Luce spirituale nello studio delle Scritture

(Adriana Rocchia)

Luce: nel mio pensiero religioso, che è frutto di studi che vanno avanti da mezzo secolo, di approfondimenti e di valutazioni personali, le Sacre Scritture sono un monumento letterario preziosissimo per chi desideri conoscere l’evoluzione della storia e del pensiero dell’antico Israele e del primo cristianesimo. Ma è anche un libro sacro di cui l’autore e ispiratore è Divino. Tuttavia è possibile riconoscere un sottofondo ispirato presente ovunque nella letteratura mondiale, così nelle Bhagavad Gita, nel Corano, nei Veda, nelle Upanisad, nell’Iliade, nell’Odissea o nella Divina Commedia. Tuttavia la mia posizione personale è quella di chi considera la Bibbia come la sola firmata dalla fonte della luce, che porta impresso il Nome che si esprime nelle quattro lettere יהוה del tetragramma. Parto dunque dal concetto che solo la Scrittura è priva di errori e ricca di una sacralità senza tempo.

Come alcuni dei miei lettori sanno, sono stata nei Testimoni di Geova per quarant’anni. Battezzata nel 1979, mi sono dissociata da quella organizzazione nel gennaio 2019. Nel frattempo ho cercato di approfondire il loro pensiero e la loro storia. Così in questi ultimi cinque anni ho potuto capire dall’esterno, e con un po’ più di distacco, diversi aspetti che li riguardano, significativi non solo per me ma, come spero, anche per quei quattro gatti che vorrebbero saperne qualcosa. Dato che comprendere le Scritture è faccenda complicata, lo Spirito Santo assiste il lettore che in preghiera faccia richiesta di luce. Naturalmente la comprensione è graduale, frutto di approfondimenti continui, di ricerche personali. Questo vale per tutti, ma per quanto uno potrebbe immaginare diversamente, vale soprattutto per chi abbia ricevuto quel particolare dono che nelle Scritture è definito profetico, cioè “parola di sapienza”, “parola di conoscenza”, “discernimento di espressioni ispirate” (1Cor 12:4-11)

Discernimento di espressioni ispirate

Sì, in 1 Corinti 12:10 si legge di questo particolare dono spirituale, in greco διακρίσεις πνευμάτων cioè, letteralmente “discernimento degli spiriti”. Cerchiamo di capire cosa possa significare questa particolare predisposizione. Prenderemo in considerazione, tra le varie traduzioni, quelle un po’ più particolari. Vulgata: “discretio spirituum”; Perret Gentil et Rilliet: “des jujement d’esprits”; Nouveau Testament Stapfer: “un autre distingue les esprits”; New International Versions: “distinguishing between spirits”; New Living Translation “the ability to discern whether a message is from the Spirit of God or from another spirit”; Contemporary English Version: “some of us recognize when God’s Spirit is present”; God’s Word Translation: “Another can tell the difference between spirits”; Good News Translation: “the ability to tell the difference between gifts that come from the Spirit and those that do not”; Weymouth New Testament: “to another the power of discriminating between prophetic utterances”.

Questa scrittura ci mostra quanto sia complesso il lavoro di comprensione e interpretazione (ermeneutica) della Parola. Comprendere e trasmettere il significato delle Scritture è un dono che non parte da presupposti immediatamente certi, chiari, aperti. Punto primo il messaggio spirituale indirizzato ai profeti viene trasmesso “per enigmi”, come stabilito in vari passi delle Scritture. A Mosè soltanto Geova parlava “bocca a bocca, e non mediante enigmi”. A tutti gli altri profeti parla con “espressioni proverbiali” ed “enigmi”. (Salmo 49:4; 78:2; Eze 17:2) 1Corinti 13:8 dice che al presente “abbiamo conoscenza parziale” e che “se c’è conoscenza sarà resa inefficace”, “poiché al presente acquisto conoscenza parziale” e “vediamo a contorni vaghi per mezzo di uno specchio di metallo”. (βλέπομεν γὰρ ἄρτι δι’ ἐσόπτρου ἐν αἰνίγματι) Un enigma (αἴνιγμα) è un indovinello, una sorta di rebus, un’espressione che va compresa e interpretata. Ecco quindi la difficoltà del comprendere il messaggio profetico. 

