Caro Biglino, il Kavod non è ciò che immagini…

Il fenomeno della Gloria

Caro Biglino, devi saperlo, quando ti prendi gioco di Geova m’infastidisce. Perciò leggi questa storia. Mosè richiese con baldanzoso coraggio a Dio di vederne la faccia: “Ti prego, fammi vedere la tua gloria”. Al che Dio rispose: “Tu non puoi vedere la mia faccia, perché nessun uomo può vedermi e vivere”. Però accondiscese alla richiesta, motivata dall’evidente bisogno di garanzie e di conferme che opprimeva il cuore del profeta. Perciò gli disse: “Deve avvenire che mentre passa la mia gloria ti devo porre in una buca della roccia, e devo mettere sopra di te la palma della mia mano come uno schermo finché io sia passato. Dopo ciò devo togliere la palma della mia mano, e in realtà mi vedrai di dietro. Ma la mia faccia non si può vedere”. (Esodo 33:18-23) Molti come te, Biglino, nel tempo, giustamente, hanno cercato di capire in cosa consistesse la “gloria”.

A ragione tu dici, caro Biglino, che una fantasiosa elaborazione teologica ha stravolto il significato originale del termine kevod, che in prima istanza significa semplicemente “peso”. Perciò, prima di tutto, bisogna prendere in esame il testo. Vi apprendiamo che, giunto in Horeb insieme al popolo, ormai nei pressi del Sinai, Mosè prendeva la sua tenda e la piantava “lontano dal campo”. Così la tenda di Mosè divenne luogo di adunanza. E chiunque cercava Geova si recava fuori dal campo. “E avvenne che appena Mosè uscì alla tenda, tutto il popolo si levava, e stettero ciascuno all’ingresso della sua propria tenda, e guardarono fisso Mosè finché non entrò nella tenda.  Avvenne anche che appena Mosè fu entrato nella tenda, la colonna di nuvola si abbassava, e stette all’ingresso della tenda ed egli parlò con Mosè. Tutto il popolo vide la colonna di nuvola che stava all’ingresso della tenda.” (Esodo 33:7-10)

Era un fenomeno naturale, mio caro Biglino…

Cerchiamo adesso di capire in cosa poteva consistere la gloria di Dio. Si tratta di un evento che, per quanto raro, può presentarsi in montagna. Allora ampie, spettacolari ombre si proiettano sulle nuvole, accerchiate da un alone arcobaleno. Come su un magico schermo emerge una grande ombra. La visione di un’immensa sagoma spettrale incoronata dall’arcobaleno può essere terrificante. Si racconta di persone che vagando in montagna, impreparate a quel tipo di visione, ne sono morte di spavento. Infatti, in passato la gente conosceva questo fenomeno come “lo spettro delle montagne”. Si tratta di un evento ottico raro, che si verifica quando una persona si trova ad una certa altitudine, in alto sulle montagne, e vede la sua ombra proiettata su una nuvola a un’altitudine inferiore. La persona deve trovarsi in direzione opposta al sole su un monte immerso, sotto, da nuvole e nebbia.

Guardando lo spettro la persona vedrà allora un vero e proprio fantasma, enorme, nero, con una lungo mantello e circonfuso alle spalle da un grande alone luminoso. Si tratta di un arco di luce inondato dai colori dell’arco della pioggia. Questa manifestazione della gloria è resa possibile perché intorno all’oggetto ci sono nuvole e nebbia composte da miriadi di goccioline d’acqua. Il sole le illumina dando forma ad un’aureola colorata. Chi non se lo aspetta può rimanerne tramortito. Su una montagna tedesca, secondo un racconto, una mattina un uomo stava passeggiando da solo quando percepì una gigantesca figura scintillante incombere su di lui. Nel panico, cadde giù dalla montagna, morendo sfracellato.

Solo con le giuste condizioni

Il nome di spettro di Brocken attribuito a questa “gloria” deriva dalla vetta più alta della catena montuosa dello Harz, in Germania, a 1141 m di altitudine. Ciò che rende questa cima particolarmente adatta per la visione dello spettro è il fatto che, spesso, è lambita da ampi banchi di nebbia. Infatti, per far sì che si crei questo “spettro” ci devono essere le condizioni giuste. Ci deve essere una forte luce da un lato, una profonda nebbia dall’altro e una persona che si posizioni tra i due. L’oggetto o la persona illuminata da dietro si deve trovare sopra un grande banco di nebbia e nuvole. Infine, dato che l’ombra si proietta sulle nebbie formate da tante goccioline d’acqua, al muoversi di questa massa spinta dal vento si muoveranno contemporaneamente le immagini che cambieranno le dimensioni dello spettro, rendendo la visione ancora più impressionante.

