
Una genealogia traccia la storia di una famiglia nel tempo attraverso le molte generazioni. Anche Gesù occupa la sua posizione all’interno di una famiglia. Le genealogie di Gesù però sono molto intricate e apparentemente contradittorie. Tanto per fare un esempio, Giuseppe, il padre putativo, sembrerebbe essere nato da due padri, Giacobbe ed Eli. Confrontiamo infatti Matteo 1:15-16 e Luca 3:23-24 e cerchiamo di capire.
Matteo descrive la genealogia di Giuseppe: Eleàzaro generò Mattàn; Mattàn generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuseppe, marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo.” Si tratta proprio della genealogia di Giuseppe? Si, ma sappiamo anche che Mattan era il nonno di Maria. Questo fatto sembrerebbe complicare la storia.
Luca scrive: “Inoltre, Gesù stesso, quando cominciò [la sua opera], aveva circa trent’anni, essendo figlio, come si credeva, di Giuseppe, [figlio] di Eli, [figlio] di Mattat, [figlio] di Levi, [figlio] di Melchi, [figlio] di Iannai, [figlio] di Giuseppe.” Comprenderemo che Giuseppe non era figlio di Eli ma suo genero, dato che Eli era il padre di Maria, non di Giuseppe.
Bisogna capire quanto segue. Mattan ebbe due mogli, da una moglie di nome Maria, nacque Anna, da Anna nacque la madre di Gesù. Da un’altra moglie, Esta, nacque Giacobbe il patriarca, e da lui nacque Giuseppe. Maria di Nazaret e suo marito Giuseppe avevano in comune lo stesso nonno, Mattan, erano perciò cugini di primo grado. Era usanza comune tra gli ebrei sposarsi nelle stesse famiglie. Questo fatto è interessante perché spiega alcune apparenti contraddizioni che viceversa non si potrebbe comprendere a fondo.
Storia di un re dei giudei
Erode fece uccidere molta gente, anche nella parentela di Gesù, e ordinò la strage dei bambini nati nel periodo in cui si supponeva dovesse essere nato il Messia. Perché? Gesù poteva legalmente avanzare diritti al trono della Giudea e al sommo sacerdozio? Entrambe queste funzioni richiedevano precisi riferimenti genealogici, perciò nella storia genealogica di Gesù dovremmo trovare presto nomi di re e sommi sacerdoti senza dover andare troppo indietro.
Quando Erode il Grande divenne re di Giudea alla morte di Antigono II Mattatia avvenuta nel 37 a.C. il titolo di re di Giudea passò dalla linea Asmonea a quella Idumea. La linea davidica di Mattan (sommo sacerdote) e di Mattat (il re Antigono II) minacciavano Erode e questo lo indusse a uccidere ripetutamente persone nella famiglia di Gesù. Infatti costoro avrebbero potuto legalmente pretendere al trono. Ancora durante il processo, prima di consegnarlo a morte, Pilato chiese a Gesù: “Sei tu il re dei giudei?” e, come riferiscono tutti e quattro gli evangelisti, Gesù non negò ma rispose: “Tu stesso [lo] dici”. (Mt 27:11, Mr 15:2, Lc 23:3, Gv:18:37) Cerchiamo perciò conferma di questi fatti nella storia narrata nelle genealogie. Continuiamo a prendere in considerazione due passi sopra citati, ma da una diversa prospettiva.
Matteo riferisce: “Mattan generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo.” (Mt 1:15-16) D’altro canto Luca scrive: “Quando iniziò la sua opera, Gesù aveva circa 30 anni; era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattàt… (Lc 3:23-24)
La storia di Mattan, nonno di Maria
Ammettiamolo, la questione è intricata. Nella genealogia stilata da Matteo, Mattan apparentemente risulta essere nonno di Giuseppe, mentre come risaputo lo fu di Maria. Stranamente conosciamo poco di lui. Egli poteva chiaramente aspirare a qualsiasi posizione di potere, in quanto discendente da entrambe le linee, quella regale (da Davide a Zorobabele) e quella sacerdotale (da Aronne a Zadoc). Sappiamo anche che era un sacerdote. Uno studioso, Ippolito di Tebe, vissuto tra il VII e il VIII secolo, scrisse nelle pagine della sua Cronaca: “C’erano tre sorelle in Gerusalemme, figlie di Mattan, il sacerdote, e di Maria, sua moglie, durante il regno di Cleopatra e di Sosipatro, prima del regno di Erode, figlio di Antipatro. La primogenita era Maria, la seconda Sobe, e la più giovane era Anna.”
Di queste tre ragazze sappiamo che Sobe era la madre di Elisabetta, madre di Giovanni il Battista. Luca descrive Elisabetta come discendente di Aronne. Leggiamo: “Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote di nome Zaccarìa, della divisione di Abìa. Sua moglie discendeva da Aronne e si chiamava Elisabetta.” (Lc 1:5) Da ciò comprendiamo che Mattan discendeva da Aronne e che perciò avrebbe potuto esercitare, e con molta probabilità esercitò il ruolo di sommo sacerdote. Sappiamo poi che Anna, la figlia più giovane, era la moglie di Eli, figlio di Mattat, ovvero Re Antigono II Mattatia. Anna ed Eli erano i genitori di Maria, madre di Gesù. La secondogenita di Mattan, Maria, era la madre di Maria Salome, che sposò Zebedeo. Essi generarono Giacomo e Giovanni, discepoli del Cristo.
