. Significa inoltre dover abbandonare il sistema, il lavoro, la scuola, l’ambiente religioso e quindi la propria intera rete sociale. E’ una vera e propria morte sociale, che diventerebbe morte fisica se Geova non abbreviasse i tempi.
Così come il battesimo era solo un simbolo in acqua della propria dedicazione a Dio e costituiva una simbolica morte nei rispetti del vecchio sistema di cose e una risurrezione ad una vita dedicata a Dio, allo stesso modo per noi ora il rifiuto del vaccino e tutto ciò che questo comporta, è un segno evidente della nostra scelta. Naturalmente per avere il sigillo di Dio non è sufficiente non prendere il marchio della Bestia selvaggia, ma si deve anche seguire le istruzioni di Geova per essere salvati, il che significa prepararsi un luogo e le scorte per poter passare indenni il giorno di Geova.
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Ingegnere meccanico. Nel 2015, quando scoprii il movimento degli American Flat Earthers, fui affascinato. Presto mi resi conto che la Terra non poteva essere un globo. Tra le mie migliori scoperte c’è la reintroduzione dell’etere nella fisica della Terra Piatta e una nuova visione della natura della luce.
Coautore del libro “Le vere misure della Terra (piatta)” produce dal 2019 materiale video inerente la Terra piatta sul suo canale Youtube oltre che articoli di divulgazione su tematiche quali le Profezie Bibliche in rapporto ai tempi correnti.