
Ispirazione è arte e l’arte in misura maggiore o minore vive sempre di un’ispirazione che viene dall’alto, al punto da poter dire che tanto più un’arte è spirituale tanto maggiore sarà la sua carica espressiva, più evidente il carisma e la forza estetica. Giacomo Puccini che, in quanto addetto al mestiere sapeva, scrisse: “L’ispirazione è un risveglio, una fuga da tutte le facoltà umane, e si manifesta in tutte le grandi conquiste artistiche”. Ispirazione è un termine di origine latina che può essere tradotto come “respirare su”. Si tratta di un’improvvisa e potente ondata di creatività che, quando si manifesta, si traduce nella realizzazione di un’opera d’arte. L’etimologia è da “inspiratio” e si parla di ispirazione come fondamento dei testi della Bibbia, quindi di una rivelazione spirituale da Dio all’uomo attraverso la parola. Il prefisso latino “in” vuol dire dentro o sopra.
Dio, che sta sopra agli uomini, è in grado di ‘spirare’, cioè soffiare in loro spirito. Il senso è qualcosa come ‘infondere’. Nel dizionario Devoto-Oli il primo significato di ispirare è quello dell’intervento di uno spirito divino che determina la percezione, l’intuizione, la motivazione e la volontà con una azione soprannaturale. Vi si legge: “Di potenza divina, infondere nell’animo di una persona i pensieri, i sentimenti che ne determinano le azioni: Dio ha ispirato i profeti|| Guidare nell’attività artistica o intellettuale stimolando la creatività: essere ispirato dalla Musa|| Suggerire i motivi che costituiscono l’occasione e l’argomento di un’opera artistica”. Nel greco koinè la dicitura tradotta in italiano “per ispirazione” è ἐν πνεύματι, nello spirito. (Ri 1:10, Mt 22:43) Nella seconda lettera a Timoteo si legge che “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio” (2Tm 3:16), in greco: “πᾶσα γραφὴ θεόπνευστος” (pasa grafè theopneustos ) dove theopneustos significa soffiato divinamente.
L’ispirazione nel sogno di Stravinskij
Nella primavera del 1910 Stravinskij, mentre stava portando a termine L’uccello di fuoco, ebbe come una visione, che egli stesso ricorda nelle Chroniques de ma vie: “Un giorno, in modo assolutamente inatteso, perché il mio spirito era allora occupato in cose del tutto differenti, intravvidi nella mia immaginazione lo spettacolo di un grande rito sacro pagano: i vecchi saggi, seduti in cerchio, che osservano la danza fino alla morte di una giovinetta che essi sacrificano per rendersi propizio il dio della primavera”. In seguito “combinazioni di suoni vennero al mio orecchio e il cervello disse: scrivi! La sagra passò attraverso me”. Era così nata la prima idea de Le Sacre du printemps, una danza pagana, che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non fu musicale, bensì visionaria, concettualmente plastica. Riguardava quella che diventerà poi la scena conclusiva del balletto, la Danse sacrale.
Il Preludio nelle intenzioni del musicista «doveva rappresentare il risveglio della natura, lo stridere, il rosicchiare, il dimenarsi di uccelli e bestie». Tutto il Sacre fu terminato «in uno stato di esaltazione e di spossatezza» all’inizio del 1912. Stravinskij, in accordo con Djagilev, scelse di affidare le scene e i costumi del Sacre a Nikolaj Roerich, occultista, profondo conoscitore del paganesimo e dell’antichità russa. Igor Stravinskij incarna il “modus operandi” del genio, ossia colui che non inventa e non crea bensì svela e rivela delle realtà occulte che esistono all’infuori di sé e che si palesano come in sogno, in una visione, o nel caso di un musicista anche come fenomeno uditivo semi-automatico. Nelle profondità dell’inconscio giunge a Stravinskij l’immagine di un locus amoenus dove gli antenati praticano un rito in cui si propizia col sacrificio umano Iarilo, divinità della natura e del sole.

