Zimri regnò per soli sette giorni. Chiedere di Zimri fu la prima cosa che le venne in mente. Izebel, appena si rese conto dell’arrivo di Ieu, per fare impressione e per esprimere maestà, s’imbellettò gli occhi e si affacciò alla finestra. Guardava giù nel cortile proprio mentre Ieu entrava per la porta. Gli urlava: “È andato tutto bene a Zimri l’uccisore del suo signore?” (2Re 9:31)
Lei, la signora, era stata la fonte e l’origine di tanti dei mali della casa di Ieoram, suo figlio. Da lei proveniva lo spirito di assassinio e idolatria che permeava quel regno. Era stata lei a istigare Acab nell’omicidio di Nabot. Ed era lei che istigava il popolo nell’idolatria dei Baal e nell’adorazione dei pali sacri. Era sempre stata lei l’assassina che perseguitava e uccideva i profeti di Geova. Lei era quella contro la quale Elia ed Eliseo avevano dichiarato vendetta da parte di Geova. Per questi motivi Ieu aveva accettato immediatamente l’incarico di rivendicare il sangue di Nabot e dei suoi figli versato da quella donna.
Metteva fine al suo breve regno mediante il fuoco
L’incarico affidato a Ieu era molto pericoloso in quanto si trattava di deporre la potente linea dinastica di Omri, padre di Acab, salito al trono con la violenza. Omri era stato comandante dell’esercito di Israele sotto il re Ela, quarto sulla linea di Geroboamo, quando Zimri, comandante di metà dei carri da guerra, abbattuto Ela, si impadronì del regno e sterminò la famiglia e gli amici di Baasa, padre di Ela. Non appena ne giunse notizia all’esercito israelita, “tutto Israele”, nelle persone dei capi tribali di stanza all’accampamento, acclamarono Omri loro re. Immediatamente gli israeliti attaccarono Tirza, la capitale di Zimri. Questi, vista la situazione disperata, si uccise appiccando il fuoco alla casa del re e ponendo così fine ai suoi sette giorni di regno.
Un profeta, anche lui chiamato Ieu, ma figlio di Hanani, aveva predetto la distruzione alla casa di Baasa. Le parole di Geova al profeta sono riportate in 1Re16:1-4 dove si legge: “Ieu, figlio di Hanàni, ricevette questo messaggio di Geova contro Baàsa: “Io ti ho innalzato dalla polvere per farti capo sul mio popolo Israele, ma tu hai seguito la condotta di Geroboàmo e hai fatto peccare il mio popolo Israele, così che mi ha offeso con i suoi peccati. Perciò spazzerò via Baàsa e la sua casa, e renderò la sua casa come la casa di Geroboàmo, figlio di Nebàt. Chi della casa di Baàsa morirà in città sarà mangiato dai cani, e chi morirà nei campi sarà mangiato dagli uccelli dei cieli””.
Zimri abbatte Ela ubriaco
La Scrittura a questo proposito racconta: Nel 26o anno di Asa re di Giuda, Ela figlio di Baàsa diventò re su Israele a Tirza, e regnò per 2 anni. Il suo servitore Zimri, capo di metà dei suoi carri da guerra, cospirò contro di lui. Mentre Ela si trovava a Tirza a bere fino a ubriacarsi a casa di Arza, responsabile del palazzo di Tirza, Zimri entrò, lo colpì e lo uccise; diventò così re al suo posto. Era il 27o anno di Asa re di Giuda. Quando fu re, non appena si fu insediato sul trono, sterminò tutta la casa di Baàsa. Non risparmiò nemmeno un uomo, né tra i suoi parenti né tra i suoi amici. Così Zimri annientò l’intera casa di Baàsa, secondo quello che Geova aveva dichiarato contro Baàsa per mezzo del profeta Ieu.

“Questo avvenne a motivo di tutti i peccati che Baàsa e suo figlio Ela avevano commesso e dei peccati che avevano fatto commettere a Israele, offendendo Geova, l’Iddio d’Israele, con i loro idoli senza valore. Quanto al resto della storia di Ela, tutto quello che fece, non è forse riportato nel libro dei fatti storici dei re d’Israele?
