Due re nella Valle della Decisione

Cos’è la Valle della decisione? Gioele indicava un luogo altamente simbolico nel quale le nazioni un giorno sarebbero state giudicate: “Si preparino le nazioni e vengano alla Valle di Giòsafat, perché là siederò per giudicare tutte le nazioni circostanti.[…]Folle, ci sono folle nella Valle della Decisione, perché il giorno di Geova è vicino nella Valle Decisione.” (Gioele 3:12,14) Pertanto, in questo articolo, cercheremo di sviscerare questo enigma: che cosa dobbiamo intendere con l’espressione Valle di Giosafat o Valle della Decisione? Di che decisione si tratterebbe?

Giosafat e Acab stringono alleanza

Giosafat, da sempre considerato un buon re di Giuda, finisce per fare un’alleanza incauta. Scende dal re d’Israele e quest’ultimo gli propone di andare entrambi a riprendersi una città che il re di Siria, Ben-Adad, aveva promesso di restituire mentre poi non l’aveva fatto. Giosafat risponde entusiasta e dice: “Io sono con te. Il mio popolo è il tuo popolo. I miei cavalli sono i tuoi cavalli”. (1Re 22:4) Però poi, per convinzione e per scrupolo, vuole interrogare i profeti, anzi proprio quel profeta che Acab detestava perché gli dava sempre risposte sfavorevoli.

Interrogato Micaia

Micaia, questo era il nome del profeta, dapprima disse al re: “Sali e abbi successo, e Geova certamente la darà in mano al re”. Ma poi, essendo sollecitato ad attenersi strettamente al consiglio di Geova, disse ai re che i loro eserciti sarebbero stati sconfitti. Egli disse: “Vedo tutti gli israeliti dispersi sui monti, come pecore che non hanno pastore. Geova ha detto: ‘Questi non hanno padrone. Ognuno di loro torni a casa sua in pace’”.

Poi aggiunse: “Ho visto Geova seduto sul suo trono e tutto l’esercito dei cieli presso di lui, alla sua destra e alla sua sinistra. E Geova ha detto: ‘Chi ingannerà Àcab perché salga a Ramòt-Gàlaad e là muoia?’ E c’era chi diceva una cosa e chi un’altra. Poi si è fatto avanti uno spirito che si è presentato davanti a Geova e ha detto: ‘Lo ingannerò io’. Geova gli ha chiesto: ‘Come?’ Lui ha risposto: ‘Andrò e diventerò uno spirito ingannevole nella bocca di tutti i suoi profeti’. Così Egli ha detto: ‘Lo ingannerai; di sicuro ci riuscirai. Va’ e fa’ così’. E ora Geova ha messo uno spirito ingannevole nella bocca di tutti questi tuoi profeti, ma Geova stesso ha dichiarato che tu subirai la calamità”. (v.16-23)

Le ragioni di un travestimento

Nonostante il responso controverso, Acab e Giosafat salgono a combattere sullo stesso carro, ma Acab si traveste perché non vorrebbe essere riconosciuto. Tuttavia viene colpito casualmente da un arciere e muore. Il carro lordo del suo sangue viene lavato nella piscina di Samaria, nel luogo dove si lavavano le prostitute. Così il sangue di Nabot viene vendicato.

Non stupisce che un re empio come Acab, che odiava il profeta di Dio, ignorasse il suo ammonimento, ma ciò che è strano è che Giosafat, uno fin lì considerato un buon re, che aveva insistito personalmente per interrogare Micaia, ne ignori poi l’avvertimento e s’imbarchi nell’avventura. Tutto sommato però Micaia non aveva proibito loro di andare, anzi dapprima aveva detto di andare. Se si fosse trattato del peggio era stata predetta solo la caduta di Acab, e quindi Giosafat sperava probabilmente di potersi avventurare in sicurezza.

Anche Acab adotta un espediente con il quale spera di mettersi al sicuro. Mi travestirò e indosserò l’abito di un soldato semplice, – pensò – ma Giosafat indossi le vesti di un generale. Egli finse in tal modo di onorare Giosafat affidandogli tutto il comando dell’esercito. Costui avrebbe assunto il controllo e impartito, gli ordini mentre Acab avrebbe servito come soldato sotto di lui. Così avrebbe sbugiardato il buon profeta ed eluso il pericolo. Acab si illudeva in questo modo di sfuggire alla minaccia del giudizio divino.