Nicholas Roerich Idoli (1901?) Russia pagana
La traccia del balletto
Questa la traccia di cui disposero gli spettatori de Sacre nel maggio 1913: Primo quadro: «Primavera. La terra è ricoperta di fiori. La terra è ricoperta di erba. Una grande gioia regna sulla terra. Gli uomini si abbandonano alla danza e, secondo il rituale, interrogano l’avvenire. L’avo di tutti i saggi prende personalmente parte alla glorificazione della Primavera. Viene guidato a unirsi alla terra rigogliosa e orgogliosa. Tutti danzano come in estasi». Secondo quadro: «Trascorso è il giorno, trascorsa la mezzanotte. Sulle colline stanno le pietre consacrate. Gli adolescenti compiono i loro mitici giochi e cercano la grande via. Si rende gloria e si acclama Colei che fu designata per essere accompagnata agli Dei. Si chiamano gli avi venerabili a testimoni. E i saggi antenati degli uomini completano il sacrificio. Così si sacrifica a larilo, il magnifico, il fiammeggiante».
Iarilo era una divinità della vegetazione, principio di vita, morte e rinascita. Rappresentava la forza vitale giovanile associata alla primavera e alla fertilità che nasce e muore ogni anno. Marito della gemella Morana incontrava la morte dopo esserle stato infedele. Potremmo associare questa divinità all’egiziano Osiride o ai greci Adone e Dioniso. Con l’avvento del cristianesimo finì per essere identificato in San Giorgio o San Giovanni. La sagra della primavera è dunque una sequela di ritualità dell’antica Russia in cui si coagulano energie primordiali e sublimazioni pagane. La sagra è divisa in due quadri: l’adorazione della terra e il sacrificio. Il risuonare della musica appare come un elemento di comunicazione con l’Essere. Questi temi si collegano ai temi cari agli antropologi dell’Ottocento, occupati in ampie ricerche sul totemismo pagano. La cultura dell’intera Russia era permeata dalle radici, come anche l’Europa, di occultismo, misticismo e attratta dal cosmismo di Fëdorovič Fëdorov
La danza come atto magico
Nell’antichità danzare significava compiere un rito. Luciano di Samosata collegava la danza al movimento circolare degli astri, all’intreccio dei pianeti con le stelle fisse. La danza era la prima espressione dell’universo. Merce Cunnigham, (1919-2009) uno dei pilastri della danza del Novecento, definisce il movimento di danza come magia, come la proiezione delle energie naturali per produrre effetti desiderati. Il fine da raggiungere è la comunicazione con il potere divino. La funzione della danza è proprio quella di accumulare potere. Insieme alla musica, deve coinvolgere emotivamente e aprire la consapevolezza di chi compie il rituale alla Dea e al Dio. Essendo la magia un “riflesso” delle energie della natura, attraverso la danza è possibile accedere più liberamente a tali energie. La danza che sembrerebbe aver perso ai nostri giorni il suo significato rituale è pur sempre legata alla magia dionisiaca della trance.
Cunnigham disse della danza: “È anche un atto magico, perché il movimento fisico rilascia energia dal corpo, la stessa energia usata nella magia. Il ‘segreto’ è stato scoperto molto tempo fa, e così la danza è stata incorporata nella magia e nei rituali per accumulare energia, alterare la coscienza, o semplicemente per onorare la dea ed il dio con esecuzioni rituali”, e ancora: “La danza è di origine divina e cercare di esprimerla è impossibile: non farà altro che sfuggirvi. Ma questa origine apparirà, se la consacreremo nella nostra vita per amore della sua natura e della disciplina che essa impone.” Le parole di Cunnigham sono consapevolmente esplicite e permettono di collegare la danza all’antica Musa, Tersicore. Non dimentichiamo che per gli antichi le Muse erano la fonte dell’ispirazione divina. Ovidio scrisse: “C’è un dio in noi. Quando ci sommuove, via via ci riscaldiamo. Il suo impulso getta i semi dell’ispirazione.”
