A proposito di Gog e Magog, Agostino d’Ippona, nella “Città di Dio”, fece un’interessante commento. Egli scrisse: Gog corrisponde a “tetto”, e Magog “dal tetto”, cioè come casa e chi esce di casa.” L’affermazione è particolarmente gustosa e dà da pensare. In effetti a studiare l’etimologia dei nomi dei personaggi della Bibbia c’è sempre da imparare. Sono apparentemente piccole sottigliezze, ma dicono tanto. Magog sarebbe un nome geografico, terra di Gog, un luogo, ma Gog assumerebbe che genere di significati? Sotto il nome di Gog si presenta il capo, il capo dei capi principali di Mesec e Tubal.
Magog ha il suo status e un paese dove vive tutta la sua gente. Con lui c’è un popolo più numeroso dei granelli della sabbia del mare. Fino ad ora qualcuno poteva pensare che Magog e le sue orde avrebbero torturato, combattuto e sterminato i cristiani cancellandoli dalla faccia della terra. In realtà tutto questo si realizza con una piccola iniezione non tanto e non semplicemente imposta ma perfino accettata di buon grado.
Infatti, molti si sono illusi di trovare in essa una via d’uscita da una spaventosa situazione mondiale. È una battaglia che non si combatte con l’aiuto di armi atomiche, bombe, razzi e mitragliatrici ma con una semplice fiala di veleno iniettata gratis e con tanto amore ad ogni individuo che vive. Non è una presunta battaglia nucleare dell’occidente contro l’alleanza guidata dalla Russia. È stata invece una spregevole mattanza combattuta in milioni di hub vaccinali nelle grandi città e negli sperduti villaggi di montagna.

Gog, un israelita
In tutte le Scritture c’è un solo passo dove possiamo trovare traccia di questo nome, Gog. Si tratta di 1Cronache 5:1,4. Gog era un tale nella discendenza genealogica di Ruben. In questo modo emerge un primo importante indizio. Gog ne esce fuori come un israelita. Sarà dunque anche in questo ruolo che il personaggio svolgerà la sua parte durante la battaglia del gran finale. Pure il senso etimologico del nome potrebbe aiutare. Non appena prenderemo in considerazione questo aspetto, comprenderemo subito quanto estesa sia, almeno in apparenza, l’ambiguità del personaggio.
Magog, un discendente di Jafet
Questi stessi ragionamenti sono validi e vanno ripetuti uguali per Magog. Egli viene ricordato come uno dei figli di Jafet, in base alla tavola delle nazioni del capitolo 10:2 di Genesi. Magog non è un israelita ed è perciò un modello delle nazioni del mondo sulla terra. Riguardo a lui l’ultimo libro della Bibbia, Rivelazione 20:7-8 legge: “Non appena i mille anni saranno finiti Satana sarà liberato dalla prigione e uscirà per sviare le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarli alla guerra. Il loro numero è come la sabbia del mare.” Dunque alla fine dei mille anni la situazione tornerà ad essere drammatica. Di certo non ci sarà pace.
Guerra all’inizio e alla fine dei mille anni
Gog e Magog sono nomi in codice che rappresentano sia israeliti che nazioni del mondo. Secondo le Scritture ci saranno due guerre reiterate, una all’inizio del millennio e una dopo la fine dei mille anni. Che alla fine del regno millenario di Cristo si debba assistere un’altra volta a uno scempio del genere la dice lunga sulla perversità di Satana e del genere umano. Dice molto anche riguardo alle difficoltà che si dovranno affrontare durante il millennio, quando l’autorità del regno messianico tornerà ad essere contestata da parte dei moltissimi risuscitati.
