Il sommo sacerdote e il re bambino

Tra poco, appena prima di Armaghedon, il rimanente, descritto come grande folla in Ri 7:9-17, comincerà a regnare con i 144.000 sotto la direzione del più grande sommo sacerdote, il Cristo. I due unti descritti in Zaccaria 4:11-14 corrispondono ai due testimoni che predicano vestiti di sacco in Rivelazione 11 e raffigurano le due classi di re-sacerdoti.

Dei due testimoni dell’Apocalisse si legge: E dopo i tre giorni e mezzo spirito di vita da Dio entrò in loro, ed essi si rizzarono in piedi, e grande timore cadde su quelli che li vedevano. E udirono un’alta voce dal cielo dir loro: “Salite quassù”. E salirono al cielo nella nube, e i loro nemici li videro. (Ri 11:11-12) Naturalmente, qui tre giorni e mezzo valgono tre anni e mezzo. (Ri 12:6,14; Eze 4:6)

In Zaccaria similmente si legge: “Quindi gli chiesi: “Qual è il significato di questi due olivi, a destra e a sinistra del candelabro?” Gli chiesi anche: “Qual è il significato dei ramoscelli dei due olivi che riversano il liquido dorato attraverso i due canaletti d’oro?” Allora mi chiese: “Non sai cosa significano queste cose?” Io risposi: “No, mio signore”. Lui disse: “Questi sono i due unti che stanno accanto al Signore dell’intera terra”. I due unti rappresentano: uno i 144.000 e l’altro la grande folla. (Cfr. Ri 7:4,9)

 La situazione dei due testimoni che, in rappresentanza della doppia classe del rimanente, assurgono al regno, può essere esaminata alla luce di 2 Re capitolo 11. Singolare che in tutta questa faccenda si possa osservare, nella numerazione di capitoli e versetti, una continua ripetizione del numero 11. Questo numero richiama, almeno visivamente, quello che è uno dei numeri fondamentali nella geometria della terra, il 111.

Ieoseba, moglie del sommo sacerdote, rapisce il piccolo Ioas

Faccio adesso un breve resoconto dei fatti e degli antefatti esposti in 2 Re capitolo 10 e 11. La morte di Acazia e dei suoi 42 fratelli per mano di Ieu aveva dato alla malvagia Atalia un pretesto per proclamarsi regina. (Cfr. 2 Re 10:13:14; 11:1) Ma per impedire che qualcuno in futuro mettesse in discussione il suo potere e le rimproverasse di aver usurpato il trono, aveva fatto uccidere tutti i figli di Acazia, i nipoti di cui lei stessa era nonna a tutti gli effetti. Solo il nipotino più piccolo, Ioas, che allora non aveva neanche un anno, sfuggì al massacro. Questo avvenne perché la zia Ieoseba, moglie del sommo sacerdote Ieoiada, sequestrò il piccino e la sua nutrice e li tenne nascosti nel tempio per sei anni.

Ieoseba, la zia di Ioas, era figlia di Ieoram re di Giuda ed era moglie del sommo sacerdote Ieoiada. Questo stretto legame di parentela tra un sommo sacerdote e la figlia di un re è un fatto unico nelle scritture e ben raffigura la stretta collaborazione tra il più grande sommo sacerdote, Gesù e le schiere angeliche della Gerusalemme di sopra. La vicenda nel suo insieme rappresenta l’amorevole cura del Cristo verso i suoi fanciullini, la classe dei i due testimoni e del rimanente. (vedi anche 2Re 2:24)

In quanto al fanciullino scampato, 2 Cron 24:1-2 spiega: “Iòas aveva 7 anni quando diventò re, e regnò 40 anni a Gerusalemme. Sua madre era Sìbia di Beèr-Seba. Iòas fece ciò che era giusto agli occhi di Geova per tutti i giorni del sacerdote Ieòiada”.

Atalia e sua madre

Le peripezie di questo bambino sfuggito a un massacro hanno molto a che fare con la situazione dei due testimoni dell’Apocalisse. Atalia, la nonna di Ioas, era figlia di Acab e di Izebel e sorella di Ieoram re d’Israele. Questa donna fin dalla più tenera età era vissuta in seno ad una famiglia perversa. Sua madre Izebel era figlia del re di Sidone, Etbaal, (1Re 16:31) che Giuseppe Flavio descrive come sacerdote di Astarte, uno che avrebbe conquistato il trono con la violenza. Izebel perseguitava i profeti di Geova tanto che perfino Elia aveva dovuto fuggire per mettersi in salvo in una caverna. Uccideva poi Nabot e i suoi figli per impadronirsi della loro vigna.