L’esperienza religiosa di Stravinskij
Per fortuna, oltre alla musica, Stravinskij ha lasciato una quantità di scritti in cui parla di sé, della sua vita e della musica. Ci sono le Cronache della mia vita, La Poetica della musica, le Conversazioni con Stravinskij di Robert Craft, soltanto per indicarne alcuni. Ciò nonostante la questione religiosa fa parte degli aspetti meno esplorati dalla critica anche se è d’importanza capitale non solo per quanto riguarda l’analisi delle singole composizioni ma proprio per ciò che concerne la comprensione del pensiero e dell’origine dell’ispirazione del compositore russo. Molti elementi fanno pensare che la ridotta quantità di pagine dedicate a questo tema sia dovuta al fatto che Stravinskij lo vivesse come un’esperienza del tutto intima di cui era difficile parlare come d’un qualsiasi altro dato. Tuttavia Stravinskij attraversò dal 1910 una crisi spirituale che lo portò ad allontanarsi dai riti ortodossi per giungere ad una sorta di teismo aconfessionale.
Il teismo è la credenza che esista una divinità in rapporto con l’universo. Kant presenta una distinzione del deismo dal teismo: «Colui che ammette solo una teologia trascendentale vien detto deista, e teista invece colui che ammette anche una teologia naturale. Il primo concede che noi possiamo conoscere, con la nostra pura ragione, l’esistenza di un essere originario, ma ritiene che il concetto che ne abbiamo sia puramente trascendentale: che sia cioè soltanto di un essere, la cui realtà è totale, ma non ulteriormente determinabile. Il secondo sostiene che la ragione è in grado di determinare ulteriormente tale suo oggetto in base all’analogia con la natura: e cioè di determinarlo come un essere, che in forza di intelletto e di libertà contiene in sé il principio originario di tutte le altre cose.» Questi modi di credere non corrispondono al “Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe” ma al dio dei filosofi!
L’uovo di Stravinskij
La nipote di Stravinskij, Marie, in un’intervista ricorda che suo bisnonno Igor mangiava un uovo sodo prima di ogni concerto, e pure suo nonno Théodore ingoiava spesso uova, simbolo cosmico importante per gli slavi. Anche il principe Ivan nel balletto L’uccello di fuoco, opera che portò Stravinskij ad una notorietà senza pari, distrugge il grande uovo contenente la magia e l’anima di Kasej, il mago malvagio. L’uovo è associato fin dall’alba del mondo al mistero della creazione, alla ciclicità dell’eterno ritorno, all’unità primordiale dell’essere. Il mito dell’uovo, che dà origine alla vita è presente in molte cosmogonie e nelle tradizioni più antiche. All’uovo ci si riferisce nella riflessione vedica in India e nella tradizione orfica in Grecia; ha posto fra i miti della Cina arcaica e del Giappone; è annoverato fra quelli della civiltà egiziana: lo testimonia il dio Ptah rappresentato mentre forgia l’uovo della creazione del mondo.
Nel racconto coreografico L’uccello di fuoco di Mikhail Fokine, musicato da Igor S. Stravinskij, l’uovo si trasforma, all’opposto, nello strumento indiretto di un percorso iniziatico che vede trionfare il Bene sul Male. In questa favola l’uovo veste abiti diversi da quelli che la tradizione ci ha consegnato: dismette quelli positivi e vitali che rinviano all’eterna rinascita, all’equilibrio, all’armonia e assume quelli dell’oscurità, delle tenebre, del negativo. Nel racconto di Fokine, l’uovo, infatti, è il contenitore di un’anima malvagia, quella del demone Katscei, perfido carceriere di principesse che tramuta gli uomini in pietra, la cui distruzione è indispensabile per cancellare il potere del Male. L’uovo, ovviamente, verrà rotto e il Bene ristabilito. A compiere l’impresa è lo zarevic Ivan con l’aiuto dell’uccello di fuoco.
Il cosmismo di Fëdorov
Potremo comprendere il senso del gesto dello zarevic alla luce di una corrente di pensiero all’epoca di grande impatto. Il cosmismo è una corrente scientifico-filosofica diffusasi in Russia sulla spinta di Fëdorov. Essa finì per acquisire una connotazione spirituale fideistica e perciò talvolta fu sostenuta e talvolta avversata dalla politica. Ebbe comunque un buon sostegno da parte di svariati ricercatori scientifici e grande diffusione presso i circoli intellettuali. Dei primi decenni del Novecento e della rivoluzione bolscevica si tende ad avere una percezione distorta. Ciò che più emerge potrebbe sembrare semplice ateismo, ma la realtà non fu questa, poiché il comunismo si fondava su forme di spiritualismo religioso. Lenin sosteneva che “la dottrina marxista è onnipotente perché vera” e quindi la propagandava come fosse una vera e propria fede. All’origine di grandi movimenti di massa c’è spesso una matrice filosofico-spiritualistica che passa inosservata.