 A causa della prospettiva, l’ombra si presenta distorta ma con una forma tendenzialmente triangolare. La “gloria” ha una genesi affine a quella dell’arcobaleno e deriva dalla diffrazione della luce solare ad opera delle gocce d’acqua. La differenza sta nella diversa dimensione delle gocce: molto piccole quelle che generano la “gloria”, maggiori quelle dell’arcobaleno. I colori risultano più saturi quanto più grandi sono le gocce d’acqua mentre con gocce piccolissime i colori tendono a sbiadire, volgendo al bianco. Il sole proietta l’ombra sulle particelle d’acqua che compongono le nuvole e la nebbia. L’aura colorata che si può ammirare intorno all’ombra è prodotta dalla luce rifratta nelle minuscole goccioline. Il modo migliore per ammirare il fenomeno è di solito spostarsi ad alte altitudini, ma con la nuvola di Geova posta “all’ingresso della tenda”, a livello del suolo, il fenomeno si poteva ammirare anche alle basse quote.

Parelio

Si voltarono e videro la gloria di Geova

Tu stesso hai notato, caro Biglino, la costante presenza della nuvola in questi racconti, perciò le condizioni affinché si producesse la magnificenza della “gloria” erano evidentemente soddisfatte in quell’accampamento. In un’occasione avvenne che gli Israeliti riuniti in assemblea, dopo aver ascoltato le parole di Aronne, si voltarono e videro la “gloria”. Esodo legge: “Quindi avvenne che appena Aaronne ebbe parlato all’intera assemblea dei figli d’Israele, si voltarono con la faccia verso il deserto, ed ecco, la gloria di Geova apparve nella nuvola.” (Esodo 16:9-10) Ma fu soprattutto sul Sinai, quando Dio fece nascondere Mosè in una fenditura della roccia, che la gloria di Geova si rese manifesta. Egli si fece vedere, ma “da dietro”.  Da un lato c’era la nuvola, mentre, a distanza, il popolo osservava straordinari fenomeni naturali. (Esodo 19:16-25; 20:18-21)

L’arcobaleno e la nuvola sono aspetti onnipresenti nelle epifanie del divino. (Ge 9:12-16) In Rivelazione l’arcobaleno ricorre due volte. Al capitolo 4: “C’è uno seduto sul trono. E colui che sta seduto è nell’aspetto simile a pietra di diaspro e a pietra preziosa di color rosso, e intorno al trono [c’è] un arcobaleno dall’aspetto simile a smeraldo.” (Ri 4:2-3) Al capitolo 10: “E vidi un altro forte angelo che scendeva dal cielo, adorno di una nube, e un arcobaleno era sulla sua testa.” (Ri 10:1) Già Ezechiele aveva descritto qualcosa di simile: “E sopra la somiglianza del trono c’era una somiglianza di qualcuno dall’aspetto simile a un uomo terreno sopra di esso, di sopra. […] C’era qualcosa di simile all’aspetto dell’arco che compare nella massa di nuvole nel giorno del rovescio di pioggia. Così era l’aspetto del fulgore all’intorno. Era l’aspetto della somiglianza della gloria di Geova.  (Eze 1:26-28)

I cieli dichiarano la gloria di Dio

 Come tu sai, caro Biglino, il Salmo 19:1 legge “I cieli dichiarano la gloria di Dio e la distesa annuncia l’opera delle sue mani.” Se la terra fosse globulare non si parlerebbe di distesa. Perché nei tuoi video rappresenti il globo? Secondo la Bibbia la terra è piatta. Non dovrebbe esserti sfuggito.  Genesi dichiara: “E Dio proseguì, dicendo: ‘Si faccia una distesa (ebr. raqìaʽ) fra le acque e avvenga una divisione fra le acque e le acque’. Quindi Dio faceva la distesa e faceva una divisione fra le acque che dovevano essere sotto la distesa e le acque che dovevano essere sopra la distesa. E così si fece. E Dio chiamava la distesa Cielo”. Poco avanti si parla di luminari visibili “nella distesa dei cieli”, e poi di volatili che volavano sopra la terra “sulla faccia della distesa dei cieli”. (Ge 1:14,15,17,20)