La luce negli scritti di Rutherford

Rutherford, successore di C.T. Russel e alla guida degli Studenti Biblici dal 1916, in un suo libro del 1938 intitolato Preparazione, a pagina 64 scrisse: “L’illuminazione procede da Geova mediante Gesù Cristo ed è provveduta al rimanente fedele nel tempio sulla terra. Di nuovo Zaccaria parlò con l’angelo del Signore, il che mostra che il rimanente è istruito dagli angeli. Il rimanente non ha bisogno di sentire suoni udibili, perché non è necessario. Geova ha provveduto nel suo proprio modo a trasmettere i pensieri nelle menti dei suoi unti. Per coloro che non ne fanno parte l’organizzazione di Geova è segreta”. Ed è sempre Rutherford, il cosiddetto “canale approvato”, che ulteriormente precisa: “Certi incarichi e interessi del Regno sono stati affidati dal Signore ai suoi angeli, compresa la trasmissione delle informazioni di Dio al suo unto popolo sulla terra per aiutarlo e confortarlo”.

“Anche se noi non comprendiamo in che modo gli angeli trasmettono queste informazioni, sappiamo però che essi lo fanno, e le Scritture e i fatti lo confermano.” Lo stesso Rutherford, Presidente del Comitato Direttivo dell’epoca, si rendeva conto del fatto che questa dichiarazione, essendo razionalmente indimostrabile, poteva aprire la strada ad interpretazioni inquietanti, così si sentiva in dovere di precisare: “Il Signore ha utilizzato la Torre di Guardia per annunciare le sue verità. A questo riguardo, egli utilizza sicuramente ed intensamente i suoi messaggeri invisibili. Ciò non dev’essere in nessun modo considerato come qualcosa che ha a che fare con lo “spiritismo”; ma piuttosto che Dio può dirigere il suo popolo senza alcuna comunicazione udibile”. Non tutti accetteranno queste affermazioni che in effetti sembreranno ostiche a chiunque non abbia vissuto esperienze simili.

La rivelazione della verità secondo Russel

Il 15 luglio 1906, nella Torre di Guardia troviamo queste parole di Russell: «No, le verità che presento come portavoce di Dio, non sono state rivelate in visioni o sogni, né tramite l’udibile voce di Dio, né tutte in una volta, ma gradatamente, specialmente fin dal 1870, e in particolare dal 1880. E questa chiara rivelazione della verità non è neanche dovuta a ingegno umano o ad acuta intuizione, ma al semplice fatto che il tempo stabilito da Dio è giunto, e se io non parlassi, e non si trovasse nessun altro agente, le pietre stesse griderebbero». Russel dice che Dio nel nominarlo portavoce non gli ha rivelato le cose che avrebbe dovuto comprendere e dire tutte in un blocco solo né mediante sogni, visioni o la sua udibile voce. Egli tuttavia afferma di avere ricevuto una costante chiara rivelazione. Di cosa si tratta?

In realtà, se mi si permette di esprimere un’opinione, sono convinta che Russell e Rutherford, anche se non ci dicono tutto nei particolari, erano in qualche misura istruiti dallo Spirito. A questo punto, però, molti diranno: come mai le previsioni di questi “profeti” non si avveravano mai? Facciamo esempi tratti dai loro scritti. “Per grazia di Dio ci proponiamo di continuare a proclamare il suo messaggio perché siamo convinti oltre ogni dubbio che entro cinque anni le persone saranno consapevoli del fatto che stanno per essere introdotte nel periodo delle più grandi benedizioni che l’uomo abbia mai sognato che potessero accadere nel mondo”.  (The Golden Age, 9 giugno 1920, p. 591) Oppure: “L’anno 1925 indica la data nella quale tutti vedremo il suo grande potere dispiegarsi con la resurrezione degli antichi degni, nel tempo in cui milioni ora viventi non morranno mai” (The Golden Age, 1° marzo 1922, p. 350)

Esempi di profezie mai realizzate!

 “L’impero britannico ormai vacilla dappertutto, e la sua sopravvivenza è ormai questione di solo pochi anni al massimo”. (The Golden Age, 31 agosto 1921, p. 714) “Noi ci aspettiamo la piena glorificazione della chiesa entro due anni!” (The Golden Age, 13 febbraio 1924, p. 313) Nel 1920 fu pubblicato un opuscolo che ebbe particolare risonanza: Milioni ora viventi non morranno mai! In realtà son morti tutti! Nessuna delle cose che il “canale approvato” dei Testimoni di Geova annunciò nei decenni ha avuto il benché minimo riscontro nella realtà dei fatti della storia. La stessa organizzazione dei Testimoni di Geova oggi le ha seppellite nell‘oblio, eppure continuano a citarle (senza mostrarne i contenuti) come la dimostrazione che esse rappresentavano un prezioso lavoro, mediante il quale smascheravano dottrine false e diffondevano verità spirituali.