Viceversa taluni valori caratteristici della religione divennero, tramite il cosmismo, parte fondamentale di ciò che si prospettava come l’aspirazione verso l’uomo nuovo e la nuova scienza. Si diffuse una fiducia pressoché assoluta nella tecnologia. La scienza sarebbe stata presto capace di operare miracoli come la resurrezione dei defunti. Invalse l’idea che “il marxismo può fare tutto” e che la salma di Lenin riposando intatta a Mosca era in attesa che la scienza gli permettesse di risorgere. Questa assoluta fiducia nella scienza riprendeva legami con l’occultismo che si era già da tempo sviluppato e capillarmente diffuso in Russia, con personaggi del calibro di Rasputin. Il fenomeno di questo stregone a corte non potrebbe essere esistito se il fascino dell’occultismo non avesse permeato di sé l’intera società. Anche il bolscevismo cadde preda della tentazione occultista e delle teorie dell’onnipotenza dell’essere umano. Va detto che il cosmismo ha fatto parte dell’intera esperienza sovietica.
Fëdorovič Fëdorov
La dottrina di Fëdorov (1829-1903)sibasa su un’incrollabile fiducia nel progresso delle scienze che, a suo parere, non solo avrebbero rigenerato il mondo impedendo per sempre l’avvento dei disastri naturali ma sarebbero riuscite a sconfiggere la morte attuando la resurrezione dei corpi. Fëdorov sosteneva che la filosofia dovesse abbandonare il campo puramente speculativo e diventare una pratica «proiettiva» che si servisse della conoscenza per elaborare il «progetto d’un mondo migliore» dove, attraverso un’«opera comune e universale», si ponesse fine alle ingiustizie, alle paure, e agli egoismi. La riscoperta del suo pensiero avvenne in particolare dopo l’avvento del regime sovietico che vedeva in Fëdorov il padre del cosmismo, teoria che sosteneva la possibilità di un illimitato sviluppo sociale affidato al progresso tecnico-scientifico anche se si faceva sempre molta attenzione a distinguere fra le tendenze di Fëdorov considerate come reazionarie (come la fiducia nel cristianesimo ortodosso) da quelle progressiste.
Fëdorov metteva la sua straordinaria erudizione al servizio di un unico grande fine: creare, attraverso la scienza le condizioni necessarie per la risurrezione dei morti: un progetto al quale l’umanità avrebbe dovuto collaborare in toto poiché nessun problema sociale, politico, filosofico si sarebbe potuto risolvere se prima non si fosse risolto quello della morte. «Bisogna amare l’universo che può essere e non quello che è. L’impossibile è il fidanzato dell’umanità e verso l’impossibile volano le nostre anime» e: «Nei gradi superiori si collocano coloro che si danno anima e corpo alla creazione dell’immaginario». Nikolaj Fëdorovic, il filosofo dell’“impossibile” e dell’“immaginario”, sostiene che scienza e tecnica possono contribuire alla risurrezione dei morti, che l’uomo riuscirà a dominare definitivamente le forze elementari della natura, e sottometterla. Per lui il cristianesimo era esclusivamente la religione della risurrezione, risultato che doveva essere ottenuto dalle sole forze umane.
La risurrezione
Il Cosmismo è il rinnovato miracolo di quella sintesi pagana che l’Occidente visse in particolare nel Rinascimento e che prese piede nel secolo scorso nella Russia sovietica della “corsa allo spazio”. Fu un intreccio di esperienze e ricerche che spaziavano dal realismo magico al materialismo idealistico, dall’umanesimo al transumanesimo. «La resurrezione» scrisse Fëdorov nella Filosofia dell’Opera comune, il suo capolavoro, «sarà opera non di un miracolo, ma di conoscenza e lavoro comune. Quel giorno atteso, quel giorno bramato nel corso delle ère, sarà l’ordine di Dio e l’adempimento dell’uomo.» Concetti che le Scritture ponevano sotto la direzione divina vengono poste invece nelle possibilità dell’uomo e della scienza. Si pensi alla prospettiva millenaristica del regno di dio che in Hitler viene declassata a ipotesi futuristica, obiettivo da raggiungere per il III Reich.