Alla fine tutti ne usciranno di nuovo marchiati, essendo schierati su due contrapposte fazioni. Finiti i mille anni ancora una volta ne uscirà vittorioso soltanto un rimanente. Si ripeteranno situazioni già viste. In Rivelazione Giovanni dichiara: “E avanzarono sull’estensione della terra e circondarono il campo dei santi e la città diletta. Ma fuoco scese dal cielo e li divorò”, il che sarà l’equivalente della situazione odierna. (Riv 20:7-9)
Gog destinato al pasto degli uccelli rapaci
Gog riceve l’ordine da Geova di attaccare Israele all’uscita dal suo lungo esilio: «Perciò profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia a Gog: Così dice il Signore Dio: In quel giorno, quando il mio popolo Israele dimorerà del tutto sicuro, tu ti leverai, verrai dalla tua dimora, dagli estremi confini del settentrione, tu e i popoli numerosi che sono con te, tutti su cavalli, una turba grande, un esercito potente. Verrai contro il mio popolo Israele, come una nube scura per coprire la terra». (38,14-15). Ma alla fine Gog sarà sconfitto: «Spezzerò l’arco nella tua mano sinistra e farò cadere le frecce dalla tua mano destra. Tu cadrai sui monti d’Israele con tutte le tue schiere e i popoli che sono con te: ti ho destinato in pasto agli uccelli rapaci d’ogni specie e alle bestie selvatiche. Tu sarai abbattuto in aperta campagna» (39,3-5).

Il tetto di una casa
In ebraico “gag” significa “tetto”, e può indicare anche la superficie superiore dell’altare dell’incenso. A sorpresa, si intende quindi un punto massimo di elevazione! Etimologicamente Gog è un personaggio di rango. Tuttavia, se andiamo a cercare la parola “tetto” nelle scritture vi troviamo spesso forti connessioni con l’idolatria.
Per esempio, troveremo Geremia 32:29 che legge: “I caldei che combattono contro questa città devono venire e dare alle fiamme questa città col fuoco e devono bruciare essa e le case sui tetti delle quali hanno fatto fumo di sacrificio a Baal e hanno versato libazioni ad altri dèi allo scopo di offendermi’. Troveremo anche Sofonia 1:5 laddove menziona “quelli che sui tetti si inchinano all’esercito dei cieli, e quelli che si inchinano e giurano lealtà a Geova ma nello stesso tempo giurano lealtà anche a Malcàm”.
Terrazze, adorazione e public relation
L’adorazione del sole, della luna e delle stelle era praticata in Gerusalemme sui tetti delle case. I corpi celesti erano visti come rappresentativi delle forze della natura. Le case in Israele avevano un tetto piatto a mo’ di terrazza e, nella città di Gerusalemme, molte case erano contigue così che si poteva passeggiare in lungo e in largo sull’abitato senza dover scendere per strada.
Sui tetti venivano eretti altari per l’adorazione familiare ai corpi celesti. Vi si bruciava l’incenso e si offrivano sacrifici animali. In medio-oriente inoltre i tetti costituivano una grande risorsa. Servivano come luoghi d’incontro, di preghiera e ricreazione. Sul tetto si mangiava, si camminava, si stendevano i panni, si mettevano a seccare i fichi, gli steli del lino e gli altri prodotti per l’inverno. Nella bella stagione molti dormivano in terrazza all’aperto.
Qualsiasi cosa accadesse in città, bastava salire sul tetto e si veniva a sapere cosa stava succedendo. Nei momenti più drammatici tutti salivano in terrazza ad aspettare le notizie come si legge in Isaia 22:1-5 che rivolgendosi alla città stessa in un momento di grave allarme scrive: “Che hai, quindi, che per intero sei salita sui tetti? Eri piena di trambusto, una città tumultuosa, una città esultante… Tutti quelli dei tuoi che sono stati trovati sono stati presi prigionieri insieme.” Se qualcuno voleva far sapere una notizia bastava che si mettesse a gridare sulla terrazza. Ecco perché Gesù disse: “Quello che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; quello che sentite sussurrare, predicatelo dalle terrazze.” (Mt 10:27)
Agostino d’Ippona
A proposito di Gog e Magog Agostino d’Ippona nel suo scritto “La città di Dio” esprime un commento illuminante: 11. L’Apocalisse continua: E quando i mille anni saranno compiuti Satana sarà liberato dal suo carcere e uscirà per trarre in errore i popoli che sono ai quattro punti cardinali della terra, Gog e Magog, e li condurrà in guerra; il loro numero è come l’arena del mare. Dunque alla fine li trarrà in errore allo scopo di condurli alla guerra. Anche prima traeva in errore, nei modi in cui poteva, attraverso numerosi e svariati atti di malvagità. Uscirà significa che balzerà dai nascondigli dell’odio in aperta persecuzione.