Due grandi linee dinastiche, la regale e la sacerdotale
Quindi in Maria confluivano le due linee, regale (il principe Eli, suo padre, era figlio del re Antigono) e sacerdotale (Anna, sua madre, era figlia di sommi sacerdoti). Lo stesso dicasi di Giuseppe tramite Davide/Salomone e Mattan/Zadoc/Aronne.
A conferma del ruolo sacerdotale di Mattan, Matteo scrive: “Zadoc generò Achim; Achim generò Eliud; Eliud generò Eleazaro; Eleazaro generò Mattan; Mattan generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria.” (Mt 1:14-16) Lo Zadoc qui menzionato non è naturalmente lo Zadoc dell’epoca di Davide e di Salomone, (2Sam 20:25; 1 Re 4:4) ma questo nome può essere una spia significativa. Infatti, discendere da Aronne e da Zadoc significava essere preposti al ruolo di sommo sacerdote. La lista genealogica registra normalmente i primogeniti che sono i primi responsabili nel portare avanti il mandato di famiglia. In determinati casi poteva bastare discendere da Aronne per confluire nella linea di Zadoc. Maria e Giuseppe, entrambi attraverso Mattan erano di discendenza sommo-sacerdotale.
Mattat, ovvero Antigono II Mattatia
Maria di Nazaret era figlia di Eli, figlio di Mattat, Antigono II Mattatia. Questo re, Antigono II Asmoneo, fu re e sommo sacerdote dal 40 al 37 a.C. anno in cui Erode il Grande saliva al trono. Mattat era figlio di Aristobulo II (66–63 a.C.) e nel 40 a. C. invase la Giudea per conquistare Gerusalemme. Mandò suo zio Giovanni Ircano a Babilonia in catene dopo avergli mozzato gli orecchi a morsi per impedirgli di ricoprire la carica di sommo sacerdote. Nel 37 a.C. Erode il Grande ritornò in Giudea con il sostegno dei romani che uccisero Antigono, crocifiggendolo e poi decapitandolo, mettendo così fine alla dinastia degli Asmonei. L’ascesa degli Asmonei è descritta nel Primo e Secondo libro dei Maccabei.
Mattat si sposò due volte. La prima moglie fu Rachele di Arimatea, figlia di Levi ben Melchi, il cui nome entra nella storia genealogica del Cristo stilata da Luca: “Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi” (Lc 3:23-24) Nelle Scritture essere figli di qualcuno può anche significare essere generi di quel qualcuno, come si evince da Luca 3:23. Vi si legge che Giuseppe era figlio di Eli, benchè Eli fosse padre di Maria. Infatti Matteo trascrive la storia genealogica di Giuseppe mentre Luca la storia della famiglia di Maria.
Dopo la morte, presumibilmente di parto, di Rachele di Arimatea, Mattat sposò Salome I, figlia di Antipatro I e sorella di Erode. Antipatro probabilmente volle questo matrimonio per introdurre il casato nella linea Asmonea e rafforzare i diritti nella successione al trono di Giuda. Rachele era di discendenza davidica mentre gli Asmonei erano di origine sacerdotale ma non davidica. Mattat era dunque figlio di Davide in quanto genero di Levi ben Melchi.
Mattat, la storia di un’identità in codice
Mattat era dunque il nomignolo del bisnonno di Gesù, ma egli era in effetti Antigono Mattatia II, ultimo re di Giudea. La sua vera identità rimase nascosta in tutta la storia antica, e specialmente nelle opere di Giuseppe Flavio per oltre 2000 anni. Ma una volta che queste identità genealogiche sono state svelate diventa evidente come Gesù potesse legittimamente essere considerato un pericoloso rivale da Erode.
Esaminando la complessa storia familiare di Antigono Mattatia veniamo a sapere molto di più circa gli zii, le zie e i cugini di Gesù e scopriamo come molti di quella parentela sono presenti negli eventi che sostennero il ministero di Gesù, implicati nella sua morte, testimoni della risurrezione e compartecipi della finale distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. Quasi tutti i personaggi più significativi menzionati nei vangeli erano di fatto imparentati con Gesù. Giuseppe non era un semplice falegname ma aveva un importante background culturale e disponibilità economiche dato che suo padre era stato Patriarca di Gerusalemme e riceveva di diritto contributi fiscali da Roma. Naturalmente molte delle passate glorie al tempo di Gesù si erano dileguate, i beni confiscati, le persone giustiziate. Ma restava un profondo senso di appartenenza al processo storico e culturale d’Israele.
Un influente giro di parenti, seguaci ed amici
Quando si comprendono queste cose si arriva a capire come Gesù, pur non essendo stato nelle scuole rabbiniche, ricevette privatamente accurata istruzione di ottimo livello. Tutto questo lo mise in grado di diventare un abile insegnante e profondo conoscitore delle Scritture. Anche se i vangeli dicono che non avesse proprietà personali né una fissa dimora, era circondato da una parentela e da un giro di amici, discepoli e seguaci che lo sostenevano economicamente così che potesse affrontare il proprio ministero senza la pressione di dover lavorare.
Per esempio, perfino nella casa di Erode c’era chi lo sosteneva economicamente come si comprende da Lc 8:1-3 che legge: “Poco dopo viaggiava di città in città e di villaggio in villaggio, predicando e dichiarando la buona notizia del regno di Dio. E con lui c’erano i dodici, e certe donne che erano state guarite di spiriti malvagi e malattie, Maria detta Maddalena, da cui erano usciti sette demoni, e Giovanna moglie di Cuza, incaricato di Erode, e Susanna e molte altre donne, che li servivano con i loro averi.”