I temi principali nel pensiero cosmista comprendono il ruolo attivo dell’uomo nell’evoluzione umana e cosmica; la creazione di nuove forme di vita, tra cui un nuovo livello dell’umanità; l’estensione illimitata della longevità umana ad uno stato immortale; la resurrezione fisica dei morti; una seria ricerca scientifica in materie a lungo guardate con sospetto come la fantascienza, l’occulto e la letteratura esoterica; la colonizzazione dell’intero universo ed altri ‘progetti’ di ampia portata. «Tutto il mondo, i processi meteorologici, tellurici e cosmici, ricadranno sotto la responsabilità dell’uomo, e la natura sarà il suo lavoro.” Per l'”opera comune” di Fëdorov il principale nemico da abbattere è la morte, “nemico laico” dello sviluppo umano. La resurrezione dei padri, radicata nell’esempio della resurrezione di Cristo, sarà compiuta dai “figli”, realizzata con mezzi scientifici grazie al quale verrà acquisito il potere assoluto sulla Natura. Per Fëdorov la Natura non è un nemico eterno, ma solo provvisorio.
Battiato spirituale
Battiato disse: «Il messaggio esoterico oppure la scoperta di certi mondi la metto sempre nelle canzoni.» E anche: «Che io voglia o no, sono un mezzo di diffusione di un certo mondo», «Negli anni Settanta quando ho cominciato la mia carriera di improvvisatore, e l’ho fatto per tanti anni, la mia vita era questa. Facevo concerti senza nemmeno il sound check, improvvisazione pura. Era un’esperienza! Entravo in una specie di trance che per un’ora, mi sballava in dimensioni differenti. Quando rientravo nel corpo, perché si tratta di un viaggio, facevo fatica a riconoscere il luogo dove mi trovavo. Chi era quella gente? Sono questioni di secondi, chiaro, per riappropriarti di nuovo dei sensi. Era veramente sempre un’esperienza di questo tipo. Un viaggio assolutamente fuori dalle regole. Mi serviva l’improvvisazione, e quindi questa tecnica di spostamento, e quelli che ascoltavano non so che cosa potessero portare a casa, sinceramente.
Era veramente musica “fuori”. Di solito la meccanica era di questo tipo: una distruzione totale, quindi musica elettronica devastatoria, che rompeva tutti i canoni. Poi approdavo ad una specie di incantatoria sequenza ipnotica, che forse era la parte che il pubblico poteva anche apprezzare, penso». Praticare l’occulto vuol dire esporsi al rischio di influssi di carattere diabolico, certamente poco piacevoli. Battiato stesso lo ha ammesso in un articolo pubblicato da La Stampa nel 2009: Niente incubi nel suo letto? «Sono uno solare, trovo la notte minacciosa. Avverto presenze ostili. E allora dormo per difendermi». L’inconscio non basta a spiegarli? «L’inconscio è zavorra stupida. Fosse per me, il mestiere dello psicoanalista andrebbe in estinzione. L’individuo può e deve risolvere da sé il suo caso».
Aiuto metafisico
Nel mondo della musica si rilevano testimonianze di personaggi celebri che hanno ricercato e ricevuto una presunta “ispirazione” da qualche entità. Non si tratta certo di ispirazione divina, anzi…Franco Battiato non è estraneo nemmeno a questo tipo di esperienze, come lui stesso da rivelato in merito all’album Apriti Sesamo, durante una videointervista rilasciata a XL di Repubblica del 7 novembre 2012: «Non ero convinto di fare un disco, sinceramente (…), però quando ho iniziato a comporre mi sono accorto che ho avuto qualche aiuto dall’esterno… intendo aiuto di ordine metafisico, non certo umano, per cui l’avventura è stata piacevole». E secondo quanto riferito nel libro – intervista di Daniele Bossari, anche alcune tra le sue canzoni più “spirituali” avrebbero avuto un’origine “esterna”.