Si ricordi che, assieme al Mistero Compiuto, questo opuscolo rappresentò fino al 1923, la principale pubblicazione usata nella predicazione a livello mondiale. A voler essere espliciti, difficilmente potremmo definirla il vero cibo spirituale a suo tempo, che lo “schiavo fedele e discreto” aveva avuto incarico di provvedere. La rivista Torre di Guardia si definisce da sempre come il canale organizzato tramite cui Geova dispensa il suo cibo spirituale. Il contenuto del cibo spirituale distribuito da quel canale è rappresentato da libri e discorsi presentati e pronunciati nel corso di assemblee storiche, “guidate direttamente dagli angeli sotto lo sguardo vigile di Cristo”. Non molte delle profezie trasmesse in quelle assemblee si sono dimostrate corrette; non una delle profezie allora preannunciate si è adempiuta. Tutto ciò che in quelle assemblee fu detto e scritto è stato successivamente smentito dalle stesse pubblicazioni della Società.

Lo schiavo del 1993 non fu più d’accordo

Sembra che lo schiavo del 1993 non fosse per niente d‘accordo con quello dei decenni precedenti in merito alla trasmissione delle informazioni divine; infatti, il libro I Testimoni di Geova: Proclamatori del Regno di Dio, pubblicato nel 1993, a pagina 708 fornisce una spiegazione totalmente diversa circa il modo in cui Geova guida il suo popolo. Prima pone la domanda. Ma come arrivano al corretto intendimento della Parola di Dio? e poi fornisce la risposta: “Non hanno né rivelazioni angeliche né ispirazione divina”. Dichiarazione opposta a quanto scrisse La Torre di Guardia del 1° dicembre 1933, pag. 364: “In completa armonia con ciò il Signore ha rivelato al suo popolo che è giunto il tempo perché la sua chiesa sia unita … Geova ha rivelato al suo popolo nel tempio che il suo grande profeta è Gesù Cristo.”

 Allora, le rivelazioni le hanno o non le hanno? Si tenga presente, inoltre, che poco del cibo spirituale preparato e distribuito in passato è ancora considerato verità. Allora qualcuno potrebbe pensare che se l‘approvazione del Signore era andata a favore di un gruppo che aveva riportato alla luce verità bibliche che non hanno superato la prova del tempo ma hanno subito continui cambiamenti, dev‘esservi qualcosa che non va, specialmente se si pensa che Rutherford insegnava che quelle verità gli erano state trasmesse mediante angeli. “Dio si serve degli angeli per ammaestrare il Suo popolo che è sulla terra”. Come si può affermare che ciò che avvenne in quel tempo sia la prova che Cristo prescelse quel gruppo fra le varie organizzazioni della cristianità, conferendogli l‘autorità di insegnare la sua parola e di nutrire il suo popolo, se tutte le evidenze documentate o i fatti disponibili dimostrano esattamente il contrario?

Dio apre le vie di comunicazione con largo anticipo

Cosa possiamo rispondere a quella domanda? Rutherford dichiarava che nessuno poteva comprendere la Bibbia o delle parti di questa fino al “tempo debito” stabilito da Dio di rivelarne la comprensione. Quando arriva il momento giusto, Dio rivela “la spiegazione corretta” o l’interpretazione esatta alla classe dell’unto (il “resto”) sulla terra. È la ragione per cui Rutherford diceva spesso che ciò che scriveva non era la sua opinione o la sua interpretazione della Sacra Scrittura, ma l’interpretazione di Dio. La Torre di Guardia 15 maggio 1995, p. 15, par. 1 dichiarava inoltre: “È una prova della sapienza divina che, in armonia con Proverbi 4:18, le verità spirituali vengono rivelate gradualmente mediante lampi di luce”. È vero che, a parziale discolpa di questi profeti, generalmente le profezie si comprendono bene solo nel momento in cui si adempiono.

Secondo Rutherford l’interpretazione delle profezie non viene dell’uomo. Ma qui bisogna chiedersi: perché Dio dovrebbe ingannare il suo schiavo così da indurlo a prendere una cantonata dietro l‘altra? Perché consente che esso si screditi così clamorosamente ogni volta che deve smentirsi? Dov‘è il vantaggio di lasciare che si creda per lunghi anni una dottrina che Dio sa essere errata? Secondo La Torre di Guardia del 1° giugno 1982, tal modo di procedere servirebbe da raffinamento. A questo proposito tornano in mente le parole di Gesù riportate in Luca 21:8 “Badate che nessuno vi svii; poiché molti verranno in base al mio nome, dicendo: ‘Sono io’, e: ‘Il tempo stabilito si è avvicinato’. Non andate dietro a loro”. Gesù ci preavvertiva che questo genere di errore sarebbe venuto fuori essendo una parte del “segno”. Queste non sono necessariamente parole di condanna ma un avvertimento di quanto sarebbe necessariamente accaduto.