La Settanta greca usa il termine sterèoma (che significa “struttura solida e ferma”) per tradurre raqìaʽ, e la Vulgata latina usa il termine firmamentum, che rende l’idea di qualcosa di solido e fermo. Molte versioni italiane seguono la Vulgata e traducono raqìaʽ “firmamento”. In una nota in calce La Bibbia Concordata dice: “Firmamento: è la traduzione latina del greco steréoma che significa fermezza o sostegno. L’ebraico rachía ha senso di stato o estensione”. Altre versioni traducono questo termine “distesa” (Di; VR; ATE; NM); “expansión” (VM [spagnola]); “étendue [estensione; distesa]” (Segond; Ostervald [francesi]). L’antico concetto ebraico dell’universo includeva l’idea di una volta solida sospesa sopra la terra, con cataratte o sfiatatoi attraverso i quali poteva penetrare la pioggia, e con stelle fissate all’interno di tale volta solida. In molti dizionari biblici e in certe traduzioni della Bibbia compaiono raffigurazioni di questo genere. 

Le ruote del carro di Ezechiele
Le porte di lunga durata

Caro Biglino, in un video tu commenti il Salmo 24 a proposito di certe porte che “alzano il capo”:

“Alzate i vostri capi, o porte, E alzatevi voi stessi, o ingressi di lunga durata, Affinché entri il Re glorioso!” “Chi è dunque questo Re glorioso?” “Geova forte e potente, Geova potente in battaglia”. “Alzate i vostri capi, o porte; Sì, alzate[li], o ingressi di lunga durata, Affinché entri il Re glorioso!” “Chi è dunque questo Re glorioso?” “Geova degli eserciti, è lui il Re glorioso”. Sela. (Sl 24:7-10)

Di che genere di ingressi parlerebbe il salmista? Si tratta delle finestre dei cieli. Introducendo il tema del diluvio Genesi legge: “In quel giorno tutte le sorgenti delle vaste acque dell’abisso si ruppero e le cateratte dei cieli si aprirono. E sulla terra piovve a dirotto per quaranta giorni e quaranta notti.” (Ge 7:11-12)

Isaia riferendosi all’assalto di Gerusalemme da parte dei Babilonesi scrive: “Terrore e cavità e trappola sono su di te, abitante del paese. […] Le medesime cateratte in alto saranno effettivamente aperte, e le fondamenta del paese sobbalzeranno.  La terra si è del tutto schiantata, la terra si è del tutto scossa, la terra ha del tutto traballato. La terra si muove in maniera del tutto instabile come un ubriaco, e ha vacillato da una parte all’altra come una baracca da guardia.” (Isaia 24:17-20) Qui il riferimento è al passaggio tra i differenti mondi e all’ingresso trionfale del Re messianico. Tu stesso qualcosa noti. Si tratta di porte che mettono in comunicazione mondi contigui. Alla fine del sistema presente si deve verificare il passaggio dalla terra di oggi a quella del millennio messianico: un vero e proprio trasferimento di chi vive oggi su un’altra terra. (Cfr 2 Pt 3:5-7)

Lo zodiaco in Ezechiele capitoli 1 e 10

Caro Biglino, tu cerchi di spiegare il senso di alcune immagini contenute in Ezechiele proponendo l’ipotesi di navicelle spaziali sfreccianti nei cieli. Ti voglio suggerire qualcosa di diverso. Consultiamo il testo. “Vedevo, ed ecco, c’era un vento tempestoso che veniva dal nord, una gran massa di nuvole e fuoco guizzante, e aveva fulgore tutt’intorno, e di mezzo a esso c’era qualcosa di simile all’aspetto dell’elettro, di mezzo al fuoco. Di mezzo a esso c’era la somiglianza di quattro creature viventi, e questo era il loro aspetto: avevano la somiglianza dell’uomo terreno. E [ciasc]una aveva quattro facce, e [ciasc]una d’esse quattro ali.” (Eze 1:4-6) Per prima cosa cercheremo di capire in cosa consistono le creature viventi.” Ognuna di queste creature viventi stava accanto a una ruota che splendeva come crisolito ed era piena d’occhi. Per comprendere questi fatti ci rifaremo al mito greco e indiano.