Nel 27o anno di Asa re di Giuda, Zimri diventò re per 7 giorni a Tirza, mentre i soldati erano accampati contro Ghibbetòn, che apparteneva ai filistei. I soldati che erano accampati sentirono dire: “Zimri ha cospirato contro il re e lo ha ucciso”. Così quel giorno, nell’accampamento, tutto Israele proclamò Omri, capo dell’esercito, re su Israele. Omri e tutto Israele salirono da Ghibbetòn e assediarono Tirza. Quando vide che la città era stata catturata, Zimri entrò nella torre fortificata della casa del re e incendiò la casa, così che morì tra le fiamme.” (1Re16:8-20)
Un terribile segreto nel cuore
Quando Geova ebbe pronunciato il nome di Ieu, figlio di Nimsi, quel terribile segreto rimase seppellito nel petto di Elia e in quello di Eliseo per dodici anni. All’epoca in cui fu pronunciata la profezia, Ieu doveva essere ancora troppo giovane. Tuttavia col trascorrere del tempo Eliseo cercava sempre di più di individuare il momento giusto per intervenire. Alla fine, però, Ieu era diventato un uomo dalla personalità dinamica, uno che non era disposto a tergiversare.
Nulla può stimolare un uomo più di una crisi improvvisa e profonda. Aveva capito tutto. Evidentemente il suo cuore era ormai preparato ad un rapido mutamento e anche i suoi soldati lo erano. La decisione fu immediata per tutti.
I tempi erano cupi e richiedevano insolita determinazione. A quel punto tutto dipendeva dall’agire in segreto e dal muoversi in fretta. ‘Ieu allora disse ai suoi soldati: “Se la vostra anima è d’accordo, non si lasci scampare nessuno dalla città per andare a portare la notizia a Izreel”. E Ieu cavalcava e andava a Izreel.’ (2Re 9:15-16) In sostanza egli disse ai suoi soldati: “Se volete che io sia il vostro re, allora stringiamo le fila e sorvegliate le mura. Nessun disertore vada a dare informazioni.” Così fu deciso e Jeu, portando con sé soltanto Bidcar, il suo capo ufficiale, e un manipolo di fidatissimi, si mise alla volta di Izreel.
Grandi segreti e profonde crisi interiori
Oggi anche noi di Rifugiati di Pella, ci siamo portati dentro dei segreti. Come quegli antichi personaggi, siamo passati attraverso profonde crisi interiori. Fin dall’inizio sapevamo che i tempi erano stretti e che la bestia ci avrebbe uccisi. Non potevamo sapere in anticipo che si sarebbe trattato invece di una morte simbolica. (Ri 11:7-10) Il rischio andava comunque accettato. C’era un incarico e una promessa.
Le crisi interiori furono per molti anni profonde. Ci rendevamo conto che le istituzioni religiose a cui appartenevamo erano a dir poco bugiarde, che la propaganda che ci spingeva ad agire in passato in una certa direzione non era più accettabile e che dovevamo dare una svolta. La presente situazione di dittatura sanitaria ha fatto sì che ci rendessimo ancor pienamente conto del tipo di mondo in cui abbiamo vissuto e viviamo. Scoprire la terra piatta ci ha aperto gli occhi sulle menzogne del sistema. Sono molte le scoperte che ci hanno fatto progressivamente maturare.
Mentre capivamo la Bibbia capivamo anche l’inganno sanitario, che la nostra salute è nelle nostre mani e non in quelle del servizio sanitario pubblico. Capire questo è importante. Cioè dobbiamo capire che la responsabilità è nostra, di cosa mangiamo e del nostro stile di vita.
I sette giorni di Zimri e i sette tempi della fine
Ma passiamo a Zimri che regna per soli sette giorni. Possiamo considerare questo personaggio un modello del potere politico nei sette tempi finali dell’Apocalisse. Egli mette in scena la fine del potere umano al culmine della storia. Oggi stiamo assistendo all’incalzare del nuovo ordine mondiale che ha trasformato il potere legittimo dei governi costituzionali in tirannide. Zimri è una figura del Nuovo Ordine Mondiale.