Ben-Adad, un simbolo di adorazione solare

Micaìa aveva detto: “Vedo tutti gli israeliti dispersi sui monti, come pecore che non hanno pastore.” Acab allora dovette pensare: “Se qualcuno deve morire deve essere il pastore e magari aveva intuito che il nemico avrebbe combattuto principalmente contro di lui, il re d’Israele. Quindi a morire sarebbe stato Giosafat. Quest’ultimo si mise dunque al posto d’onore, sebbene far questo implicasse un pericoloso onere, ma Dio lo liberò nonostante tutto.

Ora Acab portò le conseguenze dell’aver risparmiato tre anni prima un re pagano, Ben-Adad, simbolico Dio della Tempesta. Ricordiamo che neppure i Re di Giuda riuscirono mai ad eliminare dai confini del regno delle due tribù l’adorazione solare praticata sugli alti luoghi. In 2 Cronache 20:33 a proposito del “pio” Giosafat si legge: “Solo non scomparvero gli alti luoghi stessi; e il popolo stesso non aveva ancora preparato il cuore per l’Iddio dei suoi antenati.”

Quindi l’adorazione solare, su cui era imperniata una certa parte della religiosità d’Israele, non scomparve mai del tutto neppure nel regno di Giuda. Il lettore ricorderà certamente le parole con cui Acab, al termine della seconda battaglia contro il re di Siria, veniva redarguito dal profeta: “Questo è ciò che Geova dice: ‘Visto che ti sei lasciato sfuggire di mano l’uomo di cui avevo decretato la distruzione, la tua vita dovrà prendere il posto della sua e il tuo popolo quello del suo popolo”. (1Re 20:42) Ecco che, allegoricamente, Ben-Adad era una rappresentazione del paganesimo di stampo solare onnipresente in Israele.

valle della decisione

Dio è un alleato soccorrevole

Il re di Siria incaricò i suoi ufficiali di schierare le loro forze, ma non contro il re di Giuda, bensì contro il re d’Israele, come se avesse contro di lui una particolare ostilità. I capitani si sforzarono diligentemente di eseguire il comando e vedendo Giosafat nel suo abito regale lo presero per il re d’Israele e lo circondarono. Ma subito si accorsero dell’errore, dato che lo conoscevano, e così si ritirarono dall’inseguirlo. Avevano il comando di prendere Acab vivo, ma non di uccidere Giosafat. Qualcuno potrebbe perfino supporre che il re di Siria volesse alla fin fine restituire ad Acab il favore della libertà che a suo tempo aveva ricevuto dal re d’Israele.

Ad ogni buon conto, un versetto in 2Cr18:31 lascia intendere che Dio stesso spinse i capitani a ritirarsi da Giosafat, perché Dio è un alleato che non abbandona il seme di Davide. Il sacro testo così legge: “E avvenne che, appena i capi dei carri videro Giosafat, essi, da parte loro, si dissero: “È il re d’Israele”. Si volsero dunque contro di lui per combattere; e Giosafat invocava aiuto, e Geova stesso l’aiutò, e Dio subito li attrasse via da lui. E avvenne che, appena i capi dei carri videro che non era il re d’Israele, immediatamente tornarono dal seguirlo.” (2Cr 18:31-32)

Parole di riprensione per Giosafat

Immediatamente dopo, un anonimo arciere, ignaro di tutto, tese l’arco senza mirare a nessuno in particolare, eppure Dio diresse la freccia in modo da colpire la persona giusta. Non possono restare in vita quelli che Dio ha condannato a morte. Ciò che a noi sembra casuale è voluto dal determinato consiglio e prescienza di Dio. Il dardo lo colpì nell’unico punto vulnerabile, tra le giunture dell’imbracatura, dove la freccia poté trovare un varco.