La questione del 1975

Come tutti sanno, nel 1966 la Società Torre di Guardia aveva indicato nel 1975 la data dell’inizio del settimo millennio della storia del genere umano. In un rapporto sull’assemblea internazionale Pace in terra del 1969 (pag. 12) si legge: “Più recentemente sinceri ricercatori della Sacra Bibbia hanno dovuto rivedere la cronologia in essa riportata. Secondo i loro calcoli i sei millenni della vita del genere umano sulla terra dovrebbero terminare alla metà degli anni settanta. Così il settimo millennio a partire dalla creazione dell’uomo da parte di Geova Dio avrebbe inizio fra meno di dieci anni.” La rivista Svegliatevi! del 22 marzo 1993, p. 4, diceva: “I testimoni di Geova nella loro fervida attesa della seconda venuta di Gesù, hanno indicato certe date che si sono rivelate sbagliate. Per questo motivo alcuni li hanno accusati di essere falsi profeti.”

Questi andrebbero intesi come sforzi fatti dalla Società Torre di Guardia volti a creare un senso di urgenza. Crisi di Coscienza, il libro di Raymond Franz, ex membro del Corpo Direttivo, mostra in che modo alcune date furono via via messe da parte, attribuendo ad altre, scelte successivamente, lo stesso significato delle prime. Nelle edizioni del 1° e 15 settembre 1985 della Torre di Guardia, furono pubblicati diversi articoli sulla vigilanza cristiana che esortavano a stare desti in relazione al promesso ritorno di Cristo, e ponevano l’accento sul generale rilassamento spirituale che nel corso dei secoli aveva smorzato la tensione di tale attesa. L’articolo continuava giustificando la particolare enfasi attribuita ai calcoli cronologici fatti dalla Torre di Guardia nel tentativo di determinare la vicinanza della fine, dicendo che, in fondo, è meglio sbagliare tali calcoli che essere spiritualmente addormentati e apatici riguardo alla venuta di Cristo.

In merito agli enigmi profetici

Tentare una valutazione in merito a questo genere di discorso mi sembra come minimo necessario. Tutta la questione che si pone nella Bibbia circa il falso profeta e il profeta verace è in generale una questione delicata. Non a caso 1Corinti 12:10 parla di “discernimento di espressioni ispirate” come di un dono dello spirito che non tutti ricevono. Quando incominci a ricevere l’illuminazione divina questo avviene nella forma di un flusso di pensieri frammentari, tra di loro scollegati, impenetrabili. Sono come enigmi che presentano un significato ambiguo, che va decifrato. Io credo che effettivamente gli unti tra i testimoni di Geova abbiano, in alcuni casi, ricevuto messaggi dal mondo spirituale. E’ possibile che lo Spirito volutamente indicasse certe date per creare urgenza e aspettativa. Per costituire un popolo preparato all’azione, per istruirlo e indicare una strada, per spronare alle opere eccellenti. Riconoscerlo sarebbe importante.

Isaia spesso parla di strada maestra. (11:16; 19:23; 35:8; 62:10) Nel preparare la liberazione del suo popolo, Geova, per così dire, fece strade maestre che conducevano fuori dai paesi in cui esso era prigioniero. Oggi la via che abbiamo scelto è stretta e difficile e pochi sono quelli che la trovano. (Mt 7:13-14) Abbiamo cercato Dio come a tastoni. Atti 17:27 dice che il Signore “ha fatto da un solo [uomo] ogni nazione degli uomini… perché cerchino Dio, se possono andare come a tastoni e realmente trovarlo, benché, in effetti, non sia lontano da ciascuno di noi”. Effettivamente egli si è fatto trovare e ci parla per mezzo di parole confortanti, ma anche per enigmi. Il Rocci, dizionario Greco-Italiano, alla voce αἴνιγμα legge: enigma, detto oscuro o equivoco, allusione, favola, scherno, frizzo. Perciò discernere gli spiriti, cioè comprendere il significato degli enigmi non è possibile senza l’illuminazione dello Spirito.

https://www.infotdgeova.it/2organizzazione/files/SFDanalisi.pdf

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