Atalia quindi si mostrò all’altezza della madre scellerata, mostrandosi in tutto sua degna figlia. Personaggi di questo calibro assurgono a raffigurazioni di quella che la Bibbia definisce la madre delle meretrici, Babilonia la grande. Ecco dunque perché la classe sacerdotale del rimanente è tuttora perseguitata all’interno delle congregazioni di tutto il mondo, e ne deve forzatamente uscire. Dato che i due Testimoni hanno un periodo di attività limitato che consiste in sette anni di predicazione prima di incontrarsi col Cristo, il sommo sacerdote, nell’aria (1Ts 4:17), Ioas, il bambino che diventa re a sette anni, diviene una cifra di tutta la loro vicenda.

Fin dall’inizio i due testimoni furono costretti al silenzio. I responsabili nella congregazione andavano a informarsi dagli amici e dalle amiche se avevamo ancora parlato con loro di certi argomenti. Fummo più volte personalmente ammoniti con l’ordine perentorio di non parlare con nessuno di ciò che riuscivamo di giorno in giorno a capire. Più volte cercarono di intimidirci, proprio fin dall’inizio delle nostre ricerche. Ecco dunque che la nostra situazione si può equiparare a quella di Ioas, che dovette vivere nascosto nella stanza dei letti all’interno del palazzo reale e poi nelle stanze interne del tempio per i rimanenti sei anni. La Scrittura a questo proposito è lapidaria: “Ed egli restò con lei nella casa di Geova nascosto per sei anni, mentre Atalia regnava sul paese.” (2 Re 11:3)

Ioas acclamato re

Intanto il bambino continuava a crescere. Nel suo settimo anno di vita, il sommo sacerdote Ieoiada si assicurò: 1) l’appoggio dei leviti, 2) dei comandanti della guardia caria, corpo speciale dell’esercito, i cheretei, militari stranieri originari della Caria, in Asia minore, 3) dei corrieri, messaggeri scelti tra le guardie reali, 4) dei capi delle case paterne di Israele. In un giorno di sabato, e, sia detto per inciso, la scelta del giorno non è casuale, prese Ioas e lo fece uscire allo scoperto, mise su di lui il diadema e la testimonianza e lo unse come re d’Israele. Il racconto della Scrittura così procede:

E nel settimo anno Ieoiada mandò e quindi prese i capi di centinaia della guardia del corpo caria e dei corrieri e li condusse presso di sé nella casa di Geova e concluse con loro un patto e fece loro giurare nella casa di Geova, dopo di che mostrò loro il figlio del re. 

E i capi di centinaia facevano secondo tutto ciò che Ieoiada il sacerdote aveva comandato. Presero dunque ciascuno i suoi uomini che entravano il sabato, insieme con quelli che uscivano il sabato, e quindi vennero da Ieoiada il sacerdote. Il sacerdote ora diede ai capi di centinaia le lance e gli scudi circolari che erano appartenuti al re Davide, che erano nella casa di Geova. E i corrieri stavano ciascuno con le armi in mano, dal lato destro della casa fino al lato sinistro della casa, presso l’altare e presso la casa, tutt’intorno vicino al re. Quindi egli fece uscire il figlio del re e mise su di lui il diadema e la Testimonianza; e così lo fecero re e lo unsero. E battevano le mani e dicevano: “Viva il re!” (2Re 11: 4; 9-12)

La morte di Atalia

 Subito dopo Ieoiada ordinò che Atalia fosse portata fuori dell’area del tempio e uccisa. Così procede il racconto:

Quando Atalia ebbe udito il rumore del popolo che correva, subito venne dal popolo alla casa di Geova. Quindi vide, ed ecco, il re stava presso la colonna secondo l’usanza, e i capi e le trombe presso il re, e tutto il popolo del paese si rallegrava e suonava le trombe. Immediatamente Atalia si strappò le vesti e gridava: “Cospirazione! Cospirazione!” Ma Ieoiada il sacerdote comandò ai capi di centinaia, agli incaricati delle forze militari, e disse loro: “Conducetela fuori da dentro le file, e, in quanto a chiunque le vada dietro, ci sia l’esecuzione a morte con la spada!” Poiché il sacerdote aveva detto: “Non sia messa a morte nella casa di Geova”. Le misero dunque le mani addosso ed essa venne per la via dell’entrata dei cavalli della casa del re, e lì fu messa a morte. (2Re 11:13-16)

Questa sarà la fine ormai imminente della grande meretrice che svia tutti i popoli inducendoli con la perfidia ad assumere il marchio della bestia descritto in Rivelazione 13:16-18. Lì si legge:

E costringe tutti, piccoli e grandi, e ricchi e poveri, e liberi e schiavi, affinché si dia a questi un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e affinché nessuno possa comprare o vendere se non chi ha il marchio, il nome della bestia selvaggia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza: Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia selvaggia, poiché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.