Detto questo, torniamo a Izebel. Zimri era un capo militare israelita che aveva cospirato contro il suo re e l’aveva ucciso, dopo di che in sette giorni era perito. Izebel accusava Ieu di un simile atto ribelle ed insinuava che alla fine Ieu avrebbe fatto una brutta fine. Tuttavia Ieu, figura del Cristo, sapeva di essere uno strumento nelle mani di Geova e che doveva eseguire i comandi divini. Questa sua consapevolezza lo motivava. Ubbidire ai comandi di Geova in tali frangenti implicava grande coraggio e un’enorme fede.
La musicalità di un nome
Spesso il nome di un personaggio lo identifica. Zimri richiama l’ebraico zamar che significa fare musica, lodare con il canto, cantare lodi. In Daniele 3:5 c’è una fantastica corrispondenza. È lì che ricorre la parola ebraica Zemara in un contesto pieno di strumenti musicali d’ogni sorta. Ecco che questo personaggio si lega, e non soltanto da un punto di vista lessicale, alla situazione in cui tutti dovevano adorare l’immagine d’oro eretta da Nabucodonosor sulla pianura di Dura. Zimri che regna sette giorni, prefigura i sette anni finali del malo potere esercitato dalle bestie selvagge descritte in Rivelazione capitolo 13.
Daniele al capitolo 3 legge: “In quel tempo i satrapi, i prefetti e i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i funzionari di polizia e tutti gli amministratori dei distretti giurisdizionali si adunavano per l’inaugurazione dell’immagine che Nabucodonosor il re aveva eretto, e stavano di fronte all’immagine che Nabucodonosor aveva eretto. E l’araldo gridava ad alta [voce]: “Vi si dice, o popoli, gruppi nazionali e lingue, che al tempo in cui udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa triangolare, dello strumento a corda, della zampogna e di ogni sorta di strumenti musicali (zemara), vi prostriate e adoriate l’immagine d’oro che Nabucodonosor il re ha eretto.
E chiunque non si prostri e non adori sarà gettato nello stesso momento nella fornace di fuoco ardente”. A causa di ciò, nello stesso tempo in cui tutti i popoli udivano il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa triangolare, dello strumento a corda e di ogni sorta di strumenti musicali, tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue si prostravano [e] adoravano l’immagine d’oro che Nabucodonosor il re aveva eretto.” Daniele 3:1-7
Ela rappresentato da un grosso albero
Ela, il nome di questo inetto, significa in ebraico terebinto, addirittura quercia. Il re tuttavia si era fatto la nomina di essere un ubriacone, uno che beveva smodatamente e senza ritegno. Mentre Ela si stava ubriacando nella casa di Arza, il suo maggiodomo a Tirza, Zimri, comandante di metà dei carri da guerra, venne e lo uccise per impadronirsi del regno. Poi eliminò tutti quelli che appartenevano alla casa di Baasa, adempiendo così la profezia di Geova.
Nella Bibbia il terebinto, in ebraico elah, non viene ben distinto dai traduttori dalla quercia elon o allon. Il personaggio in questione, il re Ela, rappresenta il potere politico e si può paragonare con l’albero di Nabucodonosor, descritto nel sogno interpretato da Daniele al capitolo 4 del suo libro. Ela rappresenta dunque la fine di un certo potere come il taglio dell’albero nel sogno di Nabucodonosor aveva prefigurato. L’albero, abbattuto per un periodo di sette tempi, prefigurava un cambio drastico nell’esercizio del potere alla fine della storia umana. Si tratta dei sette anni che seguono ai 40 della generazione di Matteo 24:34.
Una struttura a scatole cinesi
La Bibbia rappresenta le stesse situazioni enne volte, come in una trama di disegni concatenati. Ti trovi da qualche parte l’affresco principale e poi sparsi qua e là dei piccoli camei. Qualcosa di simile alla struttura della matrioska. Si tratta di un procedimento ricorsivo, i cui elementi si ripropongono uguali, annidandosi l’uno dentro l’altro e potenzialmente all’infinito. Ricorderò un esempio tra tutti, la questione del numero sette.