Sarà, nell’imminenza dell’ultimo giudizio, l’ultima persecuzione che in tutto il mondo subirà la Chiesa, cioè tutta la città di Cristo da tutta la città del diavolo, qualunque sia l’estensione dell’una e dell’altra sulla terra. Questi popoli, che denomina Gog e Magog, non si devono intendere come popoli non civili, stanziati in una parte della terra, ovvero i Geti e Massageti, come alcuni suppongono, a causa della lettera iniziale del loro nome, ovvero altri stranieri non associati al diritto romano. Con la frase: Popoli esistenti ai quattro punti cardinali della terra è stato indicato che essi sono in tutto il mondo ed ha soggiunto che essi sono Gog e Magog.
Chi sta in casa e chi esce di casa
Apprendiamo che come significato dei nomi Gog corrisponde a “tetto”, e Magog “dal tetto”, cioè come casa e chi esce di casa. Dunque sono i popoli nei quali precedentemente abbiamo inteso che era rinchiuso il diavolo come in un abisso ed è lui che in certo senso da essi si svincola ed esce, in modo che essi sono il tetto ed egli dal tetto. Se poi applichiamo l’uno e l’altro ai popoli, non uno a loro e l’altro al diavolo, essi sono il tetto perché nel tempo egli è rinchiuso in essi e in certo senso vi è occultato il nemico antico; ed essi saranno dal tetto, allorché dal coperto balzeranno fuori in un odio aperto.
Con la frase: E marciarono su tutta la superficie della terra e assediarono l’accampamento dei santi e la città diletta, non si afferma che sono venuti o verranno a un solo luogo, come se in un solo determinato luogo vi siano l’accampamento dei santi e la città diletta. Questa infatti non è altro che la Chiesa di Cristo diffusa in tutto il mondo.
Perciò dovunque essa sarà alla fine, poiché sarà estesa a tutti i popoli, concetto che è stato indicato con il termine “superficie della terra”, ivi sarà l’accampamento dei santi, ivi sarà la diletta città di Dio, ivi con la mostruosità di quella persecuzione sarà assediata da tutti i suoi nemici poiché anche essi saranno con lei fra tutti quei popoli. Sarà cioè avvinghiata, stretta, compressa nell’angustia della sofferenza e non abbandonerà la sua difesa armata che è stata espressa con il concetto di accampamento. (Agostino, La città di Dio, LibroXX, parte11, Vi sono Gog e Magog …)
Chi è sulla terrazza se la dia a gambe
A grandi linee l’interpretazione data da Agostino (354-430) circa l’identità di Gog e Magog è corretta. Egli interpreta quel suo attacco come sferrato contro la chiesa dei Santi sparsi su tutta la terra. Dovendo comprendere quel che accade oggi, le parole di Rivelazione 20 sono chiarificatrici perché ciò che accadrà allora corrisponde a ciò che sta accadendo oggi. Si tratta di un attacco spirituale tra chi sta nella casa e chi ne esce. Sì, perché alcuni ne escono in obbedienza alle parole di Gesù che disse: “Chi è sulla terrazza non scenda a prendere le cose che ha in casa e chi è nel campo non torni a prendere il suo mantello.” (Mt 24:17-18)
Tuttavia le restanti osservazioni riguardo a Satana nell’abisso risultano poco attendibili. Agostino ritiene che i popoli costituiscano l’abisso di Satana, ma su questo punto egli sta divagando.
Alla luce di queste scoperte cerchiamo di gettare più luce sulle figure di Gog e Magog. Si tratta di una lotta fratricida (Eze 38:21), una lotta tra chi sta in casa e chi esce da quella medesima casa. La casa è ovviamente Babilonia, la casa di Dio in senso lato. Gesù aveva avvisato i suoi discepoli di uscire da quel posto, anche da Gerusalemme. Ciò significava uscire da qualsivoglia organizzazione religiosa.
La prova finale
Prima della venuta di Cristo, la Chiesa, intesa come comunità di tutti i credenti, avrebbe dovuto passare attraverso una prova finale che avrebbe scosso la fede della maggioranza dei credenti. La persecuzione che doveva emergere alla fine avrebbe preso la forma di una impostura religiosa che avrebbe offerto agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità.
La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica la scienza e se stesso, al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne. Questo attacco è ormai all’opera. Le organizzazioni religiose attaccano e sono sotto attacco. Questi sono Gog e Magog, il finale attacco di quelli che erano convinti di essere sulla strada che porta alla vita ma che alla fine si sono lasciati irretire e hanno preso il marchio di una bestia anziché il marchio del Cristo.
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