Ieoiada come sommo sacerdote svolge un ruolo messianico

L’ultimo versetto del capitolo 11, il 21 si imprime per sempre nella memoria: “Ioas aveva sette anni quando cominciò a regnare”. Quindi Ieoiada, investito com’era di un ruolo messianico, concluse un patto come anche il Cristo concluderà un patto tra Geova, il rimanente e i risuscitati. Ci sarà dunque la stipula di un nuovo patto e verranno alla ribalta nuovi rotoli, in corrispondenza del libro della testimonianza messa nelle mani del re.

Quindi Ieoiada concluse il patto fra Geova e il re e il popolo, che si sarebbero dovuti mostrare il popolo di Geova; e anche fra il re e il popolo. Dopo ciò tutto il popolo del paese andò alla casa di Baal e abbatté i suoi altari; e spezzò completamente le sue immagini, e uccise davanti agli altari Mattan, il sacerdote di Baal.

E il sacerdote metteva sorveglianti sulla casa di Geova.  Inoltre, prese i capi di centinaia e la guardia del corpo caria e i corrieri e tutto il popolo del paese, affinché facessero scendere il re dalla casa di Geova; e gradualmente vennero per la via della porta dei corrieri alla casa del re; ed egli sedeva sul trono dei re.  E tutto il popolo del paese continuò a rallegrarsi; e la città, da parte sua, non ebbe disturbo, e Atalia stessa l’avevano messa a morte con la spada presso la casa del re.

Ioas aveva sette anni quando cominciò a regnare. (2Re 11:17-21)


Ieoiada, in quanto sommo sacerdote, ripara il tempio con il re

Dopo l’icoronazione di Ioas, Ieoiada si diede da fare per promuovere l’adorazione di Geova. Rinnovò la relazione di patto fra Geova e Israele, al che il popolo abbatté la casa di Baal e ne eliminò gli altari, le immagini e il sacerdozio. Quindi Ieoiada ripristinò integralmente i servizi del tempio. Esercitò una forte influenza benefica sulla vita di Ioas. Insieme al re riparò il tempio e fece vari utensili per la casa di Geova. Quando, a 130 anni, infine morì, gli venne tributato l’eccezionale onore di essere sepolto coi re “perché aveva fatto del bene in Israele e verso il vero Dio e la Sua casa”.

A questo punto la riparazione del tempio riveste un’importanza capitale in quanto prefigura non solo il ripristino della pura adorazione a livello universale ma anche la riabilitazione della verità della terra piatta. Ciò significherà vita eterna sulla terra pacifica. Si adempiranno le grandi profezie messianiche di Isaia e dei profeti.

Esaurito il suo momento di gloria, ormai fuori di allegoria, dopo la morte del suo mentore Ieoiada, Ioas cominciò a vestire panni sempre più prosaici. Purtroppo la buona influenza del sommo sacerdote finì insieme a lui, in quanto da allora in poi Ioas diede ascolto ai principi di Giuda e si allontanò da Geova, al punto di ordinare l’uccisione di Zaccaria figlio di Ieoiada, che aveva rimproverato il popolo infedele. (2Re 11:17-1216; 2Cr 2316-24:22)

Da quel momento in poi Ioas cominciava ad essere rappresentativo di un altro diverso periodo, la generazione malvagia di Matteo 24:34. Egli diventava gradualmente uno schiavo malvagio. (Mt 24:48-51)

Dopo l’incoronazione di Ioas 40 anni di regno

Il capitolo 11 di 2 Re risulta particolarmente incoraggiante per noi che viviamo durante il settimo anno dell’Apocalisse, in quanto l’ultimo versetto del capitolo 11 ci lascia intendere senza ombra di dubbio che presto riceveremo la corona regale dalle mani di un più grande Ieoiada, Gesù Cristo.

A quel punto Ioas regnò per 40 anni come Saul, Davide o Salomone. 40 anni sono anche il tempo della generazione di Matteo 24:34. Sarebbe come dire che dopo aver raggiunto i sette anni, momento in cui Ioas ricevette il regno, passarono altri 40 anni. Questa sarebbe un’immagine speculare ed inversa rispetto ai nostri giorni quando dopo la generazione di 40 anni scattarono i sette anni dell’Apocalisse.

