2300 sere e mattine

Le profezie si comprendono pienamente solo dopo che si sono adempiute, e anche allora serve ancora una buona dose di discernimento per darne la corretta interpretazione. Tante profezie infatti sono state interpretate in modo scorretto anche millenni dopo il loro adempimento.

Oggi voglio tornare al capitolo 8 di Daniele e in particolare alle 2300 sere e mattine di cui si parla in Daniele 8:14. “Così mi disse: “Fino a duemilatrecento sere e mattine; e il luogo santo sarà certamente portato alla condizione giusta””. Il libro di Daniele ci dà alcune indicazioni temporali espresse in numero di giorni che ci aiutano a comprendere meglio il decorrere degli avvenimenti legati al tempo della fine. Oltre alle 2300 sere e mattine Daniele parla infatti di 1260, 1290 e 1335 giorni. Adesso cercheremo di capire meglio la portata profetica di questo periodo di 2300 sere e mattine.

2300 sere e mattine sono 1150 giorni

Non si parla di 2300 giorni ma di sere e mattine. Questo è dovuto al fatto che la profezia è legata alla cessazione del sacrificio continuo (Daniele 8:13). In Israele i sacrifici animali erano quelli della sera e della mattina (Levitico 6). Quindi quando Daniele parla di 2300 sere e mattine, sta parlando del mancato sacrificio per una durata di 1150 giorni, durante i quali si sarebbero dovuti svolgere 2300 sacrifici.

Ma quando si adempie questa profezia? Da quando si devono iniziare a contare i 1150 giorni? Per capire bene dobbiamo andare ad analizzare il contesto del capitolo.

Daniele riceve una visione dal Signore che gli mostra due bestie che combattono tra di loro. Si tratta di un montone con due corna che lotta con un capro con un grande corno. Il capro si dimostra essere superiore e abbatte il montone. Quando il capro inizia a darsi grandi arie per le sue imprese il grande corno si rompe e ne spuntano altri 4. Da uno di questi spunta un piccolo corno che si fa grandissimo in più direzioni, compreso il paese dell’Adornamento, cioè il tempio di Gerusalemme. Questo corno fa cadere parte delle stelle e le calpesta e da lui viene interrotto il sacrificio continuo e gettato giù il santuario, di modo che “continuò a gettare a terra la verità ed ebbe successo”.

La fine del sacrificio continuo

Quindi le 2300 sere e mattine vanno contate a partire da questo avvenimento, cioè la fine del sacrificio continuo, che è contestuale all’abbattimento del tempio.

Daniele riceve quindi la visita dell’angelo Gabriele che lo aiuta nella comprensione. Il montone rappresenta la Media e la Persia, cioè quella nazione che distrusse la potenza di Babilonia. Il capro rappresenta la Grecia e il corno rappresenta il suo primo re cioè Alessandro Magno. I 4 corni che spuntano in seguito ad Alessandro Magno sono i suoi 4 generali che si dividono lo sconfinato regno conquistato in pochi anni. Da uno di essi spunta un piccolo corno cioè l’impero Romano, che arriverà a causare rovina fino al paese dell’Adornamento.

Nella realtà come andarono le cose? Il sacrificio continuo cessò quando i romani uccisero Gesù, e in seguito distrussero anche il tempio. La maggior parte degli ebrei del tempo non si resero conto che era la morte del Cristo a porre fine al sacrificio. Essi non avevano capito che Gesù era il Messia promesso. Anche molti che avevano seguito il Cristo quando era in vita, rimasero delusi quando egli morì e videro svanire le loro speranze di una liberazione immediata dal giogo romano. In generale quindi gli ebrei lo rigettarono o non lo riconobbero. Dovettero però rendersi conto della gravità della cosa in seguito quando nel 70 EV i romani distrussero il tempio. 40 anni dopo il battesimo di Gesù e l’unzione del tempio spirituale simboleggiato dal corpo del cristo, veniva quindi distrutto il tempio fisico di Gerusalemme.

La settantesima settimana

Per coloro che non avevano capito correttamente cosa significasse la morte del Cristo quel giorno significò la loro fine perché non erano usciti da Gerusalemme come aveva avvertito di fare Gesù. Con la distruzione del tempio fisico finì per tutti il sacrificio continuo visibile degli ebrei. Dobbiamo quindi contare le 2300 sere e mattine a partire dalla morte di Gesù e non dalla distruzione del tempio. Si deve cioè contare dalla metà della settantesima settimana della profezia delle settanta settimane (Daniele 9).

Andiamo a leggere a proposito di questa settimana: “Ed egli deve tenere in vigore il patto per molti per una settimana; e alla metà della settimana farà cessare sacrificio e offerta di dono. “E sull’ala di cose disgustanti ci sarà colui che causa desolazione; e fino ad uno sterminio, la medesima cosa decisa si verserà anche su colui che giace desolato.” (Daniele 9:27). Dopo la metà della settimana si parla di un devastatore che viene sulle ali di cose disgustanti o abominevoli. Vogliamo capire di cosa si tratta, cioè cosa sono queste cose disgustanti. Daniele 8:14 infatti ci dice che il tempio viene riportato alla condizione giusta, cioè non ci sono più cose disgustanti al suo interno.

La visione di Pietro

Per sapere degli avvenimenti che seguono la morte di Gesù bisogna andare nel libro degli Atti degli apostoli. Leggiamo in Atti capitolo 10: “Il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città, Pietro salì sulla terrazza, verso l’ora sesta, per pregare. Ebbe però fame e desiderava prendere cibo. Ma, mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. Vide il cielo aperto, e un oggetto che scendeva simile a una grande tovaglia calata a terra per i quattro angoli. In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. E una voce gli disse: «Àlzati, Pietro; ammazza e mangia».

