Fede, requisito indispensabile alla salvezza

La fede non è posseduta da tutti, (2Ts 3:2) ma senza fede è impossibile essere accetti a Dio. (Eb 11:6) In questo articolo voglio spiegare come noi di Rifugiati di Pella ci siamo inoltrati in un appassionato cammino di fede. Qualcuno potrebbe pensare che la fede sia un percorso consolatorio, che viene intrapreso quando si cerca di evadere dalle difficoltà della vita. Ebrei 11:1-2 però spiega diversamente: “La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute. Poiché per mezzo di questa ebbero testimonianza gli uomini dei tempi antichi.” La fede ha basi logiche e scientifiche, è sicura, dimostrabile, e dimostrata con evidenza. Inoltre viene testimoniata dallo spirito di Dio. Gli uomini antichi ebbero divina testimonianza perché mostravano fede. Senza fede non si riceve testimonianza da Dio.

Qualcuno potrebbe pensare che noi, Adriana e Michele, ci siamo volutamente calati in un ruolo biblico, ma non attribuito da Dio, e inventato di sana pianta. So che giustamente qualcuno se lo chiede: come siete arrivati voi, i due Testimoni, a capire di essere quelli di Apocalisse 11? Certo è che comprendere che noi si svolgeva un ruolo profetizzato nelle scritture fu un momento entusiasmante. Ormai studiavamo la terra piatta ed eravamo a buon punto. Avevamo capito che il tempio è un modello del cosmo e che il cubito è l’unità di misura della terra. Perciò misurare il tempio corrisponde a misurare la terra, cioè darne una descrizione il più possibile accurata. Leggevamo e rileggevamo il libro di Apocalisse per capire a fondo i tempi della fine. Arrivati al capitolo 11 di Rivelazione un bel momento ci trovammo implicati. Inoltre, fin dall’inizio, sapevamo con chiarezza che la nostra missione sarebbe durata sette anni. Come facevamo a saperlo? Messaggi spirituali giungevano regolarmente nel dormiveglia. Il fatto di sapere che il nostro incarico durava sette anni e che si doveva passare attraverso la morte corrispondeva al contenuto di Rivelazione 11:7,11. Vari indizi venivano a coincidere.

Il racconto del nostro percorso di fede

La storia in parte l’abbiamo già raccontata. Quando abbiamo compreso la realtà della terra piatta abbiamo subito avvisato la Betel di Roma. Poi il Corpo direttivo dei Testimoni di Geova in New York. Eravamo scioccati dal fatto che una dottrina biblica così evidente in tutte le Scritture fosse contraddetta dagli insegnamenti dello “schiavo”. Dal momento che avevamo compreso che assolutamente la Bibbia insegna la dottrina della terra piatta, fu per me giocoforza avvisare la dirigenza dei Testimoni di Geova, la confessione religiosa di cui facevo parte. La verità biblica era per noi il fondamento della fede e scoprire che una delle dottrine in essa presenti venisse travisata fu una grande sorpresa. Pensavamo fossero in buona fede. Avevamo creduto, come costantemente veniva ribadito, che i Testimoni di Geova erano quelli che aderivano meglio e integralmente agli insegnamenti e alle dottrine della Bibbia. Non eravamo preparati a scoprire che quelle fondamentali verità erano volutamente travisate.

Cerchiamo di capire in che modo siamo giunti a comprendere lo scadere dei tempi. Nella Bibbia ci sono profezie che danno indicazione del fatto che i tempi finali durano sette anni. (Ri 11:2,11) Ma la domanda fondamentale è: come capire quando iniziano questi sette anni? Comprenderlo non è faccenda umana. Solo lo spirito di Dio lo può rivelare. E lo spirito rendeva testimonianza con il nostro spirito che i sette tempi erano iniziati nel momento in cui avevamo capito la terra piatta, ottobre 2015.

Adesso, per arrivare a farmi conoscere meglio, cercherò brevemente di spiegare come sono vissuta fin qui, a quasi 67 anni. Voglio creare un’occasione per farmi individuare meglio dai lettori del blog.