Il numero 40 è carico di significato profetico. Designa principalmente gli anni di una generazione. Nella storia biblica i riferimenti più importanti sono quello dei 40 anni di Israele nel deserto e quello dei 40 giorni di Gesù nel digiuno nel deserto dopo il battesimo nel Giordano. Il numero 40 ricorre nella Bibbia 83 volte. Riporterò qui una carrellata di scritture utili a capire il significato della generazione dei 40 anni che correva dal 1975, anno in cui finivano i 6000 anni dalla creazione di Adamo, al 2015, anno in cui cominciavano i sette tempi di Apocalisse.

Il popolo d’Israele uscito dall’Egitto vagava quarant’anni nel deserto

  • In quel tempo Israele era condotto da Geova in modo che non gli mancasse nulla; Fu per quarant’anni che gli Israeliti mangiarono la manna. 
  • Io vi ho tratto fuori dal paese d’Egitto e vi ho fatto camminare nel deserto per quarant’anni, affinché prendeste possesso del paese dell’amorreo. Am 2:10
  • Infatti Geova tuo Dio ti ha benedetto in tutto quello che hai fatto. Sa tutto del tuo cammino attraverso questo grande deserto. In questi 40 anni Geova tuo Dio è stato con te, e non ti è mancato nulla” Dt 2:7
  • In questi 40 anni gli abiti che hai indossato non si sono consumati, né i tuoi piedi si sono gonfiati. Dt 8:4
  • ‘Mentre vi guidavo per 40 anni nel deserto, le vostre vesti non vi si consumarono addosso e i vostri sandali non vi si consumarono ai piedi. Dt 29:5
  • Per 40 anni li sfamasti nel deserto. Non mancò loro nulla. Le loro vesti non si consumarono e i loro piedi non si gonfiarono. Nee 9:21
  • E per circa 40 anni li sopportò nel deserto. At 13:18

Un anno per un giorno

La durata di questo periodo fu determinata da Geova in conseguenza del rifiuto del popolo di entrare nel paese: un anno per ogni giorno della durata dell’esplorazione delle spie nel paese.

  • Secondo il numero dei giorni che impiegaste per esplorare il paese, 40 giorni, un giorno per un anno, un giorno per un anno, risponderete dei vostri errori per 40 anni; così capirete cosa significa opporsi a me. Num 14.34
  • E gli israeliti mangiarono la manna per 40 anni, finché giunsero in una regione abitata. Mangiarono la manna finché giunsero alla frontiera del paese di Cànaan. Es 16:35
    • I quarant’anni nel deserto costituirono un castigo per l’infedeltà del popolo, perché perisse la generazione che aveva fatto il male.
  • I vostri figli diventeranno pastori nel deserto per 40 anni e dovranno portare la colpa dei vostri atti di infedeltà finché l’ultimo dei vostri cadaveri non sia caduto nel deserto. Nm 14:33
  • Geova si adirò dunque contro Israele e lo fece vagare nel deserto per 40 anni, finché tutta la generazione che aveva fatto il male agli occhi di Geova giunse alla sua fine. Nm 32:13
  • Gli israeliti avevano camminato nel deserto per 40 anni finché era morta tutta la nazione, cioè tutti gli uomini di guerra usciti dall’Egitto che non avevano ubbidito alla voce di Geova. Geova giurò che non avrebbe mai fatto vedere loro il paese che Geova aveva promesso ai loro antenati di dare al suo popolo, un paese dove scorrono latte e miele. Gs 5:6

Quarant’anni di prova

I quarant’anni furono una prova per saggiare il cuore degli israeliti:

  • Ricorda il lungo cammino che Geova tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi 40 anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova in modo da sapere cosa c’era nel tuo cuore, se avresti osservato i suoi comandamenti o no. (Dt 8:2)

La risposta alle prove non fu positiva:

  • Per quarant’anni provai nausea per quella generazione e dissi: “È un popolo che si svia sempre nel suo cuore; non hanno conosciuto le mie vie”. Così nella mia ira giurai: “Non entreranno nel mio riposo”. Sal 95:10-11.  
  • …nel giorno della prova nel deserto, n cui i vostri antenati mi tentarono con una prova, eppure avevano visto le mie opere per quarant’anni. Per questa ragione mi disgustai di quella generazione e dissi: ‘Sempre si sviano nel loro cuore, ed essi stessi non hanno conosciuto le mie vie’.  E giurai nella mia ira: ‘Non entreranno nel mio riposo. Ebr 3:8-11
  • Poiché chi furono quelli che udirono eppure provocarono ad amara ira? In realtà, non furono tutti quelli che uscirono dall’Egitto sotto Mosè? Inoltre, di chi si disgustò [Dio] per quarant’anni? Non si disgustò di quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto? Ma a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo se non a quelli che agirono disubbidientemente? Così vediamo che non poterono entrare a causa della mancanza di fede. Ebrei 3:16-19

Nei quarant’anni di deserto Israele non offriva sacrifici a Geova.