Ma Pietro rispose: «Assolutamente no, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato». E la voce parlò una seconda volta: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure». Questo avvenne per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu ritirato in cielo. Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione che aveva avuto, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta. Avendo chiamato, chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiasse lì.

Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano. Àlzati dunque, scendi e va’ con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io». Pietro, sceso verso quegli uomini, disse loro: «Eccomi, sono io quello che cercate; qual è il motivo per cui siete qui?» Essi risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, del quale rende buona testimonianza tutto il popolo dei Giudei, è stato divinamente avvertito da un santo angelo di farti chiamare in casa sua, e di ascoltare quello che avrai da dirgli».” (Atti 10:9-22).

sere e mattine
Federico Zuccari (1569-1609), Battesimo del centurione Cornelio, affresco, 1580-85 ca., Palazzi Apostolici Vaticani, Cappella Paolina, parete destra, dopo il restauro

La cosa disgustante posta in un luogo santo

Le cose disgustanti messe in luce dal devastatore sono quindi gli uomini delle nazioni. Cornelio è il primo di questi gentili ad essere ritenuto giusto da Dio e a ricevere lo spirito santo. 2300 sere e mattine erano passate. Il tempio da allora sarebbe stato di nuovo puro. I Romani, le cose impure che erano entrate nel tempio, la cosa disgustante che causa desolazione di Daniele 12:11, erano ora accettati da Dio nel suo tempio, se desideravano entrarvi. Ciò che di impuro avrebbe contaminato la pura adorazione, non era più considerato impuro. Questo concetto mi sembra importante: la cosa disgustante nel tempio sono persone considerate per un periodo impure ma che vengono purificate durante un periodo di devastazione o calpestamento.

Tutto questo racconto ha in realtà un adempimento parallelo ai tempi nostri. Il libro di Apocalisse parla infatti di avvenimenti identici, seppur descritti in termini leggermente diversi. Siccome l’apocalisse è stata scritta dall’apostolo Giovanni nel 98 dopo Cristo, cioè parecchio dopo la distruzione del tempio, è chiaro che si riferisce ad avvenimenti allora futuri, che dovevano accadere nel tempo della fine.

Un adempimento nei tempi della fine

Ci troviamo proiettati quindi ai tempi nostri. Il montone, cioè la Media Persia rappresenta il bicorne, o l’anticristo. Si tratta della bestia con due corna di agnello che sorge dalla Terra e di cui si parla in Rivelazione 13:11. Così come Ciro liberò gli ebrei da Babilonia, questa bestia agisce compiendo una separazione. Mediante l’imposizione del marchio vaccino fa in modo che i risvegliati da Dio escano dal sistema. Si tratta di un terzo dell’umanità.

Il capro sul quale spuntano 4 corna e, in seguito, anche il piccolo corno è Gog di Magog. Rivelazione ne parla come delle dieci corna della bestia che sorge dal mare. C’è uno scontro tra le due bestie, quella di terra e di mare. La bestia di terra e il piccolo corno di Daniele sono la stessa cosa. Fanno lotta contro i santi e calpestano un terzo delle stelle come indica Daniele 8:10. Si tratta della lotta fratricida che porta alla distruzione di Gog di Magog. Il piccolo corno, cioè la bestia di terra, fa in modo che il sacrificio continuo finisca a metà settimana e questo avviene con l’uccisione dei due testimoni di Ri 11 nella primavera del 2019.

La cosa diventa evidente a tutti con il lockdown del 2020. Questo avvenimento epocale corrisponde solo alla distruzione di un tempio fisico. Le varie religioni non potevano più infatti officiare la loro adorazione. Il tempio più grande, però, quello spirituale, si rivela non essere più accettevole agli occhi del Signore già a partire dal 2019. In quel momento infatti il tempio inizia ad essere composto da persone di tutte le religioni che iniziano ad uscire da Babilonia. Si tratta di persone impure, come le cose impure viste da Pietro in visione, che necessitano di purificazione. Il processo è durato 1150 giorni.

Un terzo delle stelle sono la cosa disgustante

Il calpestamento delle stelle menzionato in Daniele 8:10 ci ricorda quanto si può leggere in Rivelazione 12:3-4: “ E fu visto un altro segno nel cielo, ed ecco un gran dragone color fuoco, con sette teste e dieci corna e sulle sue teste dieci diademi; e la sua coda trascina un terzo delle stelle del cielo, e le scagliò sulla terra. E il dragone si teneva davanti alla donna che stava per partorire, per divorare il figlio quando l’avesse partorito”. Da questi versetti si vede un collegamento tra un terzo delle stelle e il figlio partorito dalla donna. Si tratta di un terzo dell’umanità che muore durante la sesta tromba nel periodo 2021-2022. (Rivelazione 9:18) Ciò corrisponde, alla cronologia esposta nell’articolo “I terremoti all’apertura del 6° e 7° sigillo” pubblicato il 21/8/2022 in rifugiatidipella.com

Se si vanno a vedere le statistiche delle persone vaccinate, a giugno 2022 si raggiunsero i due terzi della popolazione mondiale con almeno una dose di vaccino. Se si calcolano 1150 giorni dalla primavera del 2019, e in particolare dalla prima luna piena dopo il 19 aprile che corrisponde al 14 Nisan, si arriva al 25 di giugno del 2022. Ecco confermato che le 2300 sere e mattine segnano un momento in cui le cose disgustanti uscite da tutte le religioni diventano il nuovo tempio approvato da Dio. La situazione è un perfetto analogo del battesimo nello spirito di Cornelio, l’ufficiale romano. La grande folla di ogni nazione tribù, popolo e lingua di Rivelazione 7 è ora approvata di fronte a Dio.

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