Videointervista
F. BATTIATO: Nel 1991 stavo improvvisando musica su un armonium, quando ho cominciato a cantare: “Difendimi dalle forze contrarie”… Ho impiegato un mese a scrivere quella canzone (L’ombra della Luce). Il momento era così elevato per cui smettevo (per allungare quello stato) e il giorno dopo ricominciavo, e aggiungevo un’altra frase. Fu una esperienza meravigliosa.
D. BOSSARI: Ma eri in uno stato meditativo mentre componevi o ti è venuta così?
F. BATTIATO: Bè, dire che mi è venuta “così” è un po’ “così”. Ho capito col tempo che l’ispirazione è soprasensibile. È successo anche per La cura. “Senti” che qualcosa di superiore ti arriva, ti attraversa. Sono doni che ricevi e servono per ricordarti che non sei solo e abbandonato. È successo così anche per Lode all’Inviolato. È chiaro che poi devi lavorare e seriamente per completare l’ispirazione o l’intuizione. […] D. BOSSARI: Ma che cos’è l’ispirazione?
F. BATTIATO: Cause che danno effetti che diventano cause. La percezione è una prova scientifica.
D. BOSSARI: Quindi può il musicista, o l’artista in genere, essere considerato una specie di medium che capta frequenze superiori e le rende udibili o visibili agli uomini? F. BATTIATO: Assolutamente sì. Battiato non ha una fede particolare, è uno gnostico che attinge da diverse vie esoteriche, che in comune hanno da un lato l’avversione per Gesù Cristo, la religione cattolica e la Chiesa, dall’altro mirano all’autodeificazione dell’uomo (non di tutti, ma solo di alcuni iniziati) e che stanno sovvertendo tutto il sistema di valori alla base della nostra civiltà occidentale.
I Beatles
Il Beatle John Lennon disse: «È come una possessione, come qualcuno che ha poteri soprannaturali o è un medium. È sorprendente che la melodia di “In My Life” mi sia venuta in sogno. Per questo affermo che non ne so niente. Credo che la musica sia una cosa molto mistica… Mi sentivo come un tempio vuoto, abitato da molti spiriti, di cui ognuno di loro restava per breve tempo, poi mi lasciava e un altro prendeva il suo posto». In un’altra intervista Paul Mc-Cartney, ha dichiarato: «La melodia di “Yesterday” mi è arrivata in sogno. La musica era già pronta. Bisogna credere alla magia. Non so né leggere né scrivere le note musicali». Il leader dei Beatles insieme a sua moglie praticava regolarmente lo spiritismo. Consultava maghi e sensitivi, fino a schernire la gente appendendo profilattici alle croci delle Chiese.
Nell’indagare sulla vita di John Lennon, si notano numerose e grosse discordanze tra quello che diceva e insegnava in pubblico e quello che leggeva e pensava in privato. Il misticismo metafisico pagano era la sua particolare ossessione privata. Alcune pratiche occulte come la Numerologia, i Tarocchi, la Meditazione Trascendentale, lo spiritismo e la divinazione dominarono ogni sua ora di veglia. Tutto il suo tempo, quotidiano, mensile e annuale, era regolato da superstizioni pagane. Yoko Ono contribuì in maniera notevole allo sviluppo di questo fascino interiore per l’occulto, sebbene la responsabilità finale sia da attribuire unicamente a Lennon. Dopo qualche tentennamento iniziale, egli si immerse precipitosamente nella ricerca della sperimentazione psichica all’interno del piano astrale.
battiato spirituale: niente è come sembra (centrosangiorgio.com)
I Beatles e l’occultismo | Il gabbianone (wordpress.com)
Devil Music: A History of the Occult in Rock & Roll | by George A T Case | Cuepoint | Medium
Il Lato Oscuro dei Beatles – The Devil’s Disciples (quieuropa.it) qui argomenti hard
Fëdorov e il Supramoralismo :: Due passi nel mistero (duepassinelmistero2.com)Il Cosmismo :: Due passi nel mistero (duepassinelmistero2.com)