  • Mi portaste forse sacrifici e offerte durante i quarant’anni nel deserto, o casa d’Israele? Am 5:25
  • Portaste invece con voi la tenda di Mòloc e la stella del dio Refàn, le immagini che avevate fatto per poterle adorare. At 7:43

 I regni che durano quarant’anni

Diversi governi di giudici e re durarono 40 anni. Per 40 anni vi fu pace sotto il giudice Otniel.

  • Dopo ciò il paese non ebbe disturbo per quarant’anni. Infine Otniel figlio di Chenaz morì. Gdc 8:28

Anche dopo che Debora e Barak ebbero sconfitto i 10.000 uomini di Iabin al comando di Sisera,

  • “Il paese non ebbe più disturbo per quarant’anni”. Gdc 5:31

Durante il periodo in cui Gedeone giudicava Israele il paese non ebbe disturbo per 40 anni.

  • “In tal modo Madian fu sottomesso davanti ai figli d’Israele, e non alzò più la testa; e il paese non ebbe più disturbo per quarant’anni, ai giorni di Gedeone”. Gdc 8:28

 Per quarant’anni Eli fu sommo sacerdote. Anche Samuele giudicò Israele per quarant’anni.

  • Nel preciso momento in cui l’uomo menzionò l’Arca del vero Dio, Eli cadde all’indietro dal seggio presso la porta, ed essendo vecchio e pesante si ruppe il collo e morì. [Eli]Aveva giudicato Israele per 40 anni. 1Sam 4.18

Per quarant’anni durò il regno di Saul.

  • In seguito chiesero un re, e Dio diede loro Sàul, figlio di Chis, uomo della tribù di Beniamino, per 40 anni. At 123:21

Quarant’anni durò il regno di Davide 

  • Davide aveva 30 anni quando divenne re, e regnò per 40 anni. 2Sam 5:4
  • La durata del suo regno su Israele fu di 40 anni: a Èbron regnò 7 anni e a Gerusalemme 33 anni. 1Re 2:11; 1Cr 29:27

Salomone regnò 40 anni in Gerusalemme.

  • La durata del regno di Salomone a Gerusalemme su tutto Israele fu di 40 anni. 1Re 11:42

Quarant’anni regnò Ioas in Gerusalemme.

  • Nel 7o anno di Ieu, Iòas diventò re, e regnò 40 anni a Gerusalemme. 2Re 12:1

Quarant’anni di potere nemico

Durò quarant’anni anche il tempo in cui, dopo il giudice Abdon, gli israeliti rimasero sottomessi ai Filistei.

  • Di nuovo gli israeliti fecero ciò che era male agli occhi di Geova, e Geova li diede in mano ai filistei per 40 anni. Gdc 13:1

Ezechiele profetizzava che l’Egitto sarebbe rimasto deserto per quarant’anni.

  • Per questo sono contro di te e contro il tuo Nilo, e farò del paese d’Egitto un luogo devastato e arido, una distesa desolata, da Mìgdol a Siène, fino al confine con l’Etiopia. Non vi passerà né uomo né animale, e non sarà abitato per 40 anni.  Farò dell’Egitto il più desolato dei paesi, e le sue città saranno le più desolate per 40 anni; sparpaglierò gli egiziani fra le nazioni e li disperderò fra i paesi”. “‘Questo è dunque ciò che il Sovrano Signore Geova dice: “Dopo 40 anni radunerò gli egiziani dai popoli fra i quali saranno stati dispersi;  ricondurrò i prigionieri egiziani nel paese di Pàtros, il loro paese d’origine, e là diventeranno un regno insignificante. L’Egitto diventerà inferiore agli altri regni e non dominerà più le altre nazioni; lo renderò così piccolo che non potrà sottomettere altre nazioni. Ez 29:10-15

 Quaranta giorni

            L’insieme di queste scritture è interessante perché ci presenta, nel bene e nel male, sfaccettature diverse dei 40 anni della generazione di Matteo 24:34. Ci furono momenti gloriosi e momenti infami sia durante il regno di Saul che in quello di Davide o di Salomone. Ci furono momenti di libertà e di benessere e momenti di grande restrizione. Credo che il lettore di mente aperta vorrà fare personalmente le proprie considerazioni.

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