Ciò non significa che Geova approvasse la decisione del re Giosafat. Infatti in 2Cronache si leggono parole di riprensione: “Si deve dare aiuto al malvagio, e dovresti provare amore per quelli che odiano Geova? E per questo c’è indignazione contro di te dalla persona di Geova. Nondimeno, sono state trovate presso di te cose buone, perché hai tolto i pali sacri dal paese e hai preparato il tuo cuore per ricercare il [vero] Dio”. (2Cr 19:2-3)

due re

Il re del Nord e il re del Sud

 Da parte nostra, sullo sfondo dei nostri giorni, cerchiamo di capire che cosa prefigurano questi avvenimenti. Micaia rivolgendosi a tutti raccomanda: “Tenetene conto, popoli tutti”. Acab e Giosafat costituiscono insieme un dramma simbolico e prefigurando il re del Nord e il re del Sud, Gog di Magog all’attacco di Ramot-Galaad, una città sulle alture di Galaad”. Ramot-Galaad etimologicamente significa “Altura della Testimonianza”. In poche parole, i due re vorrebbero riprendersi, per quanto invano, una prestigiosa città caduta in mano nemica, modello per un rimanente da tempo perso di vista. (Da 7:25)

Ricordiamo che i due regni in questione sono geograficamente l’uno a nord, quello di Acab, e uno a Sud, quello di Giosafat.

La necessità di trarre importanti conseguenze

I due re alleati sono pertanto la prima e la più notevole rappresentazione del potere del Sud e del Nord e quindi rappresentativi non tanto di una situazione locale ma di una situazione mondiale. Rappresentano in assoluto l’alleanza tra il potere religioso e quello temporale. Ricordiamo che fino ad oggi il potere politico mondiale si è tramandato, di generazione in generazione, nella discendenza davidica, come riconosciuto anche da diversi storici moderni. Il potere, ancora oggi, è sempre in mano alla discendenza di Giuda.           

Chi ingannerà Acab perché salga a Ramot-Galaad e là muoia?

A questo punto proveremo a confrontare il passo di 1 Re 20 relativo al tema dell’inganno di Acab da parte di Geova con un passo della seconda lettera ai Tessalonicesi che introduce un personaggio misterioso, l’uomo dell’Illegalità. Il passo recita: “E ora sapete che cosa fa da freno, così che lui sarà rivelato soltanto al tempo stabilito. Infatti il mistero di questa illegalità è già all’opera, ma rimarrà tale solo finché non verrà tolto di mezzo chi adesso fa da freno. Allora colui che pratica l’illegalità sarà rivelato, e il Signore Gesù lo distruggerà con lo spirito della sua bocca e lo ridurrà a nulla mediante la manifestazione della sua presenza.

La presenza di colui che pratica l’illegalità è dovuta all’azione di Satana, accompagnata da ogni opera potente, da segni e prodigi menzogneri e da ogni ingiusto inganno ai danni di quelli che vanno verso la distruzione per non aver accettato e amato la verità così da essere salvati. Per questo motivo Dio permette che siano sviati da un’influenza ingannatrice che li induca a credere alla menzogna, affinché siano tutti giudicati perché non hanno creduto alla verità ma hanno provato piacere nell’ingiustizia.” (v. 2:6-12)

L’uomo dell’illegalità

La 2° lettera ai Tessalonicesi in questo secondo capitolo introduce un attore misterioso, che ad un esame appena un po’ meno superficiale mostra di non essere altri che un alter ego del Re del Sud. Si tratta dell’uomo dell’illegalità che viene talvolta messo in relazione con l’apostasia che si doveva manifestare ai giorni della “presenza” del Signore Gesù Cristo.

Esso corrisponde a quell’entità politica descritta in Rivelazione 13 come la “bestia con due corna d’agnello”, che però “parla come un dragone” e ordisce portenti e inganni affinché tutti riveriscano “la bestia selvaggia che ascende dal mare”. Questo è l’impianto politico che domina e governa il mondo. L’uomo dell’illegalità è messo in relazione con il falso profeta e con la bestia che ordisce piani per ingannare, se possibile, anche gli eletti, come ci ricorda Gesù. L’avvertimento è quello di non prestare attenzione a prescrizioni e comandi religiosi provenienti da qualsivoglia organizzazione, cioè dai falsi Cristi di Matteo 24. Ciascuno dia retta alla propria coscienza addestrata sulla Parola di Dio.

 Si mette nel tempio di Dio

I versetti in questione fanno riferimento alla parousia o presenza del Signore Gesù, cioè stiamo trattando chiaramente degli ultimi tre anni e mezzo prima di Armaghedon. (Da 7:25) I primi secoli dopo la morte di Gesù di certo non hanno nulla a che vedere con la parousia o presenza del Cristo.