La terra circondata dalla cupola del firmamento vista dall’alto appare certamente nello splendore verde del crisolito. Questa pietra già conosciuta dagli egizi come Peridoto la chiamavano anche Gemma del sole. La cupola celeste è formata da un rotore e da uno statore così che una ruota risulta posizionata in mezzo a una ruota. Nel libro che Earth Measured pubblicò nel 2020 Le vere misure della terra (piatta) – Michele Vassallo – Adriana Caterina Rocchia, a pag. 226-227 si legge: “Potremmo considerare la cupola come composta di due anelli principali. C’è quello interno costituito da vetro, immobile, fermo, che compone la struttura interna della cupola. [Per intenderci, il muro che circonda l’Antartide.] Allo stesso modo c’è un elemento esterno, al di fuori della più lontana estremità della terra, fatto di cristallo. Nel mezzo si annidano le stelle che illuminano le grandi acque superiori.” Così appare essere strutturata la terra a partire dalle Scritture. Le stelle sono esseri dotati di bioluminescenza • Altrogiornale.org

La terra secondo la cosmologia biblica
Alessandro Demontis e L’altra Genesi

Alessandro Demontis in L’altra Genesi scrive a proposito del Kavod e fa notare come la traduzione gloria non renda merito alla concretezza delle sue manifestazioni. Dopo di che egli si concentra sulla parte linguistica ed etimologica del termine. Quindi passa a ricercare l’origine del termine Kavod nei lessici di lingua accadica e trova riferimento a Kabatu/Kabadu che presenta significati identici a quelli dell’ebraico Kabod. Prende successivamente in considerazione il sumero DUGUD e fa delle scoperte. Fa notare che il termine in questione significa “essere pesante, enorme, importante”. In particolare DUGUD presenta attinenza con la parola “Toro”. Egli spiega che DU corrisponde a “completo” e GUD a “toro”. Demontis nota ancora che il sumerologo John D. Prince identifica il termine DUGUD con un’estensione di “La notte che affonda”, termine magnificamente espresso in inglese come “The down-sinking night.”

Parlare della notte significa parlare di cielo, stelle e zodiaco. L’etimologia di questo nome deriva dal greco “zōdiakòs”, parola composta da zòon, “animale, essere vivente” e hodòs, “strada, percorso”. Infatti, il Sole percorrere lo zodiaco nel corso di un anno. Dunque le creature viventi, zòon, ciascuna con quattro facce (di toro, leone, aquila e uomo) raffigurano i segni zodiacali cardinali. Il Carro di Dio, la sua gloria, è manifesta nei cieli quando la notte precipita e si ammirano in cielo costellazioni come il Grande e il Piccolo Carro. Si deve però capire che la cosmologia biblica dispone di una serie di terre, ciascuna sormontata da una cupola celeste e dotata di finestre o portali in grado di aprirsi e di chiudersi, permettendo di conseguenza il passaggio degli esseri da un mondo a quello contiguo. IL Kevod: la ‘gloria’ di Dio… o il suo peso?? – L’Altra Genesi (laltragenesi.it)

Garuda

Garuda si presenta come un essere ibrido fra l’uomo e l’uccello. Questo mitico mostro dotato di ali è la cavalcatura di Vishnu. Come figura equivale al cinese Tien-Kou, la costellazione dei Cani celesti. Il medesimo nome veniva dato a Sirio, nella costellazione del Cane. Secondo alcuni il nome Garuda deriverebbe da Garuman o Garutmat, nome del dio vedico del sole, luminare con cui Garuda ha stretti legami. Viene anche raffigurato come un essere che viaggia accanto al sole. Un altro mito pretende che Garuda significhi “colui che porta un gran peso”. Il mito vorrebbe che per placare la fame, Garuda aveva catturato una gigantesca tartaruga ed un non meno possente elefante. Prima di divorarli, pensò bene di appollaiarsi un momento su un ramo; il ramo cominciò a scricchiolare, per il peso, e Garuda vide che appesi al ramo pericolante c’erano 40.000 minuscoli saggi, che, cadendo, sarebbero rimasti schiacciati.