Una famiglia di origini contadine

Sono nata in una frazione sperduta di montagna da una famiglia di origini contadine. Fin da piccola ero molto attenta all’insegnamento religioso che ricevevo all’asilo, a scuola, al catechismo e all’oratorio. Ricordo che la prima volta che sentii leggere la creazione di Adamo e di Eva fu al matrimonio di mia cugina. Avevo quindici anni e ne fui impressionata. Due anni dopo trovai la Bibbia dei miei nonni in cantina. Fu lì che cominciai per la prima volta a leggerla. Ma lo studio vero e proprio venne dopo. Lessi dei libri preparatori che mi aiutarono ad edificare un minimo di fede. In biblioteca presi in prestito La Bibbia aveva ragione di Werner Keller. Il testo mi confermava sul valore storico della Scrittura. Più tardi un prete mi consigliò Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori. Questi due libri mi diedero una prima infarinatura indirizzandomi ad un percorso di fede.

            Cominciai a studiare la Bibbia con i Testimoni di Geova. Fu lì che cominciai a comprendere molto di più, ma a quel punto cominciai ad affrontare da subito la persecuzione. Ero sposata da pochi mesi e mio marito non accettava l’idea che io avessi imboccato una strada così controcorrente. Però restai ferma. Devo dire che fu molto difficile. Si frequentavano le adunanze tre volte a settimana, si usciva in predicazione quasi altrettanto. Ogni volta mio marito mi rimproverava e mi teneva il broncio. Furono anni di sofferenza, spesso di angoscia e profonda solitudine. Inoltre avevo i figli da allevare e istruire spiritualmente. Non fu facile, a volte piangevo, ma la lettura costante della Parola e l’approfondito studio personale mi sostennero sempre.

 Un tempo per gridare di gioia

            Trovai spesso conforto nel libro dei Salmi. Uno in particolare mi venne spesso in aiuto. Il Salmo 126 che legge: “Quelli che seminano con pianto mieteranno con grida di gioia. Colui che esce in lacrime, portando la sua borsa di seme, tornerà di sicuro con grida di gioia, portando i suoi covoni.” (Sl 126:5-6) La speranza di vedere il regno di Dio al potere continuò a sorreggermi anche nei tempi più bui. Non venne mai meno benché passassero circa quarant’anni. Fu allora verso la fine del 2015 che venne per me il tempo di gridare di gioia. Questo avvenne quando compresi di avere avuto la chiamata celeste, e ricevetti il battesimo nello spirito. Ero alla Sala del regno dei testimoni di Geova quando durante un discorso pubblico, l’oratore, a chiusura del discorso, lesse dal Salmo 2:12

Baciate il figlio, affinché Egli non si adiri E voi non periate [dalla] via, la sua ira divampa facilmente. Felici sono tutti quelli che si rifugiano in lui.

Lì sentii scendere su di me lo spirito come in un vortice. Ne percepivo il suono in un forte soffio, mentre intorno a me risuonavano le note di un nuovo cantico. Fu un senso di profondo innamoramento, un turbamento di tutte le viscere. Non dimenticherò mai quel momento.

Le tenerezze del Signore non tardarono ad arrivare. C’erano momenti in cui percepivo forte la sua presenza, momenti in cui fui rafforzata, in cui fui istruita, altri in cui fui disciplinata. Tutto questo mi fece crescere e mi permise di capire come le profezie si stavano adempiendo. Lo scopo di questo procedimento, come mi venne comunicato spiritualmente era di scrivere. Lo spirito in un abbraccio mi disse: “Insieme scriveremo cose meravigliose”. Di lì mi misi a studiare, e un po’ alla volta anche a scrivere le cose che cominciavamo a capire. Ne venne fuori un primo blog in inglese andato perduto, Earthmeasured, il libro sulla terra piatta Le vere misure della terra, e il presente blog rifugiatidipella.com. Mi fu pure assegnato Michele, che fosse per me “la bocca di Aronne”.

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