Viceversa, la presenza dell’illegale è strettamente legata alla parousia del Cristo e questo non è un fenomeno che si presenti in un momento qualsiasi ma, com’è scritto della sua rivelazione, essa avviene “al proprio tempo stabilito”. L’apostasia è quindi da mettere in relazione con la falsa religione solare, sincretista e mondialista, che potrà essere rivelata come una pretesa idolatrica del NWO mediante il Blue beam, quando quest’ultimo andrà a sostituire tutte le altre religioni.

Questa apostasia viene promossa dall’uomo dell’illegalità e, per questo, le due cose, cioè l’apostasia e l’illegalità, vengono messe in relazione nello stesso versetto. Parlando dell’uomo dell’illegalità si dice che si mette nel tempio di Dio e pretende l’adorazione che spetta a Dio solo. (Da 7:25)Si tratterà infatti di una religione solare (in pieno accordo col significato cabalistico del 666) imposta a tutti, pena la completa esclusione da qualsiasi attività economica.

marchio

Il marchio

In Rivelazione 13:16-18 a questo proposito si legge: “E costringe tutti, piccoli e grandi, e ricchi e poveri, e liberi e schiavi, affinché si dia a questi un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e affinché nessuno possa comprare o vendere se non chi ha il marchio, il nome della bestia selvaggia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza: Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia selvaggia, poiché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.” (Citazioni sparse da un articolo di Michele Vassallo – L’Anticristo)

Il nome di Giosafat significa Geova Giudica. Dunque il Bassopiano di Giosafat o della Decisione indica un luogo di giudizio. La decisione implica un’alleanza. Da che parte staremo noi? Saremo comunque tutti portatori di un marchio. Quale? Il segno del Cristo o il marchio della bestia? Solo se saremo tra quelli suggellati con il segno dell’uomo vestito di lino con il calamaio da segretario di Ezechiele 9:4 saremo tra i sopravvissuti.

Un lungo sodalizio

Dunque i due re cosa rappresentano? Rispondiamo: 1) Acab prefigura il re del nord, il potere spirituale di Babilonia, il papato, le chiese protestanti, ortodosse e qualsiasi organizzazione religiosa mondana 2) Giosafat rappresenta il re del sud e la bestia bicorne, ovvero Ciro che conquista Babilonia e la rade al suolo, l’anticristo, l’uomo dell’illegalità e il falso profeta. In ultima analisi Giosafat rappresenta il potere politico che regge il mondo. Tutto questo viene simbolicamente illustrato in uno strano sodalizio tra apostati e si manifesta in un intricatissimo rapporto che emerge chiaramente fino ai nostri giorni.

Moab e Ammon coalizzati contro Giuda

Dopo la morte di Acab, in un momento di estrema difficoltà, Giosafat radunò tutto il suo popolo e pregava Geova dicendo: “I figli di Ammon e di Moab e della regione montagnosa di Seir, che non permettesti a Israele di invadere quando usciva dal paese d’Egitto, ma se ne ritrasse e non li annientò, sì, ecco, essi ci ricompensano venendo a cacciarci dal tuo possedimento che tu ci hai fatto possedere. O nostro Dio, non eseguirai il giudizio su di loro? Poiché in noi non c’è potenza davanti a questa grande folla che ci viene contro; e noi stessi non sappiamo che dobbiamo fare, ma i nostri occhi sono verso di te”. (2Cr 20:10-12)

La battaglia non è vostra

Geova rispose prontamente per mezzo di Iahaziel, un profeta che nel bel mezzo dell’assemblea riunita, sotto l’effetto dello spirito divino, disse:

“Prestate attenzione, tutto Giuda e voi abitanti di Gerusalemme e re Giosafat! Ecco ciò che Geova vi ha detto: ‘Non abbiate timore né siate atterriti a causa di questa grande folla; poiché la battaglia non è vostra, ma di Dio. Domani scendete contro di loro. Ecco, salgono per il passo di Ziz; e certamente li troverete alla fine della valle del torrente di fronte al deserto di Ieruel. [nome di località che forse significa: essere stupefatti] Non avrete bisogno di combattere in questo caso. Prendete posizione, state fermi e vedete la salvezza di Geova a vostro favore. O Giuda e Gerusalemme, non abbiate timore né siate atterriti. Domani uscite contro di loro, e Geova sarà con voi’”. (2Cr 20:15-17)