Per evitare quella strage, Garuda, con uno sforzo ulteriore (che gli varrà il nome di colui che porta un gran peso), sollevò tutto il ramo, con l’elefante e la tartaruga, e si levò in volo. Questo personaggio presenta analogie con molti altri illustri cosmofori, come Atlante in occidente. Egli viaggia accanto al sole e porta un gran peso di stelle. È anche questa una raffigurazione dello zodiaco. Nello stesso campo semantico il termine Bhagavat, da Bahga indica “gloria divina”. Come aggettivo, il sanscrito bhagavat, indica ciò che è relativo a Vishnu, Krishna, Shiva, etc. Queste divinità sono primariamente emanazioni di elementi cosmici, il cielo, la terra, il sole, etc. «Come il toro [il sole] irraggia tutte le regioni del cielo, in alto, in basso e per traverso splendendo, così costui, dio, beato, desiderabile, unico, governa tutto ciò che è nato da matrice» (Śvetāśvatara Upaniṣad, 5,4)

Il Mito di Argo

Le ruote di Ezechiele sono piene d’occhi. Anche Argo, “il brillante”, era un gigante che aveva occhi su tutto il corpo. Similmente la coda del pavone ha occhi. Essi rappresentano le stelle, il sole, la luna, la volta celeste. Un tempo si sacrificavano questi animali per intercedere fertilità. I cinesi ritenevano che uno sguardo del pavone potesse fecondare una donna. Secondo gli indù Saraswati, la dea della saggezza, cavalca un pavone e quando il dio Indra, il signore del cielo, si trasforma in un animale, diventa pavone, uccello cavalcato da Saraswati. In Grecia il Pavone era chiamato “Volto di Era” e rappresentava lo splendore celeste quale epifania della Grande Dea, in virtù dei coloratissimi ocelli della sua ruota, simili a stelle. L’omonima costellazione fu voluta dalla stessa Dea, in memoria del suo fedele guardiano dai cento occhi, Argo, ucciso da Ermes.

Ermes uccide Argo

Adesso, caro Biglino, vediamo se tutto fila. Le creature viventi vanno ciascuna dritto avanti a sé e non si voltano. Elementare, Whatson: il tempo non torna indietro. Il loro aspetto era come carboni di fuoco ardente: sono stelle. Qualcosa come l’aspetto delle torce si muoveva da una parte all’altra: il sole. E da parte delle creature viventi c’era un andirivieni come con l’aspetto di un lampo. Il sole va e viene nello zodiaco nei millenni e ha l’aspetto luminoso del fuoco. I cerchi delle ruote hanno una tale altezza che causa timore: la cupola celeste è alta da dare la vertigine. Quando le creature viventi si alzano, le ruote si alzano, quando le creature viventi stanno ferme, le ruote stanno ferme. Si tratta del passaggio tra le ere: dal toro all’ariete, dai pesci all’acquario. (Un’era astrologica: 2160 anni). Sopra le teste delle creature viventi c’è la distesa, come lo scintillio di tremendo ghiaccio: il muro parte dall’Antartide… Ovunque nella cupola risuona il suono prodotto dalle sfere celesti, come suono di vaste acque. Sono le acque dell’oceano celeste da cui occhieggiano infinite stelle bioluminescenti. (Eze 10:22-24) I movimenti del sole, della luna e dei pianeti creano qualcosa come una musica straordinaria.

Conclusione

Il tema della gloria, il Kavod, caro Mauro, nella Bibbia ha un’accezione particolare ed esprime momenti epifanici della manifestazione divina. Non ha a che fare con astronavi o mezzi di trasporto alieni ma si relaziona con la gloria dei corpi celesti e altri fenomeni naturali. In quanto agli dei, Platone nel Cratilo spiega l’etimologia di questo loro nome. Egli scrive:Mi pare che i più antichi popoli della Grecia conoscessero solo quegli dei che la maggioranza dei barbari oggi anche riconosce: il sole, la luna, la terra, le stelle ed il firmamento. Ora poiché essi notarono che queste cose sempre si muovevano correndo in circolo, dalla natura di questa corsa (θεῖν) li chiamarono dei [cioè quelli che corrono, “θεοὺς”]. In seguito quando arrivarono a conoscere l’esistenza di altre divinità, essi continuarono ad usare la stessa parola “dei” anche per quelli.(Cratilo 397d) Il Kavod ha relazione con questo genere di fenomeni. Gli elohim sono un’altra cosa. In origine erano considerati “dei” i corpi celesti e si adoravano quelli.