In letteratura questo modo di procedere viene anche detto a scatole cinesi. La disposizione è simile a un gioco di scatole, dove la più grande contiene la più piccola, che a sua volta ne contiene un’altra ancora più piccola. In questo moltiplicarsi della stessa struttura narrativa, in luoghi e tempi diversi, con protagonisti differenti, viene alla luce qualcosa di paradigmatico e originario. Questo diventa sempre più il canovaccio profetico entro il quale si svolge la storia degli uomini.
Effetti di questo tipo sono frequenti in tutta la Bibbia e ne testimoniano la profonda armonia. Quando tu ti trovi davanti un’immagine in codice e dopo averla decifrata scopri che l’idea principale compare in bella vista in scritti di secoli o perfino millenni antecedenti o posteriori, tu ti trovi a pensare a Geova come al regista di tutto l’impianto. Allora tu comprendi che lo scrittore di fondo è uno solo, lui che ha creato il tutto.
A questo punto tutti noi ci sentiamo chiamati a decifrare il testo, chiedendoci quale ne sia il più recondito segreto. Ci accorgiamo di essere obbligati a risolvere un enigma, e allora ci mettiamo a pensare. Questo lavoro di pensiero è indispensabile per chi vuole comprendere le Scritture. Vuol dire fermarsi e cominciare a riflettere.
Zimri e il simbolo del fuoco
Il simbolo del fuoco nelle Scritture è poliedrico. Nei tempi biblici era il mezzo di distruzione più completo. Pietro scrisse che “i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco”. (2Pt 3:5-7)
Altri esempi dell’uso del fuoco come simbolo di distruzione si trovano in Rivelazione ed Ezechiele. Ci viene detto che “le dieci corna” e “la bestia selvaggia” si rivolteranno contro Babilonia la Grande e la bruceranno col fuoco. (Ri 17:16,17) L’attacco di Gog e delle sue orde contro il rimanente del popolo di Dio provocherà la sua ira, e fuoco e zolfo pioveranno su di loro. (Ezechiele 38 e 39) Le nazioni che si ribelleranno quando Satana sarà rilasciato alla fine del Regno millenario di Cristo saranno divorate dal fuoco, e il Diavolo e tutti quelli che non saranno scritti nel libro della vita verranno scagliati nel lago di fuoco, che rappresenta la seconda morte. (Ri 20:7-10, 15; 21:8)

Rivelazione 19 a proposito del lago di fuoco legge: “E vidi la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra contro colui che sedeva sul cavallo e contro il suo esercito. E la bestia selvaggia fu presa, e con essa il falso profeta che aveva compiuto davanti ad essa i segni con cui aveva sviato quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia selvaggia e quelli che rendono adorazione alla sua immagine. Mentre erano ancora vivi, furono entrambi scagliati nel lago di fuoco che brucia con zolfo. Ma i restanti furono uccisi con la lunga spada di colui che sedeva sul cavallo, la quale [spada] usciva dalla sua bocca. E tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni. (Ri 19:19-21)
Il Lago di Fuoco
Lago di fuoco è un’espressione che ricorre solo nel libro di Rivelazione ed è chiaramente simbolica. La Bibbia stessa ne dà la spiegazione e la definizione dicendo: “Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco”. Coloro che non sono scritti “nel libro della vita”, vengono scagliati nel lago di fuoco, che significa la distruzione eterna o seconda morte. (Ri 20:14-15; 21:8) Si tratta di una morte irreversibile, da cui non c’è risurrezione.
Ecco che la morte di Zimri diventa un modello che prefigura la fine imminente di questo sistema politico-religioso, la bestia selvaggia e il falso profeta. E a questo punto alcune domande vengono in mente. Alla fine che cosa faranno i “fantastici” due, la bestia selvaggia e il falso profeta, quando come Zimri si accorgeranno dell’assedio? Scateneranno essi stessi una guerra nucleare? Ai posteri l’ardua sentenza.
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