Guerra fratricida

La vittoria di Giuda su Moab e Ammon e contro gli abitanti di Seir fu il risultato di un’operazione miracolosa. Geova stesso combatteva a favore dei suoi eletti. I nemici del suo popolo si sterminarono a vicenda in una sanguinosa guerra tra fratelli. Questo è l’attacco di Gog di Magog che si conclude con Armaghedon e il trasferimento del rimanente sulla nuova terra per assistere alla risurrezione dai morti.

“…Geova pose uomini in imboscata contro i figli di Ammon, di Moab e della regione montagnosa di Seir che stavano entrando in Giuda, e si colpivano gli uni gli altri. E i figli di Ammon e di Moab stavano contro gli abitanti della regione montagnosa di Seir per votarli alla distruzione e annientarli; e appena ebbero finito con gli abitanti di Seir, si aiutarono a ridurre in rovina ciascuno il suo proprio prossimo. Ma in quanto a Giuda, giunse alla torre di guardia del deserto. Quando ebbero voltato le loro facce verso la folla, ecco, erano là, i loro cadaveri caduti a terra senza che alcuno scampasse. 

Giosafat e il suo popolo vennero dunque a predare le loro spoglie, e trovavano fra loro in abbondanza sia beni che indumenti e oggetti desiderabili; e li spogliavano per se stessi finché non ne poterono portare più. E predavano le spoglie per tre giorni, poiché erano abbondanti. E il quarto giorno si congregarono nel bassopiano di Beraca, poiché là benedissero Geova. Perciò diedero a quel luogo il nome di Bassopiano di Beraca, fino ad oggi.” (2Cr 20:22)

Questa vittoria di Geova fu assoluta ed è un’immagine di ciò che Egli farà per noi quando, con Armaghedon alle spalle, benediremo Geova per la nostra salvezza. Infatti Bassopiano di Beraca significa Bassopiano della Benedizione.

La valle della decisione o bassopiano di Giosafat

“Ecco, in quei giorni e in quel tempo, quando farò ritornare i prigionieri di Giuda e Gerusalemme, radunerò anche tutte le nazioni e le farò scendere nella Valle di Giòsafat; là entrerò in giudizio contro di loro a favore di Israele, mio popolo e mia eredità, perché lo dispersero fra le nazioni e si divisero tra loro il mio paese. Gioele 3:1-2

 Proclamate questo fra le nazioni: ‘Preparatevi per la guerra! Chiamate a raccolta gli uomini potenti. Si accostino tutti i soldati, avanzino! Trasformate i vostri vomeri in spade e i vostri falcetti per potare in lance. Chi è debole dica: “Sono potente”. Venite in aiuto, voi tutte nazioni circostanti, radunatevi!’” In quel luogo, o Geova, fa’ scendere i tuoi potenti. “Si preparino le nazioni e vengano alla Valle di Giòsafat, perché là siederò per giudicare tutte le nazioni circostanti.    Afferrate la falce, perché la messe è matura.

Il sole e la luna si oscureranno

Scendete e pigiate, perché il torchio è pieno. I tini traboccano, perché la loro cattiveria è abbondante. Folle, ci sono folle nella Valle della Decisione, perché il giorno di Geova è vicino nella Valle della Decisione. Il sole e la luna si oscureranno, e le stelle perderanno la loro luminosità. E Geova ruggirà da Sìon, e da Gerusalemme farà udire la sua voce. Il cielo e la terra si scuoteranno, ma Geova sarà un rifugio per il suo popolo, una fortezza per il popolo d’Israele. (v. 9-11)

Il nome di Giosafat significa Geova Giudica. Dunque il Bassopiano di Giosafat o della decisione indica un luogo di giudizio. La decisione implica un’alleanza. Da che parte staremo noi? Saremo in ogni caso portatori di un marchio. Quale? Il suggello del Cristo o il marchio della bestia? (Eze 9:1-6; Ri 13:16-18) Solo se saremo tra quelli suggellati con il segno del Cristo saremo tra i sopravvissuti.

sole si oscura

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