Si veda il fenomeno celeste di Basilea assieme a quello di Norimberga

Bronzetto detto “il demone” con quattro occhi e quattro braccia dal santuario nuragico di Abini di Teti – Sardegna

5 pensieri riguardo “Caro Biglino, il Kavod non è ciò che immagini…

  1. Salve,
    premesso che seguo voi e seguo Biglino senza alcuna preferenza verso l’uno o l’altro ma solo a titolo informativo ed “alternativo” riguardo alle informazioni più banali che da secoli ci propinano sia le religioni che la scienza. Sono fermamente convinto che la terra sia piana e ferma, non perché lo afferma la bibbia ma perché è così evidente che non bastano le infinite congetture che si fanno per dimostrare il contrario. Detto ciò vi chiedo come fate ad essere così sicuri di quanto affermate riguardo le scritture ebraiche? Biglino ha sempre detto “facciamo finta” affermando che nemmeno lui può con certezza dire come si traduca un termine ebraico, visto e considerato le molteplici traduzioni e significati di ogni vocabolo, nonché delle svariate edizioni della bibbia stessa. Per quanto mi riguarda resto nel dubbio, seppur costruttivo, verso le varie interpretazioni, ma soprattutto osservo l’onestà intellettuale di ciascuno e ne traggo le mie conclusioni. Leggo comunque volentieri il vostro blog.
    Buon proseguimento.

    1. Ciao, Andrea. Ti chiedi come facciamo noi ad essere sicuri circa le cose che scriviamo intorno alla Bibbia. E’ questione di ragionamento e di fede. Se non hai fede “fai finta che…” Se la fede ce l’hai sai che la parola di Dio è verità. Gesù disse che il regno di Dio è come quel commerciante che avendo scoperto un tesoro in un campo vende tutti i suoi averi e lo compra. Se dubita non compra niente. Grazie del tuo commento. Adriana.

      1. Salve, Adriana
        Questa risposta è autoreferenziale, poiché cita la stessa fonte che si vorrebbe confutare nella domanda. Comunque ho capito che è necessaria la “fede” e quindi si ritorna di nuovo al dogmatismo simile a quello cattolico. Per quanto mi riguarda preferisco sapere invece che credere. Grazie comunque per il tempo che mi hai dedicato nel rispondere. Buona Vita.

  2. Eh, cara Adriana, ce ne sono di cose “scientifiche” da smentire, ma la falsa scienza di Satana è il nuovo oppio dei popoli dopo sancta romana ecclesia, ne è piena la rivista “Svegliatevi!”, e come fai ad aprire gli occhi ai ciechi che si compiacciono di essere tali, cioè schiavi delle tenebre?

    Non credono in Colui che vive , perchè non lo vedono, però credono con fede nelle fandonie degli scienziati al servizio delle potenze infernali (abissali), cose che i sedotti non possono vedere nè dimostrare; certo che il degenere umano terminale è più idiota dei suoi presupposti antenati trogloditi della favola immaginifica preistorica.

    Sapete, l’Onnipotente a volte si manifesta nell’Uomo attraverso il riflesso del suo Spirito sano, ma i ciechi vedono solo l’Uomo, non il Padre che è in lui, e allora dicono: “Mostraci il Padre e ti crederemo.” Lo avete notato?

    Comunque se la Terra fosse una palla persa nel vuoto assoluto del “cosmo” avrebbe immediatamente perso la sua atmosfera e tutto cio che non è vincolato al “pianeta”, poichè la differenza di pressione tra i due ambienti sarebbe uguale ad infinito, una forza di risucchio immane, che non si potrebbe quantificare, sicchè la misera forza di gravità e il decantato campo elettromagnetico terrestri non bloccherebbero la spaventosa depressione che svuoterebbe tutto. Voi cosa ne dite?

    Nota: l’umano perverso, oltre ad essere orbo, è pure strafottente e presuntuoso, quindi è inutile fargli osservare le sfacciate evidenze della realtà, lui ama i dogmi e i demoni suoi padroni, diversamente non sarebbe un servo del male, ma figlio del suo Creatore, e solo così l’iddio di questo mondo sarebbe sconfitto.

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